Il "diario del cronista itinerante" esce di scena

La rubrica nata nel 2001 si chiude definitivamente. Grazie a tutti coloro che l´hanno letta, per i quali il dialogo può continuare

Rispetto alla precedente puntata di questo diario sono ripartito da Orlando e sono rientrato a Parma, Italia, dove risiedo e dove ho scritto tutti gli articoli che www.baseball.it ha pubblicato.
E´ stato un piacere, tornare a scrivere questa rubrica, anche se tanto tempo è passato da quando ho iniziato a scriverla (luglio del 2001) che nè io, nè baseball.it, nè la rubrica possiamo essere più gli stessi.

Scrivere il diario è stata un´esperienza professionale molto importante per me.
La rubrica era nata con uno scopo preciso: portare in casa di chi seguiva una manifestazione in programma all´estero un pizzico di quella terra, di quelle abitudini, viste attraverso gli occhi del cronista che era lì per il limitato periodo in cui si svolgeva il torneo. E inizialmente sul "diario" erano arrivati solo consensi. Improvvisamente, da quando ho firmato un contratto con la Federazione, c´è chi ha iniziato a storcere la bocca.
Come fanno i portali internet, vi propongo quindi anch´io un elenco di FAQ al riguardo:

-> su un sito di baseball bisogna parlare solo di baseball
-> è inaudito che la delegazione italiana all´estero abbia persino tempo libero
-> l´addetto stampa della Federazione non dovrebbe esprimere opinioni
-> l´addetto stampa della Federazione non dovrebbe sottrarre tempo alla sua missione facendo altre cose

Io penso sinceramente che in questo tipo di osservazioni (che ho generalizzato, ma cogliendo abbastanza bene il punto di vista di chi si è opposto al "diario") siano racchiusi non pochi dei germi che fanno male al nostro baseball e continuo a credere che un´operazione di quel genere facesse molto bene alla comunicazione del baseball.
Chi ha un privilegio (e io ritengo che lavorare nel baseball sia per me un grosso privilegio) non dovrebbe perdere l´occasione di utilizzarlo in favore di tutti coloro che condividono la sua passione e i suoi ideali. Un po´ come fa l´avvocato Alan Shore, interpretato dal grande attore americano James Spader nella serie Boston Legal, della quale è in onda la seconda stagione su Fox Crime, bouquet di Sky. Shore è un personaggio che ha molte contraddizioni e vive un continuo conflitto etico sul suo ruolo di legale a disposizione di chi lo paga meglio. Per questo si lancia spesso in battaglie incomprensibili per gli altri legali dello studio e scarsamente redditizie dal punto di vista economico.

Personalmente, non vivo grossi conflitti etici al momento. Ma sono fermamente convinto che gli appassionati di baseball abbiano avuto veramente poca informazione fino al 2002. Per questo ho cercato di fare tutto quello che era in mio potere per aiutarli ad averne di più. Ad esempio, scrivendo "diari" e altri articoli da luoghi (Panama per la Qualificazione Olimpica americana del 2003, Atele per le Olimpiadi del 2004…) nei quali la Federazione mi aveva inviato. Ovviamente togliendo tempo al mio riposo o al mio svago e, come tutti i collaboratori di baseball.it, senza guadagnare un centesimo.
Peccato che non tutti abbiano apprezzato. E non sto parlando dei giudizi di qualità sugli articoli, che sono ovviamente sempre liberi. Anzi, vi dirò che le critiche disturbano, ma sono certamente più utili degli elogi e vi dirò anche che non mi stupisce se qualcuno non è interessato a quel che scrivo e non lo legge. L´unico che era riuscito a mettere d´accordo tutti (un 1974 anni fa, proprio di questi tempi) una settimana dopo lo hanno crocefisso…

Il "diario" finisce qui. Almeno, come avevo detto nel pezzo di apertura di questa nuova serie, fino a quando lavorerò per la Federazione. Quel che sarà dopo, non si sa e non è il caso di parlarne, anche perchè spero che quel giorno arrivi il più tardi possibile.
Mi auguro che vi siate divertiti a leggermi e invito chiunque abbia voglia di dialogare con me (sullo Spring Training o qualsiasi altro argomento di baseball) a scrivermi una e-mail. Risponderò a tutti.

FINE

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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