La Danesi vince il primo derby (11-2)

Tre errori nella stessa ripresa condannano il Colavita. De los Santos ancora decisivo, suo un doppio a basi cariche

Basta un inning alla Danesi per avere ragione del Colavita nel primo dei tre derby dell'ultima di andata. Le battute “pesanti” arrivate al momento giusto, i tanti errori della difesa avversaria, Vasquez che dato in ritardo di condizione ha comunque lanciato con autorità, sono queste le chiavi su cui la formazione di Bagialemani si aggiudica la prima sfida contro i cugini.
Il match si sblocca al primo attacco del Nettuno, grazie ad un triplo di Schiavetti a destra che veniva spinto a casa dalla successiva rimbalzante interna di D'Auria. E' il primo sussulto di un match che si mantiene nelle fasi iniziali su un sostanziale equilibrio, con gli ospiti capaci anche di rendersi pericolosi al secondo (uomini agli angoli), ma la seconda parte del terzo inning segna letteralmente il suicidio del Colavita, che commette tre errori nella stessa ripresa e praticamente getta alle ortiche la sua partita.
Il turno di attacco del Nettuno si apre con un singolo interno di Carlos Patrone, che rende vano il bel tuffo di Imperiali. Poi sulla difesa dell'Anzio cala letteralmente il buio. Sul bunt di sacrificio di Paoletti Sangilbert palleggia con la pallina e non riesce ad assistere, altro bunt di De Franceschi sulla terza, Tavarez raccoglie ma la difesa non ruota a dovere e non c'è nessuno in prima. Con basi cariche lenta battuta di Schiavetti sulla seconda, Imperiali clamorosamente non la controlla ed entra il 2 a 0. A ripulire le basi ci pensa Luis De Los Santos, che spedisce un doppio sulla recinzione e fa entrare tre punti per il cinque a zero. Non finisce qui, altra battuta di Mazzanti sulla terza, altro errore, stavolta ad opera di Tavarez, ed entra il 6 a 0. Di cinque punti del terzo inning, solo due sono del pgl di Sangilbert.
L'Anzio si scuote un po' all'inizio del quarto, con il fuoricampo di un punto di Tavarez che fa uscire la pallina oltre la recinzione di sinistra, con due out segue un altro bel singolo di Imperiali ma la spinta si esaurisce lì. Nuovo punto Danesi al quinto, con De los Santos in base arriva il secondo triplo della serata, quello di Tovar all'esterno centro per il 7 a 1. Alla seconda parte del settimo Sangilbert viene sostituito da Valerio Perogio, e Nettuno dilaga. Arrivano i doppi di Giuseppe Mazzanti e Tovar più un singolo di Leonardo Mazzanti, in totale quattro punti che mettono il sigillo al match.
Nella girandola di cambi finale c'è anche la sostituzione di Vasquez, che esce dopo otto riprese sostituito da Salciccia, per lui cinque valide al passivo ed una prestazione in crescendo, aiutato indubbiamente anche dall'andamento della partita. Tutto il contrario di quanto accaduto a Sangilbert, che non è stato affatto supportato dalla sua difesa e da un attacco che solo nelle primissime battute si è reso pericoloso, effettivamente troppo poco per pensare di avere ragione del Nettuno.
Una nota a margine, nel corso del terzo inning e di nuovo al sesto la partita è stata sospesa per cinque minuti a causa di una serie di fumogeni accesa da un gruppetto di tifosi dell'Anzio, che avevano appena preso posto in tribuna. Tanto calore non lo si vedeva da anni…

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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