Nettuno vince gara1, decide Mazzanti

La squadra di Giampiero Faraone prevale (4-3) al 10° inning in una partita caratterizzata da rincorse e sorpassi. Il doppio del bomber nettunese fa volare a punto Perez. Pitcher vincente Remigio Leal

Folgorante, inesorabile. Il grande bomber intuisce sempre quand'è il momento di lasciare il segno. Beppe Mazzanti afferra l'attimo fuggente nel primo extra-inning di gara1 della finale di Coppa Italia: punisce duramente chi ha osato sfidarlo anziché concedergli la base intenzionale e fabbrica un vertiginoso doppio, con Perez (singolo) in prima base e due out. E' un "legno" tempestoso, la pallina vola alta e profonda, sbatte contro la recinzione, al centro, nel punto dove lo stadio del baseball di Bologna è più lungo. Si affannano gli esterni della Fortitudo, ma il rilancio è inutile, Luis Perez arriva veloce a casabase. Per firmare al decimo inning il 4-3 del nuovo e definitivo vantaggio nettunese.
Una partita – quella di ieri sera al "Falchi" – caratterizzata da rincorse e sorpassi. Dall'immediato 1-0 per Bologna (doppio di Santaniello, singolo di Infante), sul primissimo attacco della squadra di Nanni, al pareggio+sorpasso del Nettuno al sesto inning: Caradonna fabbrica un doppio, un "lancio pazzo" di Cillo lo porta in terza, la volata di sacrificio di Perez lo spinge a punto per l'1 a 1, però c'è soltanto un out, Mazzanti diventa il secondo, ma Vinicio Sparagna ha una felice intuizione e confeziona una valida interna che manda Renato Imperiali in seconda. Cillo, sul monte di lancio di Bologna, è in affanno, accusa un improvviso stato confusionale, concede due basi su ball consecutive (a De Franceschi e a Schiavetti) e pertanto entra automatico un altro punto in questo inning ed è il 2-1 del sorpasso nettunese. La Fortitudo risponde allo stesso modo: 2 punti nel suo sesto assalto: valida interna di Bidi Landuzzi, doppio di Carlos Infante che mette la parola fine alla partita – decorosissima – di Joel Hernandez con il punto del pareggio (2-2) segnato da Landuzzi. La volata di sacrificio di Mazzuca spinge Infante sul cuscino di terza base e, a completare il benvenuto a Remigio Leal, Pablo Angrisano gli spara un missile quasi addosso: la pallina passa, Infante arriva a casabase permettendo a Bologna di rimettere il muso avanti (3-2). Settimo attacco del Nettuno ed è… pareggio: Retrosi batte singolo, poi è reattivissimo nel rubare la seconda e nel raggiungere la terza sfruttando al meglio un errore della difesa bolognese (è impreciso il tiro del catcher Reginato sulla rubata di Retrosi, ed è lento lento l'esterno centro Fornasari nell'arrivare sulla palla e nel tirare in terza). Reginato accusa il colpo, non è lì con la testa e in una successiva azione non trattiene un lancio decisamente bruttino di Ribeiro. La palla fugge via. E Retrosi, ragazzo dai piedi veloci, piomba tranquillamente a casabase. E siamo 3 a 3.
Bologna potrebbe segnare nel suo nono attacco, ma non ci riesce perché si fa intrappolare da una strategia intelligente e felice del Nettuno.
La banda di Giampiero Faraone, invece, punisce quando la Fortitudo le concede l'opportunità di "chiudere" la gara. E' il decimo inning, e il Nettuno segna – con due eliminati – il punto del 4 a 3. Singolo di Luis Perez, a sinistra, con la complicità di un Landuzzi che nell'occasione è parso non concentrato o non ha avuto buoni riflessi. Ripeto: c'erano due out. E nel box di battuta Beppe Mazzanti, lo slugger numero uno del team nettunese. Che cosa suggerisce la logica? Passarlo in base. Assolutamente. Non puoi sfidare il pericolo, agli extrainning, quando può essere fatale anche una piccola disattenzione. Era opportuno evitare Mazzanti e giocarsi Sparagna. Qualcuno può obiettare che Sparagna era in buona serata ed aveva già prodotto due singoli. Sì, contro Cillo. Ma sui lanci d Ribeiro era finito strikeout all'ottava ripresa. E comunque, un eventuale altro singolo di Sparagna non avrebbe fatto arrivare a punto Perez dalla prima base. Il "doppione" di Mazzanti sì.
Chiaro: la scelta di non concedere la base intenzionale al quarto uomo del line-up nettunese è stato un errore tattico della Fortitudo. Pagata a caro prezzo.
In una situazione quasi simile, alla nona ripresa, il Nettuno s'era portato fuori indenne da sentieri tortuosi e insidiosi. Grazie ad una scelta saggia. Bologna aveva Malengo in seconda base, ma già due out. Manager Faraone ordina la base intenzionale su Santaniello (e dico Santaniello, che non è certo un bomber come Mazzanti…) preferendo giocarsi Bidi Landuzzi. Con la possibilità, su una battuta in diamante, di fare più facilmente il terzo out (con due corridori sulle basi). Landuzzi è stato eliminato dall'assistenza dell'interbase Renato Imperiali a De Franceschi, custode della prima base.

La Danesi Nettuno, dunque, passa al Falchi bolognese nella prima sfida della finale di Coppa Italia. Oggi pomeriggio gara2. Quella con i lanciatori di scuola italiana. Betto (Fortitudo) contro Richetti (Nettuno). Inizio ore 16. Betto può contare sul rilievo di Fabio Milano. Il Nettuno ha bisogno che Richetti regga bene per otto inning, perché a disposizione c'è soltanto il giovanissimo Matteo Pizziconi.
Bologna si trova con le spalle al muro e non può buttar via anche la seconda partita. Ma rischia di buttarla davvero se scenderà in campo con lo "spirito" smarrito e i cattivi pensieri di ieri sera dopo aver subìto il 3-3. Da quel momento s'è visto il gruppo di Nanni accettare in modo "fatalista" la situazione, anzi subirla. Il decimo inning ne è la fotografia: un grande Carlos Infante (lui si è veramente battuto, 3 su 5, con un doppio, e pregevoli cose in difesa) infila la terza valida della sua serata cercando di "accendere" la squadra. Ma i suoi compagni non ci sono più con la testa, anzi danno l'impressione di non volersi neanche sforzare per capire i lanci velenosi del "professore" Remigio Leal. Ecco Mazzuca che si fa mettere strikeout in maniera indecente, strano che con corridore in prima e zero out non gli sia stato chiamato il bunt, comunque ci ha pensato l'aggressivo Infante a guadagnarsi per conto suo la seconda base con una rubata magistrale per tempismo. Il guaio è che, mentre Infante riusciva nella rubata, Angrisano si faceva mettere a sedere. E Reginato, senza un briciolo di convinzione, seguiva la stessa strada accusando il terzo strikeout della sua poco felice serata.

L'indisponibilità di Jairo Ramos non è un alibi. Il polso sofferente continua a tormentare il campione italo-venezuelano. Manager Marco Nanni, decidendo di tenerlo a riposo, confida in un miglioramento delle condizioni del giocatore in proiezione dell'importantissimo appuntamento con le Final Four di Coppa dei Campioni a Barcellona (25 e 26 settembre). La scelta dell'allenatore bolognese va capita e rispettata. A sollevare perplessità sono state, invece, altre scelte del tecnico bolognese. La formazione, ad esempio. Comprendo che Nanni abbia voluto coinvolgere, responsabilizzare Mattia Reginato. Ma questa era una partita troppo delicata. Occorreva trasmettere certezze ad un gruppo che veniva da una bruciante sconfitta di un punto nell'ultimissima partita della logorante serie-scudetto. E dunque era importante avere precisi punti di riferimento. La Coppa Italia ha in dote un pass per la Coppa dei Campioni del prossimo anno. Non si può azzardare in una partita di finale come questa. Non si può schierare catcher un ragazzo che da un mese non riceve. Inevitabilmente è fuori ritmo. E le incertezze commesse (l'errore di tiro, poi la palla mancata) sul settimo attacco del Nettuno si sono rivelate fatali alla Fortitudo. Nelle partite decisive debbono giocare i migliori, i titolari del ruolo. E dunque Angrisano catcher. E' stato ripetuto praticamente lo stesso errore della finalissima di European Cup 2009, quando venne schierato Matt Stocco a ricevere (e Angrisano come dh). Anche in quell'occasione vinse il Nettuno, sfruttando un errore di Stocco. Corsi e ricorsi storici…
Reginato, semmai, ieri sera lo si sarebbe potuto utilizzare all'esterno destro. Spostando Alaimo al centro. Al posto di Riccardo Fornasari, un altro ragazzo arrugginito che non vedeva il campo da un mese: e i 3 strikeout subìti ne sono la dimostrazione.

Nettuno più vicino all'Europa, dopo aver vinto la prima manche di questa finale. Ha vinto con un baseball lineare e logico. Ha vinto con lo spirito del suo bel gruppo italiano (molto bene Mazzanti, Sparagna, Caradonna, Retrosi, Imperiali). Ha vinto con un monte di lancio sicuro: un Joel Hernandez più che dignitoso come pitcher partente (autore di 8 k in 5 rl) e un rilievo di lusso come l'uomo di Pinar Del Rio, il vecchio drago Remigio Leal, grande maestro dello slider, il lancio con il quale ha mandato in confusione la Fortitudo.

La seconda sfida, ancora al Falchi, oggi alle ore 16. Se vince Bologna, si va a gara3 (lo spareggio) in notturna. Se invece rivince Nettuno, metterà in bacheca la quarta Coppa Italia nella storia del Club.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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