Obbiettivo World Series

La preparazione, le speranze e la storia del periodo più bello della stagione di baseball

Finalmente ci siamo! Dopo una lunga ed estenuante stagione durata per sei mesi e 162 partite, si comincia a fare tremendamente sul serio: le otto squadre che hanno avuto la bravura (e la fortuna) di accedere alla postseason cominciano, insieme ai loro tifosi, a guardare più da vicino a quello che è il sogno di ogni giocatore di baseball, giocare nelle World Series. Atlanta Braves, Chicago Cubs, San Francisco Giants e Florida Marlins per la National League; New York Yankees, Minnesota Twins, Oakland A’s e Boston Red Sox per l’American League: saranno loro a darsi battaglia in un mese di ottobre che si annuncia elettrizzante come non mai, ben sapendo che, come in un famoso film, ‘ne resterà soltanto uno!” Chi vincerà? Difficile dirlo, anzi difficilissimo: le otto squadre partono difatti tutte alla pari, le vittorie nella stagione regolare non contano più, a parte il leggero vantaggio che ha la squadra con il miglior record di poter disputare una gara in più in casa in ogni serie. Pensiamo un attimo alle scorse World Series, ricordate chi vi ha partecipato? Erano Giants ed Angels, le due Wild Card, cioè le uniche due squadre che non avevano vinto una Division e quindi, sulla carta, le squadre più deboli……Per dirla quindi all’americana: ‘all can happen!” Con l’inizio dei Playoffs inizia tra l’altro quello che amo definire il ‘vero baseball”: in queste partite i giocatori danno il meglio e ne possiamo apprezzare il loro reale valore, sia tecnico che mentale; i manager sono attentissimi ad ogni situazione di gioco, ad ogni ‘matchup”, e non si faranno scrupolo di togliere un pitcher dal monte di lancio al minimo segnale di difficoltà, senza aver paura di utilizzare anche tre o quattro rilievi per uscire indenni da un inning difficile. Gli stadi sono strapieni, la folla caldissima e di conseguenza l’atmosfera sul diamante di gioco è fantastica: pensate un attimo che cosa possa essere una finale di American League tra New York e Boston, con una decisiva gara 7 in cui si affrontano sul monte di lancio Pedro Martinez e Roger Clemens, oppure ad una emozionante sfida tra Atlanta e San Francisco nella finale della National League, con John Smoltz a sfidare Barry Bonds nel nono inning e le basi piene! Prima però di lasciarvi andare a seguire le prime sfide, facciamo un breve riepilogo sulla storia ed il meccanismo dei turni dei Playoffs cominciando dalla prima sfida, le Division Series: in questo turno si sfidano tra loro le quattro squadre che hanno raggiunto i Playoffs della stessa lega, National od American. La squadra con il record migliore in stagione regolare sfida quella con il record peggiore, con l’eccezione che le squadre della stessa Division non si possono affrontare tra loro, esempio: i New York Yankees non potrebbero mai giocare il primo turno di Playoffs contro i Boston Red Sox in quanto entrambe giocano nella stessa Division, l’American League East. Le Division Series sono nate nel 1995 grazie ad una brillante intuizione del Commissioner Bud Selig il quale, introducendo la Wild Card, ha reso più coinvolgente la corsa ai Playoffs e creato conseguentemente un turno in più essendo quattro le squadre per Lega ad approdare alla postseason, contro le due fino al 1994. Tra le tante emozionanti sfide che si sono susseguite ricorderò sempre quella tra i Seattle Mariners ed i New York Yankees del 1995, quando Ken Griffey Jr. all’undicesimo inning segnò partendo dalla prima base il punto della vittoria di Seattle nella decisiva gara 5. Le squadre che riescono ad emergere vittoriose dalle Division Series si affrontano poi nelle Championship Series: queste nacquero nel 1969 con la formula al meglio delle cinque partite, salvo poi avere il format attuale dal 1985 diventando al meglio delle sette partite. Essendo questa sfida quella che spalanca le porte di quel paradiso chiamato World Series, potete immaginare l’intensità e la drammaticità delle sfide, come quella del 1992 tra Atlanta e Pittsburgh, quando nella decisiva gara 7 il lentissimo Sid Bream dei Braves segnò partendo dalla seconda base raggiungendo salvo casa base con una corsa drammatica ed interminabile. Infine le World Series, il paradiso: la sfida soprannominata ‘Fall Classic” tra le vincenti delle rispettive leghe, nacque nel 1903, e la prima fu disputata tra i Boston Pilgrims ed i Pittsburgh Pirates, con i primi ad imporsi con il punteggio di 5 a 3 (si giocava al meglio delle nove partite). Nel 1904 i New York Giants, vincitori della N.L., rifiutarono di giocare contro i vincitori dell’A.L. Boston Pilgrims in quanto non riconoscevano la neo nata American League, così la serie fu annullata, salvo poi disputarsi l’anno successivo, nel 1905, quando i Giants accettarono di sfidare Philadelphia, vincitori quell’anno dell’American League, al meglio delle sette partite. Dal 1905 in poi la sfida è rimasta sempre al meglio delle sette gare ad esclusione del triennio 1919-21 in cui si ritornò al vecchio sistema delle nove gare. Momenti indimenticabili? Tanti, direi tutti, in quanto ogni serie ha un suo fascino particolare, una sua storia da raccontare ai nipoti. Pensando solo alle ultime due World Series, come dimenticare la memorabile sfida tra Arizona e New York del 2001, quando gli Yankees si sono fatti rimontare e battere al nono inning della decisiva gara 7 grazie ad una valida di Luis Gonzalez contro lo straordinario closer Mariano Rivera; oppure l’ultima World Series, quella tra le Wild Card Anaheim ed i “miei” San Francisco Giants, con il manager dei Giants Dusty Baker che in gara 6 con un vantaggio di 5-0 al settimo inning consegna al lanciatore partente Russ Ortiz la palla della vittoria (?!), scatenando l’inesorabile rimonta degli Angels.
Ora siete davvero pronti, mettetevi comodi e preparatevi a gustarvi questo favoloso mese del gioco più bello del mondo, e ricordatevi di inviarmi i vostri pronostici, li aspetto…..

Informazioni su Francesco Paolo Falanga 83 Articoli
Sposato dal 1999 con Ester, Paolo ha due maschietti, Federico di 2 anni (lanciatore destro!) e Carlo di un anno (battitore mancino!), che spera prendano la sua stessa passione per il baseball.Commercialista di professione, adora la sua famiglia e la casa con le quali passa tutto il tempo possibile.Come hobby ha la televisione (è un divoratore di eventi sportivi in TV), internet e viaggi, ha passato molto tempo negli Stati Uniti dove ha avuto la fortuna di visitare molti stadi di baseball e di vivere da vicino l'educazione sportiva degli americani.Ha collaborato saltuariamente con qualche rivista in America ed è un grande tifoso dei San Francisco Giants. (Spera di rendersi utile al sito cercando di trasmettere quelle stesse emozioni che prova ancora oggi nel vedere una partita del 'meraviglioso gioco del baseball'....

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.