L'Italia affronta il mistero Grecia

Primo scontro della storia tra le due nazionali. La nazionale ellenica è interamente composta da americani

Velenosissimo, un collega olandese mi ha sibilato: “La Grecia è come voi quando siete venuti nel 1977, parlano Inglese tra di loro”. Ho incassato e preso atto.
Altrettanto velenoso, il manager della Grecia Robert Derksen (americano con atteggiamento da sergente istruttore dei Marines) mi ha messo a tacere: “Abbiamo semplicemente scelto i migliori giocatori greci disponibili”.

In campo la Grecia l'ho vista perdere per 1-0 contro la Spagna in una giornata di assoluta abulia degli attacchi. Affossata da 2 errori del suo ricevitore Eric Pappas, prontamente spostato a designato nella seconda gara (dominio greco contro la Germania: 11-0), la Grecia mi è parsa una squadra discreta ma senza troppe individualità.
Il line up visto contro la Spagna non dovrebbe avere troppe possibilità contro Riccardo De Santis, il partente prescelto da Faraone.
I battitori più pericolosi sono il già citato Pappas, il prima base Chris Lemonis e soprattuto l'esterno destro Nicholas Markakis, che ha appena firmato un contratto pro con gli Orioles del 'patron' Peter Angelos.
La Grecia è abbastanza solida in difesa nell'atletico interbase Nicholas Theodorou e nell'esterno centro Anthony Harris.

Il manager Derksen (che ha parlato con noi dopo una relazione 'intercontinentale' sulla prima uscita ad Angelos) considera la sua “Una squadra solida. Non abbiamo star, dal primo al nono del line up sono tutti in grado di fare la differenza”.
Derksen punta ad entrare tra le prime quattro: “Nel 2005 voglio tornare qui per il Mondiale, magari con una squadra migliore” e non conosce l'Italia: “So che il baseball europeo è buono e tanto mi basta”.

Per chiudere, una curiosità: la Grecia si è presentata con 2 gaffe internazionali: prima è scesa in campo con la divisa bianca da squadra di casa, poi il suo fotografo ha varcato le linee di foul durante il gioco. Rischi del noviziato.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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