Bis del Giappone a segno su Cuba

Dominano i lanciatori nipponici. La rimonta degli Stati Uniti contro il Venezuela si ferma a un punto

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Il partente del Giappone Namatame
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Seconda vittoria per il Giappone e seconda sconfitta per Cuba, al Mondiale Under 12. Netto il 6 a 0 con cui si sono imposti gli asiatici, che hanno fermato a 3 sole valide l’attacco avversario con i lanciatori Namatame, Aoki, Takahashi (questi due senza valide concesse nei tre inning di loro competenza) e Hayashi autori complessivamente di 7 eliminazioni al piatto.
Il Giappone è andato subito a punto contro Acosta al 1° con un doppio di Takahashi a spingere a casa Akazawa in base su singolo. Dopo due riprese il raddoppio: con due out, tre basi e un lancio pazzo messi a disposizione da Danguillecourt creano i presupposti per il 2 a 0 su Rodriguez Cutino che appena entrato colpisce Imai.
Fra 4° e 5° la resa cubana. In particolare il 4 a 0 arriva partendo da un singolo di Kayashi, una rubata e poi un lancio pazzo, uno squeeze play di Sakamoto e una battuta in scelta difesa di Kuwamoto, a carico del terzo pitcher. Partita finita lì. Gli altri due punti allargano solo il divario su una Cuba ormai nel pallone (errori, lanci pazzi, balk) e solo un doppio da un punto di Hayashi da segnalare.
Per il Venezuela invece, dopo un inizio da dominatrice, il successo sugli Stati Uniti è stato all’ultimo soffio, con gli Yankees arrivati al 6° dal 2 a 7 al 6 a 7. Con le loro 10 valide (contro 4) con solo homer di Dominguez, i venezuelani, dopo un iniziale svantaggio hanno trovato immediatamente il 2 a 1 al 2° e al 4° hanno operato il break comunque decisivo andando sul 6 a 1, con 4 valide (triplo di Sarmiento) e l’aiuto di qualche lancio pazzo di troppo dei lanciatori Usa. Sul 7 a 2 a tre eliminati dalla possibile fine, due sole battute buone concesse da Salas hanno visto arrivare gli statunitensi ad una sola lunghezza. Colpito, errore, doppio di Lo Re (3-7); errore (4-7); battuta in scelta difesa (5-7); singolo Tinajero (5-7). Il tocco di Rukert sul seconda base ha fatto fermare la rincorsa di giocava “in casa”.

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