“Germania in crescita. Obiettivo: salire sul podio degli Europei”

Ruggero Bagialemani, coach e vice-manager della Nazionale tedesca, traccia un bilancio dopo la 29esima edizione dell’Haarlem Week. La storica vittoria su Cuba, la sconfitta di misura con gli azzurri e le prospettive future

Il Giappone trionfa per la quarta volta battendo la Cina Taipei (alla sua prima storica finale). Olanda terza, Italia quarta, poi Germania e Cuba clamorosamente ultima. Si è chiusa così l’Haarlem Week, la manifestazione internazionale giunta alla 29esima edizione che vede il “Pim Mulier Stadium” di Haarlem come teatro di gara principale. Ruggero Bagialemani si è soffermato con Baseball.it su questo tradizionale appuntamento d’Olanda, ma soprattutto sulla giovane nazionale tedesca (in grande crescita e di cui è coach e vice-allenatore) alla “prima” internazionale con una bella vittoria su Cuba. E ovviamente anche sugli azzurri.

Raccontaci questo debutto assoluto della “tua” Germania. La squadra, per la prima volta, si confrontava con le grandi potenze mondiali…
Effettivamente è stato il primo torneo internazionale per la nazionale tedesca e devo ammettere che è andato meglio di come pensavo. Abbiamo giocato alla pari con tutti. La squadra è in continua crescita tenendo conto che mancavano quattro lanciatori e 3 giocatori di posizione.

E che bilancio avete tratto con il manager Martin Helmig da questa esperienza?
Siamo molto contenti dello sviluppo del movimento, anche se siamo arrivati ultimi. Occore tenere presente che negli anni precedenti non c’era mai partita e che addirittura, ai miei tempi, vincevamo facile sulla Germania dandogli spesso la manifesta inferiorità. Adesso i tedeschi sono arrivati a un buon livello, devono imparare a giocare per vincere, sempre e contro tutti.

Ma quanto davvero stanno crescendo i tedeschi?
Atleticamente sono dotati, sono cresciuti tantissimo i lanciatori di scuola tedesca, tutti vicino o sopra le 90 miglia. Lo stesso vale per i giocatori di posizione, tutti nati e cresciuti in Germania. Ora hanno solo bisogno di confrontarsi con altre realtà, di perdere e imparare dalle sconfitte, per non commettere più gli stessi errori.

Quali sono i punti di forza, insomma dove riescono meglio?
Molto bravi in battuta e nella corsa sulle basi, un po’ meno in difesa. Anche sul monte di lancio, secondo me, sono efficaci ed hanno giocatori di qualità.

Qualche nome di cui sentiremo presto parlare?
Non ne faccio, ma l’80{7a9fdbcbf47cf45c723741d71673c26a565fea035ea7fbd75346e898870be7ad} può giocare e ben figurare tranquillamente nel campionato Italiano.

Sabato 14 luglio allo stadio Pim Milier avete sconfitto 5-4 Cuba con Marquez vincente…
Sì, abbiamo battuto Cuba ma c’è da fare una precisazione: questa squadra non è neanche lontana parente della Cuba che affrontavamo noi che aveva i migliori al mondo, come Linares, Kindelan, Pacheco, Mesa, Gurriel, Casanova, Valle, El Duke Hernandez, Ajete, Contreras ed altri. Il problema è che in questo torneo hanno portato una selezione di 3-4 squadre pensando magari di poter vincere lo stesso essendo sempre Cuba. Ma le loro sconfitte, più che le nostre vittorie hanno suscitato scalpore. Per la Germania si è trattato comunque della prima vittoria importante a livello internazionale, abbiamo ricevuto davvero molti complimenti.

Eppoi c’è stato il 3-1 con l’Italia…
E’ stata una grande partita dominata dai lanciatori. Per vincere contro la Germania, l’Italia ha avuto bisogno del miglior Lugo. Non lo avevo mai visto, mi ha fatto una buona impressione soprattutto con molto controllo. Logicamente gli azzurri sono più abituati a giocare questo tipo di partite ed hanno messo in mostra l’esperienza che ai ragazzi tedeschi manca. A fine partita ho detto ai nostri che è stata una sconfitta salutare per troppi errori, quindi proprio da quelli dovevamo imparare sottolineando quali fossero.

Come hai visto in generale gli azzurri?
Ottima squadra nei singoli, ma dobbiamo concretizzare di più quello che riusciamo a creare durante la partita. Manchiamo però rispetto a Olanda, Spagna ed anche Repubblica ceca in alcuni ruoli fondamentali in diamante, in particolare, per essere al loro livello.

E le altre squadre?
Giappone, Taiwan, stessa scuola di come li ricordav. Non ti regalano niente in difesa e giocano sempre per un punto. Olanda, grande potenza, cerca sempre di risolvere con il giocatore più tosto. Cuba indecifrabile e svogliata, poi Italia e Germania.

Hai partecipato a tante manifestazioni a livello mondiale, ma l’Haarlem Week ti mancava…
Vero, era la prima partecipazione a questo torneo. Da giocatore non c’ero mai stato pur essendo sempre stati invitati come Nazionale, ma all’epoca il nostro campionato non si fermava mai. Devo dire che sono rimasto sorpreso per organizzazione e livello del torneo. Una full-immersion di una settimana dove i tifosi hanno partecipato in modo intenso dalla mattina alla sera ogni giorno. Poi il villaggio allestito per l’intrattenimento nelle pause, con stand e ristorazione ed anche un karaoche. Stadio sempre pieno, veramente una sorpresa. Ben diversa dalla nostra cultura. Se lo organizzassimo in Italia faremo fatica a portare gente anche regalando l’abbonamento. Loro invece venivano allo stadio con il frigo portatile, le creme abbrozzanti etc. e aiutati dallo speaker partecipavano allo spettacolo in campo qualsiasi squadra giocasse. Sono rimasto veramente colpito da tutto ciò.

E con la Germania che obiettivi vi siete prefissati?
Ci stiamo preparando per l’Europeo che si disputerà il prossimo anno in Germania. Sarà importante perchè darà la possibilità di far parte di quel gruppo che si giocherà la qualificazione alle Olimpiadi di Tokio 2020. E l’ambizione è vedere la Germania salire sul podio.

 

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Nato nel 1964 ad Anzio (Roma) è giornalista pubblicista dal 1987. Grande appassionato di sport USA, e in particolare di baseball e basket, svolge a tempo pieno attività professionale a Milano come Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni con i Media italiani e internazionali presso importanti corporate. Nel corso degli anni, ha collaborato con diverse testate nazionali e locali tra cui Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Tuttosport, Guerin Sportivo, Il Tirreno, Corriere di Rimini, e con testate specializzate come Play-off, Newsport, Sport Usa, Baseball International e Tuttobaseball. In ambito radio-tv ha lavorato per molti anni come commentatore realizzando anche servizi giornalistici per diversi network ed emittenti quali Radio Italia Solo Musica Italiana, Dimensione Suono Network, RDS Roma, Italia Radio e Radio Luna. Ha inoltre condotto programmi e realizzato speciali legati ad importanti avvenimenti sul territorio per alcune televisioni locali. Nel 1998 ha ideato e realizzato il video "Fantastico Nettuno" dedicato alla conquista dello scudetto tricolore della squadra tirrenica di cui è stato per oltre un decennio anche capo ufficio stampa. Significative sono state anche le esperienze professionali negli USA, grazie agli ottimi rapporti instaurati con gli uffici di Media Relations di diversi club (in particolare dei Boston Red Sox) e con le redazioni dei quotidiani Boston Globe e Boston Herald che gli hanno permesso di approfondire i diversi aspetti legati alla comunicazione sui media del baseball professionistico americano. E' stato il primo Responsabile Editoriale di Baseball.it nel 1998, anno di nascita della testata giornalistica online, incarico che ha dovuto momentaneamente abbandonare per impegni professionali, tornando poi in seguito ad assumere il ruolo di Direttore Responsabile. Nell'ottobre del 1997, ha curato il primo “play-by-play” in diretta su Internet del baseball italiano durante le finali nazionali del massimo campionato. Nell'estate del 1998 ha fatto parte del team dell'Ufficio Stampa del Campionato del Mondo di baseball.

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