La regular season va in archivio senza scossoni

Il campionato più A1 più corto della storia recente ha promosso ai playoff le quattro favorite. Dopo la volata scudetto si dovrà lavorare per allargare la base e trovare il modo di giocare di più

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Osman Marval una delle star della regina Bologna
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Negli Stati Uniti le squadre di Major league disputano trenta partite per prepararsi alla stagione, in Italia ne sono state effettuate 23 (a causa di due confronti annullati per la pioggia) o 24 prima di giocarsi lo scudetto nelle semifinali e nelle finali. Onestamente un po’ pochine, se si vuole attirare l’attenzione non solo dei media ma anche di chi deve scegliere di giocare nell’Italian League. A dire la verità il presidente Fibs Andrea Marcon ha provato a portare a 12 squadre a trovare una formula per giocare di più, come vogliono i tecnici, come chiede la nazionale per essere competitiva. Non ha trovato purtroppo collaborazione e risorse da parte delle società di A2. Giustamente ci riproverà, perché l’allargamento della base, anche a costo di abbassare il livello è necessario per tornare a trovare spazi sui mezzi di comunicazione e nel cuore degli sportivi. Nella regular season 2019 solo due volte, stando ai dati Fibs, si è superato le mille presenze allo stadio, il 19 aprile (1.300) e il 3 maggio (1.050) a Nettuno. E sempre allo “Steno Borghese” si sono ritrovati 700 appassionati il 17 maggio, Solo in altre due occasioni si è superato quota 500, a Parma con 550 e 533 tifosi. In questa lista Bologna, campione d’Italia e d’Europa, si è fermata a 350, nei derby con Castenaso. Numeri impietosi, che devono far riflettere.

Il campionato più corto della storia recente, che verrà ricordato per la rinuncia di Rimini, la fuga di Pillisio e il pugno di Bassi, ha chiuso la prima parte della stagione con la qualificazione alle semifinali con le quattro formazioni annunciate, più attrezzate, che sono riuscite a spuntare dalle tre arrivate dalla serie A2.

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Renzo Martini, miglior battitore e miglior fuoricampista 2019

Il sogno di Redipuglia (che sorride per i due titoli di Martini, miglior battitore e miglior fuoricampista), che ha comunque ottenuto il miglior piazzamento della sua storia, di entrare nell’élite è svanito il 13 luglio nel doppio confronto con Godo. Il nove di Frank Pantoja ha divertito, si è divertito e può archiviare positivamente questo ritorno nella massima serie.

Godo e Castenaso hanno onorato il torneo togliendosi qualche bella soddisfazione e valorizzando anche alcuni giovani, ma non potevano sperare di tenere testa alle corazzate.

Da venerdì la corsa per il tricolore. Dal prossimo fine settimana si darà la caccia al titolo di Bologna, che trova subito quel Parma che lo scorso anno gli mise paura fino in fondo: stavolta chi va avanti dovrà disputare altre gare prima di brindare. L’UnipolSai è la squadra più attrezzata per arrivare fino in fondo, ma nella post season, si sa, può succcedere, di tutto.

Nell’altro duello Nettuno, che nel giro di pochi giorni è riuscito a passare al rischio di uscire di scena, per l’ammutinamento dei suoi campioni, al consolidamento del secondo posto, si confronterà con San Marino. Un duello tutto da gustare: i laziali vantano il miglior attacco (316), i Titani il miglior monte (3.14). Sarà un’appendice interessante, ma per il bene di questo sport occorrerà mettersi subito dopo le ferie intorno ad un tavolo per evitare di ritrovarsi ad aprile con un campionato che si esaurisce in appena quattro mesi.

Informazioni su Maurizio Caldarelli 460 Articoli
Giornalista del quotidiano "Il Tirreno" di Grosseto, collabora anche con la Gazzetta dello Sport.