"There's a new kid in town…"

Gary Carter è scomparso giovedì scorso, 16 febbraio, iniziando il suo viaggio eterno, nell'amore dei familiari e di tutti coloro che lo conoscevano. Lassù, "The Kid" ritroverà tanti indimenticati campioni del base

"There's a new kid in town", così cantavano gli Eagles nel 1976 in un famoso brano quando uscì quel meraviglioso album dal titolo "Hotel California". Dirà Don Henley, lead-singer della band: "È la fugace e volubile natura dell'amore e del romanticismo". Allo stesso modo Gary Carter ha intrapreso il suo viaggio d'eternità, rapidamente, nell'amore dei familiari e di tutti coloro che lo conoscevano.
Un "Hall of Famer", non solo come giocatore ma anche come uomo, come padre di famiglia e come esempio di impegno sociale. "The Kid", come veniva soprannominato, non ha risparmiato nemmeno una goccia della sua energia per diffondere la gioia, la devozione e la passione verso il gioco. Senza di lui i Mets non avrebbero vinto le drammatiche World Series del 1986 contro i Boston Red Sox. Non è stato Bill Buckner a perdere la partita col suo clamoroso errore, ma è stato Gary Carter a vincere, col suo entusiasmo e la sua presenza.
"Solo The Kid è riuscito a guidare un parco lanciatori così giovane come quello dell'86" ha detto Davey Johnson, al tempo manager dei Mets. "Lui era il vero allenatore, scriveva e prendeva appunti su tutti i battitori della National League. Il suo sorriso e la sua gioia verso la vita sono stati contagiosi per tutta la squadra e i tifosi".
2 febbraio 2012. Verso la recinzione che delimita il confine del campo arriva Gary Carter seduto in una "golf cart", 10 minuti prima dell'inizio della partita contro Lynn University al Roger Dean Stadium di Jupiter. Opening Day. Nonostante la sua malattia, il manager della Palm Beach Atlantic University ha voluto essere presente in questa serata speciale. "Tutto bene?" chiede ai ragazzi che nel frattempo avevano "sprintato" verso di lui circondandolo con entusiasmo. Era il loro manager, la loro ispirazione. "Let's get a win tonight!" dice Carter stringendo la mano ad ogni giocatore. "Voleva essere qui, con i suoi ragazzi" ha detto Kimberly "È stanco e affaticato, ma quando si tratta di baseball mio padre trova tutta l'energia che serve, come in questo momento."
Nel suo "Journal", la figlia di Carter ha tenuto un diario completo online dove è stata monitorata la vita del padre da quando gli è stato diagnosticato il tumore al cervello. Sabato 18 febbraio 2012, ore 23.56. Gary Edmund Carter, "The Kid", 57 anni, ha raggiunto il Signore il 16 Febbraio. Dopo 37 anni di matrimonio ha lasciato sua moglie Sandy, i suoi 3 figli e 3 nipoti. Gary è entrato nella Hall of Fame nel 2003, dopo 19 brillanti stagioni in Major League Baseball. È conosciuto come uno dei più forti ricevitori di tutta la storia del baseball. Fu proprio lui a portare i Mets a vincere le World Series nel 1986 grazie alla sua valida con due out alla nona ripresa. Gary lascia dietro di di sé un patrimonio incredibile in tanti ambienti sportivi per le sue capacità atletiche, per le opere di carità e per la sua fede incrollabile. È il fondatore della "Gary Carter Foundation", che è stata determinante nella raccolta di fondi e nel processo di sensibilizzazione verso malattie come la leucemia, diabete giovanile, il "Progetto Autismo", e fornendo risorse educative a beneficio delle scuole locali. La famiglia desidera porgere un particolare ringraziamento alle magnifiche persone dell'Ospedale di Palm Beach County, per aver dato comodità, conforto e sostegno a Gary nelle ultime settimane di vita.
Continua il brano degli Eagles, e la voce di Glenn Frey si aggiunge a quella di Henley: "…Quando lo guardi negli occhi, la musica comincia a danzare…". So long Kid.

Il Blog di Beppe Carelli

Informazioni su Beppe Carelli 25 Articoli
Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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