Nettuno, ecco il baseball del "mordi e fuggi"

L'analisi dopo le prime due sfide delle finali: San Marino sorpreso dall'intensità, dal ritmo, dall'entusiasmo, dalle gambe veloci d'una squadra che pressa e che fa tantissimo gioco sulle basi

I due magistrali "batti e corri" eseguiti con perfetto sincronismo dall'accoppiata Ambrosino-Caradonna, nel quarto e nel sesto attacco del Nettuno, sono le immagini che ho scelto per i "momenti-chiave" di gara2 delle Italian Series. Perché in questa strategia aggressiva, realizzata da due monelli della "cantera" nettunese, appare limpidamente la "filosofia" di manager Bagialemani. Ed il il tipo di baseball che il suo Nettuno vuole interpretare, riuscendovi in maniera efficacissima. Lo aveva dimostrato venerdì in gara1, lo ha confermato sabato sera in una partita che la battagliera e dinamica squadra laziale ha comandato e dominato.
Le gambe, la falcata, la progressione di Paolino Ambrosino, la sua capacità di prendere vantaggio sul lanciatore e di rubargli il tempo. L'istinto, l'occhio, la rapidità di mani, i riflessi nel box di battuta di Mirco Caradonna, la concentrazione più intensa e poi la capacità – lui battitore di contatto più che di potenza – di "vedere" i lanci, di selezionarli con l'occhio tipico del leadoff, di adattarsi al lanciatore che ha davanti.
E' una strategia ad alto rischio, il "batti e corri". Hit and run. Lo puoi fare con certi battitori (che hanno occhio, intelligenza, memoria fotografica, capacità di colpire, o di coprire il piatto su un lancio ball per impedire al catcher un eventuale "colto rubando") e con corridori veloci. Ma non basta la velocità di gambe: il corridore deve avere studiato le caratteristiche del pitcher, deve portargli via il tempo sul caricamento e partire con coraggio. Concentrato soltanto sulla corsa.
Chiaro, se il "batti e corri" non riesce… produce un doppio gioco difensivo: questo è il rischio al quale si va incontro. Se riesce parzialmente, il corridore sarà probabilmente riuscito a rubare una base. Se viene eseguito in maniera perfetta, ecco che su un singolo del battitore un "corridore" dalla prima arriva in terza. Oppure, com'è avvenuto nel quarto inning sabato sera, Paolino Ambrosino partendo forte dalla prima (e dunque avvantaggiandosi) ha messo le ali e il doppio di Mirco Caradonna lo ha fatto volare a casabase.
Stessa scena nel sesto attacco del Nettuno. Ancora strategia di "batti e corri". Ancora Ambrosino sul cuscino di prima base e Caradonna nel box di battuta. La differenza, qui, è che Caradonna ha battuto un triplo (perché il giovanissimo Mirco, a sua volta, è velocissimo, forse il giocatore più veloce della squadra nettunese, al punto di trasformare a volte un singolo in doppio o un doppio in un triplo).
In realtà, ci sarebbe stato anche un terzo "hit and run" del Nettuno in gara2. Al secondo inning, anche in questa occasione sull'asse Ambrosino-Caradonna. Stavolta Ambrosino era sul cuscino di seconda base, per aver fabbricato un doppio (in una serata in cui la sua mazza è stata molto "calda"). Singolo di Caradonna, punto di Ambrosino (il punto del 3-0, dopo le due segnature del primo inning). In questo caso si è trattato di un batti e corri "coperto" o "mascherato", una variazione sul tema, un adattamento di Bagialemani e della sua squadra.

Il Nettuno ci vive sull'effetto-sorpresa. Perché vuole essere imprevedibile. E sa esserlo. Negli ultimi tempi lo è stato spesso. Comunque vada a finire questa serie-finale, il Nettuno ha già vinto il suo scudetto: quello della fantasia, dell'immaginazione, dell'imprevedibilità, della capacità di stupìre.

Quello che pratica il Nettuno è il baseball del "mordi e fuggi". Battere, correre, rubare, osare, azzardare, non fermarsi mai. Ci sono soltanto tre battitori di potenza? Nessun problema per manager Bagialemani. Lui e il suo gruppo hanno lavorato – duramente, meticolosamente, fin dall'inizi della stagione – per tirar fuor e valorizzare altre risorse. L'intensità (sia nel box di battuta sia nel gioco sulle basi), la velocità, il dinamismo, il ritmo, le tattiche, il non abbassare mai la guardia. Fino ad arrivare a mettere sotto pressione i lanciatori e le difese avversarie. Ed è così che una squadra che viaggiava ad appena 5 punti realizzati di media-partita, è arrivata a segnarne 22 nelle prime due partite della serie per il titolo di campione d'Italia! Giocando in trasferta, sul campo d'uno squadrone, il San Marino, che per mesi ha dettato legge in questa IBL.

Corri, ragazzo, corri. Batti, corri, ruba. Non fermarti mai. Il baseball è andare avanti, ogni base è un territorio da conquistare. Mordi e fuggi. E vivi di aggressività. Il baseball è energia, è intraprendenza, è entusiasmo. Devi interpretarlo in modo vivo, dinamico, intenso. Non è staticità. Non è routine. Ecco il bellissimo messaggio che il Nettuno Baseball e il suo manager hanno lanciato in questa stagione.

Il San Marino resta una squadra di grandissima potenzialità. Che ritengo ancora in corsa per il titolo. Perché allora si trova clamorosamente in ritardo 0-2? Evidentemente abituata per mesi a vivere tranquillamente di fuoricampo, facendo leva sulla forza di un lineup che intimoriva gli avversari, la squadra del Titano s'è fatta trovare impreparata nell'impatto con il Nettuno attuale: così dinamico, così aggressivo, così esasperante nel metterti pressione addosso. Per la prima volta i "Titano Bombers" hanno affrontato avversari che erano senza paura. Anzi, sono stati loro – i bombardieri del San Marino – a venir messi in una situazione di forte disagio. Addirittura in difficoltà i lanciatori del team allenato da Doriano Bindi.

S'è fatto sorprendere, il San Marino. Indubbiamente ci sono anche state anche situazioni che non hanno girato per il verso giusto (vedi ad esempio l'indisponibilità, momentanea, di un campione come Anthony Granato), mentre magari al Nettuno è andato tutto bene. Però sicuramente la squadra dell'antica Repubblica non ha saputo tenere sotto controllo il ritmo, l'iniziativa, la dinamicità del Nettuno.

Non s'è visto un San Marino concreto nelle prime due gare dell'Italian Series. Lo indica inequivocabilmente il fatto che il "super attacco" del Titano ha lasciato sulle basi ben 28 corridori! Qualcosa va rivisto nel meccanismo offensivo della squadra di Bindi. Ma io credo che sia giusto, principalmente, attribuire i meriti alla difesa e ai lanciatori del Nettuno.
L'organizzazione difensiva è una dote che il Nettuno di Bagialemani ha aggiunto, mese dopo mese. Negli equilibri di squadra, nella solidità, nella precisione, nell'ordine, nelle coperture, nei tagli. Oltre alle prodezze individuali. Formidabile quella presa acrobatica, in corsa sulla sua sinistra, di Paolino Ambrosino all'ottavo inning di gara2, annullando una extrabase a Reginato. Lo stesso Ambrosino s'era già prodotto in un intervento da applausi su Albanese alla sesta ripresa. Come strepitosa era stata una giocata del seconda base Mirco Caradonna al nono inning di venerdì, quando aveva respinto una possibile vittoria del San Marino (prima di arrivare agli extrainning).
L'organizzazione difensiva del Nettuno ha confezionato anche quell'incredibile eliminazione di Francesco Imperiali a casabase, sabato, dopo il singolo di Avagnina a destra. Lì c'è stato uno straordinario lavoro collettivo, addirittura un doppio taglio: assistenza Sparagna-Renato Imperiali-Rosario-Kelli Ramos.

E che dire della prestazione enorme di Carlos Richetti? Una partita da dominatore, quella del pitcher italoveneuelano. Sereno, sicuro, controllato. Non ha forzato, non ha cercato necessariamente lo strikeout. Ha affrontato un lineup temibilissimo usando umiltà e cervello. Ha gestito con sapienza le energie e la carica nervosa. Alternando abilmente i lanci ad effetto, la dritta e lo slider.

Il San Marino si trova clamorosamente sullo 0-2. Ora tocca al Nettuno non farsi sorprendere. Se pensasse che ormai il più è fatto, commetterebbe un errore imperdonabile.
Se il Nettuno si concede un calo di tensione e abbassa il ritmo, rischia in un attimo di compromettere tutto quanto di buono ha costruito nelle prime due gare sul diamante di Serravalle. E' bene che se ne rendano conto tutti, nel mondo nettunese.
Al tempo stesso, la banda di Bagialemani deve continuare a proporsi con entusiasmo, con pensieri positivi. Evitando di farsi assalire dalla pressione, o di cadere nella trappola della frenesia di chiudere. La fretta è una cattiva consigliera: ti fa perdere lucidità.
Alla ripresa del cammino, da giovedì 1 settembre allo Steno Borghese, il Nettuno dovrà mantenere lo stesso atteggiamento mentale e tecnico delle prime due sfide. Aspettandosi presumibilmente un San Marino diverso, più reattivo. Un San Marino che ha imparato la lezione…

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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