Matos enorme, Bologna in finale

La Fortitudo supera 3-2 il San Marino con il pitcher dominicano (12K) e il giovane Malengo assoluti protagonisti. Oggi alle 17 finalissima contro i tedeschi di Heidenheim, vittoriosi contro Rimini 4-1

BARCELLONA – Una splendida giornata di sole sorride ad una Barcellona in festa per la Mercè. Sorride anche alla Fortitudo Baseball e al suo magico Jesus Matos, lassù sulla collina del Montjuic, allo stadio del baseball "Carlos Perez de Rosas" circondato dalle palme dov'è in scena la Final Four di European Cup (la Coppa dei Campioni del baseball). Bologna vince 3 a 2 in semifinale il braccio di ferro con San Marino. Supera l'ostacolo considerato – sulla carta – il più duro. E va a guadagnarsi la finalissima di domani, domenica.

Decisivo il quinto inning, con il singolo – a sorpresa – di Daniele Malengo che porta a casabase Alaimo e Fornasari. Per il 3 a 1. Proprio lui, Malengo, uno dei giovanissimi inseriti quest'anno in prima squadra, forse il più discusso fra i ragazzi nuovi, vive una giornata speciale. Si fa trovare pronto per la battuta nel momento giusto e al punto giusto: la pallina passa proprio nel "buco", abbastanza ampio, fra prima base e seconda base (la sensazione è che il posizionamento di Imperiali non fosse impeccabile). L'azione – in quel quinto assalto di Bologna – era cominciata con una base su ball concessa da Henry Bonilla a Francesco Alaimo. Poi, Riccardo Fornasari era bravissimo nell'eseguire un bunt magistrale, lungolinea, inafferrabile, al punto da trasformarsi in una valida interna. Il successivo bunt di sacrificio di Livi Santaniello spingeva Alaimo in terza e portava Fornasari in seconda. La strategia di manager Doriano Bindi, a quel punto, seguiva la linea più logica: base intenzionale a Carlos Infante. Per "giocarsi" Malengo, confidando in un doppio gioco difensivo. Ebbene, Malengo sorprendeva tutti piazzando un singolo a destra: la battuta più giusta. Bonilla, sul monte di lancio dei Titani, accusava il colpo. Sembrava disunirsi. La Fortitudo tuttavia non trovava la forza per concretizzare ulteriormente il momento favorevole, sciupava una ghiotta opportunità lasciando due "corridori" sulle basi (com'era accaduto anche nell'inning precedente) e più avanti… suderà freddo quando – sul punteggio di 3 a 2 – San Marino è andato in battuta con il turno forte (De Biase, Rovinelli, Jansen) per il suo ultimo attacco.

Gli uomini del Titano, trovatisi in ritardo di due lunghezze alla quinta ripresa, orgogliosamente hanno cercato di riaprire la partita. E hanno fatto tremare la Fortitudo all'ottavo inning sfruttando con una valida di Giovanni Pantaleoni un errore difensivo commmesso dall'esterno destro Alaimo su una battuta profonda di Anthony Granato. Non era semplice, acchiappare quella pallina che volava in mezzo agli esterni. Si incrociavano Fornasari e Alaimo. Sembrava essere sulla traiettoria Alaimo ma la presa non era altrettanto felice. Sull'errore, Granato arrivava in seconda base, successivamente rubava la terza ed era l'ex-fortitudino Pantaleoni a spingerlo a punto con la sua valida. Su quell'errore, Bologna ha rischiato di complicarsi la vita. Perché si sa che il lineup consistente di San Marino può – in qualunque momento – cambiare il destino d'una partita.

Ebbene, il grande merito del gruppo bolognese – solido, reattivo, più unito che mai – è stato di mantenere calma, pazienza, controllo dei nervi, lucidità. E così, ha saputo resistere. Respingendo gli ultimi energici assalti sammarinesi e difendendo con estrema attenzione il prezioso punticino di vantaggio rimasto. Già poco prima di subìre la seconda segnatura sammarinese, Juan Carlos Infante aveva strappato applausi con un "numero" difensivo da Major League: in tuffo, sulla sua destra, aveva raccolto al volo la pallina su una secca legnata di Albanese togliendo letteralmente alla T&A una battuta valida. Riflessi, tempismo, fisicità, tecnica in questa prodezza dell'interbase italovenezuelano della Fortitudo.

E nel suo ultimo assalto San Marino presentava i "pezzi grossi" del suo lineup: De Biase, Rovinelli, Jansen. C'era da soffrire, con il fiato sospeso in gola, per i 150 fans sulle gradinate arrivati da Bologna. L'italoargentino Max De Biase colpiva duro, ne usciva una battuta velenosissima: una volata "corta" con la pallina che sembrava destinata a cadere nella "terra di nessuno", davanti alla linea degli esterni. Correva benissimo, Riccardo Fornasari, attento e tempista, si assumeva lui – diciannovenne – la responsabilità di una presa difficile nel momento più delicato dell'incontro. Ancora Fornasari "leggeva" bene la profonda volata di Dino Rovinelli facendo diventare tranquillo il secondo out. Poi, era Victor Moreno -il rilievo – a chiudere la sfida con uno strikeout su Jansen. Salvando la vittoria di un gigantesco Jesus Matos (12 K per Jesus in 7.2 riprese lanciate).

Grande interprete di questa sfida, il lanciatore dominicano della Ugf Fortitudo. Alla sua settima stagione in casacca biancoblù, Jesus ha messo la firma su un successo importantissimo che permetterà domani pomeriggio (ore 17) alla squadra guidata da Nanni di battersi per diventare la "regina d'Europa". E sarà la terza finale della stagione 2010, dopo l'emozionantissima e dispendiosa serie-scudetto (perduta di un punto nello spareggio a Parma) e la Coppa Italia, vinta di stretta misura nella "bella" contro il Nettuno.

Questa è la Fortitudo 2010: una squadra che non ha la forza offensiva per "uccidere" le partite (non disponendo di un lineup consistente, fra l'altro orfano di Joe Mazzuca in questa Final Four, com'è stato orfano di Jairo Ramos in Coppa Italia), però capace di tenere il campo e di gettare spesso il cuore oltre l'ostacolo. Ha orgoglio, carattere, saldezza di nervi, questo gruppo di Marco Nanni, e dunque la capacità di rimanere sempre in partita. E' squadra che produce poche battute valide, ma quando piazza uomini in base produce un baseball intenso, aggressivo che nette pressione sulle difese avversarie (anche oggi quattro basi rubate).

Rientrava – dopo aver saltato la Coppa Italia – Jairo Ramos. Ed è stato provvidenziale la sua battuta valida al quarto inning per il punto del pareggio firmato da Infante. San Marino s'era portato per primo al comando: singolo di Rovinelli, doppio di Jansen a sinistra, Rovinelli – sul rilancio di Landuzzi – veniva mandato a casabase, sembrava quasi un azzardo, ma catcher Angrisano o cercando di anticipare la traiettoria perdeva il controllo della pallina.

Uno spettacolo nello spettacolo il duello fra Matos e Bonilla. I due più forti lanciatori dll'Italian Baseball League. Due grandi. E lo hanno confermato anche in questa situazione. Bravo Bonilla (soprattutto in avvio, quando per tre riprese non ha fatto arrivare un battitore avversario in base), ma strepitoso Matos: 12 strikeout, nessuna base su ball, 4 valide concesse. E soprattutto, padrone dei nervi e delle emozioni. Ha trasmesso sicurezza e tranquillità ai compagi di squadra. Decisamente più calmo, anche sullo 0-1, di un Bonilla che si è un poco innervosito e scomposto al quinto inning dopo la base su ball concessa ad Alaimo e il perfetto bunt "valido" di Fornasari. Era l'ultima partita della stagione per Jesus "paco" Matos. Ed è stata la migliore. Una chiusura degna della sua classe.

RIMINI CEDE AI TEDESCHI – Nell'altra semifinale la Telemarket Rimini non ce l'ha fatta. I Pirati sono stati sconfitti per 4 a 1 dai tedeschi dell'Heidenheim Heidekopf. Quattro valide e due errori difensivi per la rimaneggiata formazione affidata a Mike Romano, priva di uomini del calibro di Rrower e Carvajal. In realtà, i Pirati erano partiti bene passando in vantaggio al 2° inning: base a Chiarini, singolo di Chapelli, singolo di Signorini per il punto di Chiarini. Capovolgimento nel quarto attacco dei tedeschi: doppio di Gehring, singolo del pericolosissimo Pali, singolo di Gruber. Tre valide consecutive a sorprendere Enorbel Marquez, il lanciatore partente della squadra romagnola. Poi, dopo avere messo strikeout Weige, un bunt di Janzen era difeso male da Marquez la cui assistenza in seconda base si trasformava in un errore. Un inning da 2 punti per la squadra di Heidenheim. Il pitcher della Telemarket si riprendeva recuperando controllo e una certa sicurezza, lasciava a zero per tre inning l'attacco tedesco, ma subiva altri 2 punti all'ottavo inning. Su una prodezza di Matthew Pali: il "numero quattro" dell'ordine di battuta la bittava fuori, con un compagno in base. La partita di Enorbel Marquez finiva dopo otto riprese, con 11 strikeout, 8 valide concesse, nessuna base, 3 punti guadagnati. Lanciatore vincente Martin Dewald, che ha fatto la "completa" lanciando tutti i 9 inning. Permettendo così al manager dei tedeschi di non usare il forte ed esperto Bergman (ex-majorleaguer) che sarà il "grande nemico" domani della Fortitudo nella finalissima.

Marco Nanni metterà la pallina nelle mani di Cody Cillo. Ma a disposizione del tecnico bolognese ci saranno anche Victor Moreno (che oggi ha effettuato appena 20 lanci), Milano, Betto, anche Ularetti e Balbuena.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.