Alla fine l'Italeri Bologna ce l'ha fatta e con le due vittorie di ieri è riuscita ad aggiudicarsi le Italian Baseball Series 2005.
Ci sono voluti ben 7 incontri per avere la meglio su un ostica T&A San Marino che ha lottato fino alla fine ma che ha mancato il guizzo finale che gli aveva consentito di arrivare alla storica impresa di poter seriamente conquistare il primo tricolore.
Costretti a vincere per forza la gara pomeridiana, i bolognesi hanno prima dovuto sconfiggere la paura che aleggiava, per la verità più sugli spalti che sul campo, sul Gianni Falchi.
I primi 4 punti del primo inning non servono ad assicurare i bolognesi che al terzo e al quarto allungano per poi “soffrire” la parziale rimonta della T&A al 5° sul calo di Todd Incantalupo.
Martignoni prima, Casseri dopo e Bianchi nel finale non riescono pero' a fermare la banda Mazzotti che al 7° inning infierisce con i 3 punti del 9 a 2 ,7 punti di distacco, e si va alla bella.
Gara 7 però è completamente diversa.
La paura del pomeriggio sembra svanire ai primi lanci di Jesus Matos che al termine lancerà una partita storica con la bellezza di 15 strike out, terza prestazione individuale di sempre in una finale scudetto playoff in compagnia dei parmensi Corrales (1995) e Lazorko (1991).
La T&A, forse paga di aver costretto i favoritissimi biancoblu' alla bella, non puo' nulla contro il lanciatore domenicano e all'attacco bolognese sono sufficienti pochi spunti su un affaticato ma mai domo Ivan Montanè.
Ma è il cosidetto “turno basso” a fare male e a smuovere il punteggio al 4° con Almonte che si porta in prima grazie ad uno dei rarissimi errori, in questa entusiasmante serie, della difesa sanmarinese.
Un caldissimo “Pipe” Urueta -304 di media battuta con 7 su 23 nelle finali- batte a sinistra il singolo dell'1 a 0 per poi portarsi in terza sull'ennesimo singolo di Ramos e farsi eliminare a casa base dall'assistenza Molinini-Parisi conseguente al singolo di Giovanni Pantaleoni.
Come gia' detto gara 7 è diversa da quelle precedenti e il punticino viene difeso senza problemi da super Matos mentre il manager sanamarinese deve fare i conti con un monte decisamente più corto e stanco.
Al quinto il cambio per l'applaudito Montanè che lascia il posto ad Enriquez dopo la base a Rigoli e il sacrificio di Dallospedale.
L'enorme rilievo sudamericano ha pero' problemi fisici e dopo una ulteriore base a Nunez e lo strikeout su Liverziani è costretto a lasciare il monte per il fischiatissimo Newman che deve affrontare Wady Almonte dopo i “problemini” di gara3.
La base intenzionale getta acqua sul fuoco e consente al rilievo mancino, ex-fortitudo, di chiudere la ripresa con uno strikeout su Frignani.
All'inning numero 7 l'ultimo tentativo della T&A di agganciare i padroni di casa.
Con due eliminati Jesus Matos colpisce Molinini che si porta in terza sul singolo al centro di Bissa, fino ad allora con un non entusiasmante 2 su 18 nelle finali.
Il 13° K di Matos su Lonfernini chiude le velleita' dei “Titani” che al cambio campo subiscono il secondo punto che fisserà il punteggio.
Doppio di Rigoli a sinistra, sacrificio sulla via 5-3 di Dallospedale e singolo a sinistra di Nunez, 2 a 0.
Gli ultimi 2 inning raccontano di due valide di Ramos e Pantaleoni all'8° sul giovane Maestri e di un doppio di Rovineli al nono.
Ma sono poca cosa rispetto allo show di Jesus Matos che ha ancora la forza per il 14° e 15° strikeout della serata che consegna al Presidente Alfredo Pacini e ai tifosi accorsi numerosi al Gianni Falchi lo scudetto numero 7 -guarda caso sul 7° battitore avversario con la divisa numero 7– che consente alla Fortitudo di fregiarsi in città dello stesso numero di tricolori del Bologna Calcio.
E' festa per tutti, dirigenti, giocatori, tifosi e allenatori con particolare enfasi per quel amato/odiato Mauro Mazzotti che saluta con il tricolore il pubblico bolognese.
Grosseto pare che lo attenda ma … questa è un'altra storia.
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