Sarà il Mondiale degli outsider?

Inizia domenica una manifestazione difficile da inquadrare. Cuba, falcidiata dalle assenze, non parte favorita. L'Italia può arrivare tra le prime otto, ma dovrà giocare al massimo

E' bene dirlo subito: questo Mondiale rappresenta un passo indietro rispetto all'edizione 2001 che si è disputata a Taiwan. Due anni fa i padroni di casa, il Giappone e la Corea si presentarono con vere e proprie selezioni “All Star”. Stati Uniti, Repubblica Dominicana, Panama e Australia giocarono infarcite di atleti di Doppio e Triplo A.
Questa edizione invece viene decisamente sminuita nell'interesse dalla contemporaneità con i 'play off' di tutti i paesi guida di questo sport (a cominciare ovviamente dagli Stati Uniti, con tanto di partite in diretta in tutti gli alberghi de L'Avana in contemporanea con le gare del Mondiale) e dal fatto che da inizio novembre si giocheranno le Qualificazioni Olimpiche di America (a Panama) e Asia (a Sapporo, in Giappone). Succede così che un po' per necessità un po' per scelta al Mondiale numero 35 non partecipano le migliori formazioni.
Se a questo si aggiunge il fatto che l'Oceania non partecipa (prima ha rinunciato l'Australia e poi lo stesso ha fatto Guam) è inevitabile concludere che la Federazione Mondiale incassa un colpo durissimo per la sua credibilità.
Dispiace formulare il più classico degli “io l'avevo detto”, ma già due anni fa dopo il Mondiale di Taiwan appariva evidente come la cadenza biennale di questo torneo non sia adeguata ai tempi. Così come non ha nessun senso un torneo Olimpico come quello di Atene, che vedrà partecipare 3 nazioni europee e solo 2 di Asia e America. Chiudiamo il discorso, perchè ci porterebbe lontano.

E' comunque bene sgombrare il campo da equivoci. Se Taiwan 2001 era stato il torneo di più alto livello mai giocato tra nazionali, questo di Cuba si colloca ad un livello intermedio tra quello spettacolo e i Mondiali precedenti, compresi quelli giocati in Italia nel 1978, 1988 e 1998. Quei tornei erano più simili all'attuale Mondiale Universitario, mentre oggi in campo vanno veterani che hanno anche esperienza nel baseball pro di alto livello. Basta fare 2 nomi: Olmedo Saenz, che giocherà per Panama e l'esterno giapponese Yoshida.

Il Giappone, per quel che si è visto nelle amichevoli, sembra la squadra da battere. Non ha stelle di Grande Lega, ma di certo ha giovani in cerca di affermazione e veterani che in campo sanno quel che fanno. Su attacco e difesa si può puntare ad occhi chiusi; cosa potranno dare i lanciatori negli scontri diretti, si vedrà.
I Campioni in carica di Cuba non partono questa volta in prima fila; si presentano in effetti al torneo letteralmente falcidiati dalle assenze. Della bellissima squadra che ha vinto la “Coppa Intercontinentale” nel 2002 mancano il seconda base Duenas, l'esterno centro Yasser Gomez e il designato Canizares (MVP della Coppa). Si tratta di assenze pesantissime quanto misteriose, visto che alla motivazione ufficiale (“mala temporada”, una stagione sbagliata) non crede ovviamente nessuno. Così come nessuno si spiega come possa non essere stato convocato Maels Rodriguez, l'uomo dalla palla che tocca le 100 miglia all'ora.
Gli Stati Uniti sono una buona compagine di professionisti di “Independent League”, con una difesa ferrea e uno staff di lanciatori di tutto rispetto. Il loro attacco però è meno continuo di quello giapponese.
Corea, Taiwan e Panama (pur con formazioni sperimentali) sono le altre squadre che possono puntare ad una medaglia.

L'Italia di Faraone non ha ovviamente la pretesa di salire sul podio, ma quella di giocare per le prime 8 posizioni certamente sì.
Nelle 4 gare amichevoli disputate gli azzurri hanno mostrato una difesa registrata e uno staff di lanciatori soddisfacente. A proposito dei lanciatori, gli unici dubbi riguardano chi lavorerà nel bull pen assieme a Colaceci e Bartolucci, visto che tutti gli altri lanciatori in rosa hanno più caratteristiche da partente.
L'attacco (se si eccettuano gli scatenati Rosado e Di Pace) invece non ha brillato, ma è anche il settore che ha più giustificazioni. Lanciatori come il cubano Vera e il giapponese Sato non sono esattamente la quotidianità da noi.
Dando obbligatoriamente per scontata la vittoria contro la Russia nella gara di esordio lunedì, l'Italia si gioca contro Nicaragua (mercoledì) e il Canada (venerdì) l'accesso alla seconda fase. Si tratta di due avversarie alla portata degli azzurri; forse è meno temibile il Canada (segnalato con una formazione di secondo piano, con le star ad allenarsi per la Qualificazione Olimpica) che il Nicaragua, che presenta quasi interamente il meglio del paese. Entrambe sono comunque formazioni contro le quali una buona Italia può vincere, ma che diventano ossi durissimi se gli azzurri giocano appena al di sotto del massimo.
Il vero obbiettivo degli azzurri non può essere ottenere 3 o più vittorie, ma dimostrare di appartenere a questo livello del baseball, giocando bene in difesa e aiutando i lanciatori a rimanere in partita. Giocando da pari a pari, tutto può succedere. E' poi possibile che Cuba, Corea e Taiwan siano in grado di affrontare l'Italia con lanciatori troppo forti per il nostro standard, ma di questa eventuale differenza di livello potremmo solo prendere atto.
Di certo, non era mai successo che ad una manifestazione internazionale arrivasse una squadra così ben preparata. Chi non ha giocato le finali ha svolto almeno 2 settimane di collegiale a Tirrenia. Il consueto pianto “noi non stiamo assieme quanto le altre nazionali” suonerebbe a fine torneo particolarmente stonato.

Infine, meglio dell'Italia sta l'Olanda. Inserita in un girone morbido (oltre a USA, Giappone e Panama Eenhoorn e i suoi affrontano Brasile, Cina, Francia e Messico), la squadra arancione ha la strada spianata verso la seconda fase.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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