La maledizione del bambino

Boston-New York, tra storia e leggenda

Alla fine quello che tutti i tifosi ed appassionati di baseball si auguravano si è verificato: ogni anno la gente fantastica su una eventuale finale di American League tra i New York Yankees ed i Boston Red Sox, sull’atmosfera che avrebbe una sfida del genere; ed esattamente un attimo dopo il lancio di Derek Lowe che ha messo “strike out” l’esterno degli Oakland A’s Terrence Long nella decisiva gara 5 delle ALDS, il sogno si è tramutato in realtà. I Boston Red Sox sono quindi approdati alla finale dell’American League rimontando uno svantaggio di 0-2 nella serie contro Oakland; ad aspettarli ci sono quindi proprio gli odiati Yankees, ed all’eterna rivalità tra le due squadre sta per aggiungersi un nuovo capitolo. Per farvi un esempio dell’odio che separa le due tifoserie vi racconto un episodio che mi è capitato alcuni anni fa: un giorno mi trovavo a Boston in vacanza e fui colpito da una scritta che capeggiava sulla vetrina di un negozio di articoli sportivi: ‘Vietato l’ingresso ai barboni ed ai tifosi degli Yankees”; sicuramente di pessimo gusto questo è certo, ma la mia curiosità mi spinse ad entrare nel negozio a chiedere il motivo di quel cartello: la risposta fu che i tifosi dei Red Sox odiano gli Yankees più del loro peggior nemico! Ma perché? Perché in un paese dove la cultura sportiva è così radicata, esiste un odio così profondo tra due tifoserie? Come sempre, per capire il presente bisogna conoscerne la storia, una storia che inizia agli albori del baseball, nel lontanissimo 1901…..
La prima stagione ufficiale dell’American League si disputò appunto nel 1901: la squadra di Boston (fino al 1908 soprannominata Pilgrims, in seguito Red Sox) era una squadra formidabile, la più forte della nuova lega, e vinse la bellezza di cinque World Series tra il 1901 ed il 1918. Nel 1914 i Red Sox acquistarono dalle giovanili di Baltimore un lanciatore mancino, George Herman Ruth, un ragazzone dal fisico possente ma con la faccia da bambino, tanto che gli fu attribuito il soprannome “The Babe” (il bambino). Iniziò la sua carriera nella MLB l’11 luglio del 1914, ed in quella stagione d’esordio apparve in 4 gare chiudendo con un record di 2-1. In seguito Ruth vinse 18 partite nel 1915 e 23 nel 1916, anni in cui Boston vinse entrambe le World Series. La stampa cominciò così ad esaltare le gesta di quello che era diventato il più forte lanciatore mancino di tutti i tempi, capace il 9 ottobre del 1916 di lanciare per 14 inning in un ‘complete game” contro i Brooklin Dodgers in gara 2 delle World Series. Nel 1917 il ‘bambino” guidò l’American League con una media ERA di 1,75 ed un record di 24-13, ma la 1^ Guerra Mondiale era ormai alle porte e la squadra, decimata dalle partenze verso il fronte, fu venduta ad Harry Frazee. Ruth aiutò la squadra anche in battuta, ottenendo un’ottima media battuta (.300) e battendo 11 fuori campo in sole 95 partite. Boston vinse tre World Series nelle prime quattro stagioni complete di Babe Ruth, ma il destino stava preparando un brutto scherzo ai tifosi dei Red Sox: in un freddo pomeriggio di dicembre del 1919 il presidente Frazee acconsentì, per problemi economici, alla cessione del suo gioiello agli Yankees, scatenando l’ira dei tifosi e dello stesso Ruth il quale, secondo la leggenda, lasciando furioso l’ufficio del presidente lanciò una terribile maledizione contro la sua ex squadra, urlando che senza di lui non avrebbero mai più vinto una World Series. Ruth passò quindi a giocare per gli Yankees, offrendo prestazioni in battuta entusiasmanti (54 HR nel 1920, 59 HR nel 1921 con 171 RBI!!), tanto che per soddisfare la grande frenesia dei tifosi di vederlo giocare, la dirigenza si trovò costretta a costruire un nuovo stadio, uno stadio che segnerà per sempre la storia del nostro gioco, lo “Yankee Stadium”, ubicato nel malfamato quartiere del Bronx. Da quel maledetto pomeriggio del 1919 ad oggi i tifosi dei Red Sox hanno visto la loro rivale di Division, fino all’ora facilmente sottomessa, vincere 26 World Series, mentre Boston ha perso quattro finali, nel 1946, 1948, 1967 e 1975, tutte alla settima e decisiva partita, confermando tra i tifosi la paura che sulla squadra aleggiasse la ‘maledizione del bambino”. Capirete allora quanto è importante questa sfida contro New York per tutti i tifosi dei Red Sox: è molto più di una semplice finale di American League, è la possibilità di vendicare 84 anni di sfottò ed umiliazioni, è la possibilità di accedere alle World Series del 2003, è la possibilità di sconfiggere finalmente il destino.



Informazioni su Francesco Paolo Falanga 83 Articoli
Sposato dal 1999 con Ester, Paolo ha due maschietti, Federico di 2 anni (lanciatore destro!) e Carlo di un anno (battitore mancino!), che spera prendano la sua stessa passione per il baseball.Commercialista di professione, adora la sua famiglia e la casa con le quali passa tutto il tempo possibile.Come hobby ha la televisione (è un divoratore di eventi sportivi in TV), internet e viaggi, ha passato molto tempo negli Stati Uniti dove ha avuto la fortuna di visitare molti stadi di baseball e di vivere da vicino l'educazione sportiva degli americani.Ha collaborato saltuariamente con qualche rivista in America ed è un grande tifoso dei San Francisco Giants. (Spera di rendersi utile al sito cercando di trasmettere quelle stesse emozioni che prova ancora oggi nel vedere una partita del 'meraviglioso gioco del baseball'....

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