Sempre meglio di un frikandel…

Vien la tristezza a pensare a tutte le leccornie che non mangeremo mai negli stadi da baseball italiani

Ero alla stazione di Bologna il 2 agosto 2003.
C'era meno gente di quel che mi aspettavo e sono salito sul treno per Parma assieme ad un gruppo di ragazzi vacanzieri che probabilmente non erano ancora nati il 2 agosto del 1980.
Devo ringraziare la mia proverbiale pigrizia, quel giorno. Dovevo viaggiare da Pesaro a Parma e cambiare treno a Bologna. Convinsi la mia famiglia a dormire un po' di più e prendere il treno successivo. Tanto non avevamo nulla da fare quel pomeriggio. Credo che la decisione ci abbia salvato la vita.
Ricordo il treno delle vacanze che si fermò ad Imola e non si decideva a ripartire. L'unico rumore era quello delle cicale. I controllori mi sembravano sempre più sudati e sempre più preoccupati.
“Scendiamo tutti” ordinò un poliziotto. Fuori dalla stazione di Imola ci aspettavano alcune corriere. Una donna si lamentava: “Come faccio, adesso, con tutti questi bagagli”. Con l'impertinenza dei miei 17 anni scarsi risposi: “Come me: li solleva e li porta”.
Passammo da Bologna, incrociando un numero esagerato di ambulanze, mezzi dei pompieri, auto della polizia e dei carabinieri e arrivammo a Modena, dove un altro treno ci portò a Parma.
Fu solo a sera che seppi che un attentato aveva causato una tragica esplosione alla stazione centrale di Bologna.
Ricordi di cronista itinerante di ritorno da Nettuno.

Devo ammettere che ho provato 2 sentimenti negativi al mio ritorno al ruolo di cronista da campionato dopo un mese di privilegiata scena internazionale. Intanto, qui da noi fa un caldo becero. Non so con che coraggio io abbia osato lamentarmi delle temperature olandesi. E poi le partite italiane sono lunghe, lunghissime, praticamente interminabili. Ma perchè non riusciamo a fare nulla? Io propongo l'importazione dall'Olanda del catcher Sidney De Jong, che quando resta in base in attacco e quindi deve rimettersi tutta la protezione necessaria per il suo ruolo, presentandosi in ritardo, sprinta dal dug out a casa base. Lo potremmo inserire una settimana qui e una là e vedere se questo suo atteggiamento (invero, simpaticamente folle) attecchisce. Sarebbe già qualcosa.
Altre proposte?

Sentendomi evidentemente giovane, dal mio albergo di Nettuno ho deciso di andare allo stadio a piedi. Beh, quando da ragazzino coprivo la distanza da Cretarossa (dove si trova l'Hotel Marocca) allo stadio, evidentemente avevo un certo fisico. Lo stadio, da parte sua, è sempre stato lì, luogo che venerdì scorso ad un certo punto mi è sembrato lontanissimo.
Sarà anche stato a causa dei peperoni e delle cipolle che l'oste di una paninoteca, che non a caso si chiama “Panini forti” (2 passi da Scacciapensieri), mi aveva generosamente elargito, ma sono arrivato tutto sudato, ho elargito 10 euro ad una qualche associazione benefica che, come ringraziamento, mi ha detto “se potessi darmene 20…”, ho incassato un “Parma è dalle parti di Carpi” e sono salito in tribuna.
Parma è dalle parti di Carpi, adesso. Come dire, Milano è vicina a Casalpusterlengo. Oltretutto, io a Carpi credo di non essere mai andato. So che ci si passa percorrendo la “Modena-Brennero”, ma poco di più.

Allo stadio venerdì sera mi sono onestamente divertito poco. Passeggiando per il centro di Nettuno già di più. E se lo 'struscio' è concorrenziale con lo spettacolo che si vede negli stadi per me, che notoriamente sono malato per questo sport, figuriamoci per il resto della popolazione.
Mi chiedevo, ma se vaneggio fatemelo notare, se a Parma o Nettuno (e non solo…) non sarebbe più funzionale alle esigenze della città un impianto con tribune meno “invasive” e uno spazio nel quale replicare quello stesso ambiente (serve mica tanto: gelati, pizze, birre…belle ragazze soprattutto, ma quelle non mancano davvero) che la gente d'estate frequenta tanto volentieri. Biglietto d'ingresso simbolico (2 euro) e prezzi umani ai punti di ristoro.
Funziona con gli olandesi, che tutto quel che hanno da offrire sono aringhe e frikandel, perchè non ci proviamo anche noi?

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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