L'Italia prima spreca, poi esplode. Liquidata la Germania 

Quattro fuoricampo al sesto attacco permettono agli azzurri di vincere per manifesta inferiorità (11-1 al 7°) il match inaugurale del Super 6

Cinque inning parzialmente sulle spine, poi al sesto l'Italia finalmente dà fuoco alle polveri e supera la Germania per 11 a 1 (manifesta inferiorità) nella partita inaugurale del Super 6 sul diamante di Hoofddorp. I frequentissimi cambi di lanciatori degli avversari alla fine non sono bastati da soli ad arginare l'attacco azzurro, 15 valide all'attivo tra cui cinque fuoricampo.

Con una formula che porta in finale le prime due del girone unico, la sfida contro i tedeschi era già una sorta di “dentro o fuori”. Così Gerali affidava la palla all'italovenezuelano Luis Lugo, che alla prima ripresa con un out sul tabellone mandava in base due corridori prima di chiudere con un doppio gioco perlomeno inusuale, generato da uno strike out e successivo colto rubando in terza.
Lugo ne usciva indenne anche al secondo, quando con Ahrens in terza (texas dietro la seconda, sacrificio e palla mancata) e due fuori costringeva Ehmcke ad un'innocua volata a sinistra. Cambio campo e l'Italia passava: singolo di Colabello, base ball a Mazzanti, entrambi avanzati in posizione punto per lancio pazzo. Poi arrivava la valida a sinistra di Vaglio che spingeva a casa l'1 a 0 con Mazzanti fermato in terza. In situazione di corridore agli angoli e zero fuori, Vaglio si faceva eliminare in seconda su tentativo di rubata, Mineo rimaneva al piatto e, dopo soli 28 lanci, Thieben veniva sostituito da Steinlein in pedana. Il nuovo entrato costringeva Zileri ad un fly out e l'Italia finiva così per raccogliere un solo punto.

Al terzo ne arrivavano altri due. Con due fuori singolo di Garbella, base a Liddi e poi un'insidiosa volata di Colabello, a causa anche del fortissimo vento che ha accompagnato il match e che spirava verso il campo esterno, si trasformava in una valida per il 3 a 0. L'inning non finiva qui, l'Italia arrivava sino ad avere basi cariche e un conto di 3 ball e 0 strike su Mineo: poi Marquez (terzo lanciatore impiegato in tre inning dai tedeschi) limitava i danni prima risalendo a conto pieno e poi relegando il catcher azzurro ad una volata a sinistra.
L'Italia sprecava, la Germania a sorpresa raccoglieva. Alla parte alta del quinto doppio in apertura ancora di Ahrens, l'unico a riuscire a toccare i lanci di Lugo, bunt e volata di sacrificio e si andava sul 3 a 1. Nella parte bassa Mazzanti andava in base con un singolo, avanzava in seconda su lancio pazzo di Huges (nel frattempo subentrato al quarto a Marquez), veniva fermato in terza sul singolo di Vaglio e lì rimaneva, visto che Mineo toccava una rimbalzante che scaturiva il doppio gioco.

L'ultimo vero segnale di vita della Germania arrivava a inizio sesto, Brenk apriva con un singolo ma il bunt di Jahn si impennava, e permetteva a Colabello di lasciar cadere la pallina e chiudere un cruciale doppio gioco da solo. Nella parte bassa l'Italia finalmente allungava, complice come detto anche il vento forte. La ripresa si apriva con un fuoricampo di Zileri, seguivano quelli di Maggi, Garbella e, con Dickman intanto subentrato a Huges, quello di Liddi. Sull'8 a 1 la partita era virtualmente chiusa. C'era tempo per qualche cambio da una parte e dall'altra, ma il sesto pitcher impiegato dalla Germania, Ehmcke, faceva in tempo a lanciare un ball, perché la sua seconda palla veniva spedita da Colabello oltre la recinzione dell'esterno centro. Con i due corridori già in base faceva 11 a 1, e si chiudeva qui per manifesta inferiorità.

Buona la prima per l'Italia, anche se un po' meno facile di quanto non possa suggerire il risultato. Lugo chiude a 77 lanci, 6 riprese, 3 valide, 2 basi e 4 k. Tre valide ciascuna per Colabello e Vaglio, ma ormai è acqua passata. Domani stessa ora (play ball alle 11) si replica contro il Belgio, e anche qui sarà imperativo vincere.

Informazioni su Mauro Cugola 546 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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