Madison Bumgarmer, dal lazo al monte di lancio

Nato a Caldwell County, nel North Carolina, è stato decisivo per la vittoria dei Giants nel 2014. Un personaggio circondato da aneddoti e leggende, che si divide tra ranch e cavalli. Ma che sul mound…

Il North Carolina è uno stato prevalentemente rurale, su cui gli americani stessi ironizzano spesso. C'è una parte del North Carolina che si chiama Caldwell County ed è vicino alle Blue Ridge Mountains, una volta terra degli indiani Cherokee. Distese di grano a perdita d'occhio, mucche, serpenti a sonagli, cavalli, coyote. Ed è qui che è nato e cresciuto Madison Bumgarmer, sportivo dell'anno 2014, vincitore delle World Series con i San Francisco Giants e considerato il lanciatore più decisivo della storia della World Series (il suo impatto nella combattutissima serie contro i Kansas City Royals è stato devastante).
Nel 2007 comincia la sua carriera da pro, con i Giants che lo mandano a farsi le ossa a Scottsdale, in Arizona. Dopo appena una settimana vorrebbe smettere di giocare perchè gli manca casa, ma la madre riesce a convincerlo a rimanere. Chiama casa in continuazione, ha solo 18 anni e non è mai stato fuori dalla piccola cittadina di Lenoir, 15.000 abitanti, molti dei quali si chiamano Bumgarmer. Uno dei tanti curiosi aneddoti racconta che a scuola Madison ebbe una fidanzata che si chiamava… Madison Bumgarmer.
Passa il tempo libero andando in un centro commerciale. Niente di strano rispetto a molti adolescenti, solo che lui si tratteneva fuori a fare pratica con il suo lazo, tirandolo ad una statua di un toro. Madison non molla, anzi lancia, lancia, lancia.
Sette anni dopo, questo ex-adolescente di una remota provincia ha già vinto 3 World Series, detenendo vari record tra cui quello di 0.25 di media pgl nelle partite di finale. La sua prestazione durante l'edizione 2014 è stata semplicemente incredibile: vince come partente gara-1 e gara-5, entra come rilievo in gara-7 ed annichilisce i Royals con uno shutout di 7 inning, la più lunga salvezza della storia delle World Series. Il punto del potenziale pareggio era in terza base mentre veniva fatto l'ultimo out, accaduto solo altre due volte nella storia (i pitcher erano Harry Breechen dei Cardinals nel '46 e Ralph Terry degli Yankees nel '62).
Due out, corridore che freme, battitore aggressivo: il catcher Posey si avvicina a Mad Bum e decidono di giocarsi il battitore con palle veloci per invogliarlo a battere ma alte abbastanza per non concedergli un swing letale. Una serie di lanci che si concludono con il pop up di Perez, la presa di Sandoval, il trionfo dei Giants. Alla celebrazione della vittoria per le strade di San Francisco, ha chiesto al suo manager Bill Bochy, di poter sfilare a cavallo (possiede nel suo ranch un cavallo che era di proprietà di un altro grande fenomeno della MLB, Clayton Kershaw).
Nel suo tempo libero, torna sempre a casa dalla sua famiglia, con sua moglie Ali (fidanzata storica del liceo). Si sveglia all'alba, si occupa dei suoi cavalli, porta fuori il bestiame, ripara le staccionata del ranch, fa lunghe passeggiate all'alba, va a caccia di cervi e di coyote. Un personaggio del genere è circondato da tanti aneddoti e leggende (molte delle quali pare siano vere). Una volta mentre Madison ed Ali stavano allenandosi con la corda a prendere bovini, un grosso serpente a sonagli attaccò Madison, che lo uccise con un'ascia. Ali trovò all'interno del serpente, due coniglietti selvatici, uno dei quali ancora vivo. Lo portarono a casa, lo curarono e lasciarono libero.
Quando si sposarono, lui indossava jeans ed una maglietta sotto ad una giacca: il suo primo completo lo acquistò quando venne premiato come sportivo dell'anno, lo scorso anno.
Dopo l'ultimo trionfo, molte cittadine della contea avrebebro voluto organizzare una festa per celebrare il loro "Hometown hero", ma hanno rispettato la sua decisione di festeggiare nell'unico modo in cui Madison Bumgarmer veramente volesse: un barbeque con la sua famiglia, nel ranch dello zio.
Questo è Mad Bum, ragazzone della provincia che più provincia non si può, eroe di un mondo fuori dalle luci della ribalta, idolo degli appassionati di baseball. Una storia che sembra uscita dalla penna di John Fante.

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