Addio a Marco Lucchini, il “telecronista dei diamanti”

E’ scomparso a 77 anni, dopo aver ceduto a una malattia impietosa come la Sla. Era la voce ufficiale della RAI per il baseball e ora raggiunge quella che per anni è stata la sua spalla tecnica, Giancarlo Mangini

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Marco Lucchini alla conduzione di Sport Sera su RAI2
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Marco Lucchini ha spento il microfono e ci ha lasciati più soli in questo baseball che non riesce nemmeno più ad immaginare che cosa è stato buttato via in tutti questi anni. Marco Lucchini Gabriolo, per chiamarlo con il suo cognome completo, era la voce della Rai per il baseball, il telecronista ufficiale, l’uomo che faceva sembrare serio anche il nostro sport che per anni ha potuto godere di un suo spazio persino sulle reti nazionali. Sintesi o dirette che fossero, perché sì, forse i più giovani non lo immaginano nemmeno, ma c’è stato un tempo in cui le partite del nostro campionato andavano addirittura in diretta il sabato pomeriggio su Rai Due o Rai Tre o magari anche su Rai Sport, ma andando ad occupare uno spazio che poteva impattare anche sul pubblico generalista e non solo quello specializzato.

Lucchini ci ha salutato a 77 anni, dopo aver ceduto a una malattia impietosa come la Sla, e va a raggiungere quella che per anni è stata la sua spalla tecnica, Giancarlo Mangini: una coppia che abbiamo visto girare per tutti i campi d’Italia. Marco con la sua intonazione bassa, professionale, Giancarlo con le sue zie Rosy e le vie cinquetrè: assieme erano il baseball in tv, quella che ti faceva credere di essere uno sport importante, perché… “in collegamento da Bologna (o da Parma o da Milano o da Nettuno…) trasmettiamo ora la telecronaca diretta di un incontro del campionato di baseball. Telecronista Marco Lucchini”. Vuoi mettere la Vaudetti o la Morgan o la Elmi che pronunciavano le magiche parole e poi il collegamento…

Marco è stato il più popolare e longevo telecronista del nostro sport, il giornalista Rai che ha accompagnato quasi tutte le telecronache sui diamanti italiani, e non solo, dagli anni Ottanta ai primi anni Duemila. Milanese di Porta Volta, Lucchini non è stato un telecronista “prestato” al baseball o semplicemente un giornalista che ha incontrato occasionalmente questo sport sulla sua strada professionale, ma nel baseball ci è veramente cresciuto, giocandolo da ragazzino nelle giovanili del Milano. E ricordava quando la sua squadra aveva ereditato le casacche del glorioso Seven Up nei primissimi anni Sessanta. Poi si era dedicato addirittura alla crescita dei giovani, fondando il “Primo centro lombardo di addestramento al baseball” da cui nacque la squadretta del Baggio, in riferimento alla zona in cui è sorto il Kennedy, un piccolo vivaio durato qualche anno in cui sono cresciuti anche alcuni giocatori approdati poi alla prima squadra del Milano, come l’ex capitano rossoblù Manolo Lanaro e Raoul Pasotto, che ne è l’attuale direttore tecnico.

Contemporaneamente Lucchini muoveva i primi passi da giornalista, collaborando con Tuttobaseball e con la Gazzetta dello Sport, fino ad approdare in Rai dove andrà ad occuparsi di calcio alla redazione milanese, con tanti servizi nelle rubriche del TG2, da Sabato Sport a Domenica Sprint, fino ad apparire tra i Galeazzi, i Bubba, i Necco e i Tonino Carino in  quella grande sarabanda di personaggi che era Novantesimo Minuto, il programma condotto da Paolo Valenti che diffondeva tutti i gol della domenica, subito dopo la conclusione delle partite che ai tempi si giocavano tutte in contemporanea al pomeriggio. Lucchini era spesso l’inviato a Como o a Cremona, a Parma come a Piacenza, per non dire ovviamente di San Siro. Prima di chiudere la carriera da capo della redazione milanese di Raisport oltre che curatore della Domenica Sportiva.

Per molti anni è stato poi telecronista del golf e del pattinaggio su ghiaccio, ha commentato qualche Superbowl di football, ma, come detto, è stato soprattutto il telecronista dei diamanti. Lo ricordiamo spesso al Kennedy, come su tanti altri campi ovviamente, ma anche alle Olimpiadi di Barcellona e di Atlanta, per non dire dei Mondiali italiani del 1988 e ’98 o dei fantastici Europei di Nettuno del ’91. E lo ricordiamo ogni tanto al Kennedy anche negli ultimi anni, da semplice “suiveur”, sempre con il piacere di ritornare al suo vecchio gioco. Magari tra critiche e polemiche, ma sempre dettate da una vecchia passione. Così come quando si addentrava in certi giudizi tecnici, durante le telecronache, che magari qualcuno non condivideva, lo faceva con l’esperienza maturata sul campo e non certo sui manuali. Quanto meno non si può dire che non abbia vissuto il nostro sport sotto tutte le prospettive.

Ciao Marco, grazie per averci raccontato tante ore di baseball. Quando ci illudevamo ancora di poter essere uno sport che contava.

Alla famiglia dell’amico e collega Marco giungano l’abbraccio più forte e le più sentite condoglianze da parte di tutta la redazione di Baseball.it

 

Informazioni su Elia Pagnoni 51 Articoli
Nato a Milano nel 1959, Elia Pagnoni ricopre attualmente il ruolo di vice capo redattore dello sport al quotidiano "Il Giornale", dove lavora sin dal 1986. E' stato autore di due libri sulla storia del baseball milanese.