La MLB rischia lo stop

Una volta terminate le World Series, il baseball a stelle e strisce è chiamato a trovare un accordo che impedisca una probabile serrata. Potrebbe essere il nono sciopero della storia della Major, il primo dopo 26 anni

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I tifosi contro lo sciopero in MLB
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Tutti gli appassionati del baseball sono in attesa dell’inizio delle World Series tra Braves ed Astros che prenderanno il via a Houston domani sera, ma sul futuro della MLB incombono nuvole nere. Sembra quasi certo, infatti, che il prossimo 2 dicembre tutte le attività connesse alla Major League siano in procinto di interrompersi. Quello che sarebbe il nono sciopero della storia della Major, il primo 26 anni dopo i fatti del biennio 1994-95, congelerebbe il mercato dei free agent minacciando l’inizio degli spring training previsti per il prossimo febbraio. Le trattative sono in corso dalla scorsa primavera, ma le parti sembrano distanti, convinti l’una dell’incapacità di fare un passo incontro l’altra. Questa situazione di stallo porterebbe a scadenza l’accordo quinquennale alle 23 e 59 del 1 dicembre 2021, e senza rinnovo il mondo della MLB sarebbe costretta allo stop.

I nodi più corposi da sciogliere sono relativi ad una rivisitazione della Luxury Tax ed una riforma del mondo free-agent. Su quest’ultima partita, le squadre hanno proposto di eliminare l’arbitrato salariale e di consentire ai giocatori di diventare free agent dopo aver compiuto i 29 anni e mezzo anziché come oggi dopo le sei stagioni di servizio in Major League secondo un accordo in vigore dal 1976. Inutile dire che i giocatori in procinto di diventare free agent, che sono liberi di accordarsi con qualsiasi squadra il sesto giorno dopo le World Series, sono in fibrillazione. Nel gruppo dei giocatori che si liberano tra pochi giorni troviamo atleti del calibro di Carlos Correa, Corey Seager, Freddie Freeman, Trevor Story, Max Scherzer, Marcus Semien, Kris Bryant, Anthony Rizzo, Michael Conforto e Kevin Gausman, solo per citarne alcuni, ed è chiaro che gli agenti dei giocatori cercheranno di strappare il miglior contratto possibile, ma è altrettanto evidente che senza un accordo tra sindacato giocatori e proprietari sarà difficile che tali accordi possano essere presi. Per questo potrebbe essere la stessa MLB a proporre il blocco se non lo farà il mercato stesso che potrebbe bloccarsi da solo per mancanza di proposte concrete.

Altra fonte di discussione è la richiesta da parte dei proprietari di un piano di retribuzione concordato, cosa che i giocatori rifiutano da decenni perché lo vedono come una forma nemmeno troppo mascherata di tetto salariale e, preoccupati da una riduzione degli stipendi, non vogliono sentirne parlare. Secondo l’Associazione dei giocatori lo stipendio medio della Major League è sceso dagli oltre 4 milioni di dollari del 2017 ai circa 3.8 milioni nel 2020 (prima della retribuzione proporzionale causata dalla pandemia), per poi atterrare ai 3.7 milioni del 2021.

Questo blocco è simile a quello che si verificò nelle offseason 1989-90, quando venne fatto scadere l’accordo il 31 dicembre e i proprietari, 9 giorni dopo, annunciarono che in assenza di un accordo avrebbero bloccato la MLB a partire il 15 febbraio. Allora l’intesa si trovò il 1° marzo, con conseguente slittamento dell’Opening Day di una settimana. Da allora si è andati vicini ad una interruzione delle attività nel 2002, quando venne raggiunto un accordo il 30 agosto a circa 3 ore e mezza dallo sciopero indetto dai giocatori.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.