“Yankees più forti ma in finale andranno ancora gli Astros”

Baseball.it a colloquio con Danilo Freri, vicecaporedattore di Sky Sport 24, che torna a fare il consueto punto della situazione a poche ore dagli Opening Day della stagione 2018. Valutazioni di mercato, analisi tecniche e… pronostici

Nell'immediata vigilia della partenza della Major League 2018, Danilo Freri (vicecaporedattore di Sky Sport 24), ha trovato anche quest'anno spazio e tempo per l'ormai tradizionale chiacchierata con Baseball.it analizzando difetti e virtù delle diverse squadre della American e National League, azzardando qualche previsione.

Lo scorso anno hai fatto un'analisi perfetta degli Astros definendoli pronti a giocarsi la finale. Ti hanno ripagato vincendo l'anello al termine di una stagione che a Houston ricorderanno per parecchi anni. Quest'anno dovranno però competere direttamente con gli Angels rinvigoriti dall'operazione Shohei Ohtani
E' vero, avranno una Division che opporrà un poco più di resistenza. Il problema per tutti però è che loro sono più forti, almeno in teoria, dello scorso anno. Alla rotazione dei partenti che già conteneva Verlander, Keuchel, McCullers e Morton si è aggiunto un certo Cole. Difficile che buchino la stagione. Le squadre forti si costruiscono dal monte di lancio e in questo direi che sono spaventosi. L'incognita in questo caso è il senso di appagamento che è sempre dietro l'angolo, soprattutto quando vinci dopo tanta attesa. I Cubs del 2017 hanno fatto una prima parte di stagione poco gratificante proprio per questo problema. E quest'anno gli Angels potrebbero approfittare dell'eventuale momento di appagamento per dare fastidio a Houston. Hanno un buon roster e ha una marcia in più con Ohtani.

A proposito del 23enne nipponico, non ti sorprende il fatto che alla fine abbia scelto una franchigia dell'American League? Stiamo parlando di un giocatore che dal 2013 con gli Hokkaido Nippon-Ham Fighters ha ottenuto 42 vittorie e 15 sconfitte, 2.52 di media PGL, 624 strike-out, .286 di media battuta, 48 fuoricampo, 296 valide, 166 punti battuti a casa. Nel 2016 ha ricevuto il premio come miglior lanciatore e miglior battitore designato, una autentica rarità
Sì e no. Nel senso che la spiegazione di questa operazione è proprio in quello che lui si aspetta di fare e che gli hanno promesso che farà. Ohtani voleva una squadra che gli garantisse il doppio ruolo, quello del partente e del battitore designato. In MLB non è così scontato che venga concessa questa possibilità, gli altri contendenti erano scettici. Gli Angels hanno vinto la battaglia su questo. Albert Pujols tornerà probabilmente a occupare la prima base e il giovane giapponese partirà occupando lo slot numero 3 nella rotazione per non avere troppa pressione. Alcuni ipotizzano una rotazione con 6 partenti per allungare il periodo in cui Ohtani non gioca sul monte in modo da utilizzarlo come battitore designato. Pujols continua a dire che a lui va bene così, ma sono due stagioni che non gioca in prima e l'anagrafe recita 38 anni. Vedremo…

Oltre Ohtani vedi qualche altro papabile "Rookie of the Year" in giro per la MLB?
Lui avrà l'attenzione del mondo intero, ma occhio anche ai due yankee Gleyber Torres e Miguel Andújar che hanno fatto un ottimo spring-training. Potrebbero avere difficoltà a trovare spazio in un roster come quello degli "Yanks", ma se lo trovano potrebbero dimostrare di essere dei fenomeni veri. I White Sox e i Phillies puntano molto sui giovani prospetti e qualche perla potrebbero anche tirarla fuori, visto anche che in queste franchigie, in piena ricostruzione, lo spazio sarà maggiore. A Philadelphia il 23enne Scott Kingery ha firmato un contratto di 6 anni da 24 milioni di dollari, senza mai giocare in MLB. Una cosa molto inusuale, se non mai accaduta, segno che la franchigia ci punta molto. Occhio anche all'interbase J.P. Crawford che già lo scorso anno qualcosa di interessante ha fatto vedere. Nel "South Side" punto sul lanciatore Michael Kopech e sull'esterno destro Eloy Jiménez, giocatori acquistati nonostante la loro giovane età. Sono due ottimi elementi che avranno molto spazio quest'anno. Infine Ronald Acuna Jr., 20enne esterno di Atlanta, troverà sicuramente modo di dire la sua in questa stagione.

Un mercato molto particolare, con molti "free-agent" che hanno faticato a trovare una collocazione. E con circa un terzo delle franchigie della MLB che sono in "rebuilding". Cosa ne pensi?
E' stato un mercato strano, ma anche ricco. Tanti giocatori hanno cambiato casacca, ma è vero che i free-agent hanno rallentato. L'idea di costruire anche senza spendere molto fa breccia, e direi meno male. Anche Kansas City arrivò al titolo in questo modo, anche se impiegarono qualche anno in più. E anche i Cubs vinsero le World Series del 2016 dopo una ricostruzione. Investire sui giovani e rifinire il roster con pochi campioni a corollario sta uscendo come un'idea vincente e non possiamo che esserne felici.

In questo 2018 saranno 6 i nuovi manager, di cui 5 della East Division. I tre della AL sono Alex Cora, l'ex-Astros che guiderà i Red Sox, Aaron Boone, che dal suo ritiro nel 2009 è diventato un commentatore radio-televisivo e ora guiderà gli Yankees, e il veterano Ron Gardenhire che torna nella Central di AL, ma al volante dei Tigers.
Questa è una cosa molto interessante. La nuova tendenza viene spiegata in due modi. Il primo è che i giovani manager hanno più dimestichezza con la lettura delle nuove statistiche, non so se questo sia un bene o un male ma è così. Ho qualche dubbio sulla sabermetrica, però l'orientamento è questo. L'altro motivo è che molti si sono convinti che per gestire al meglio un roster sia necessario soprattutto avere la capacità di costruire rapporti umani. Ed anche qui ho dei dubbi. Certo conta anche questo, ma non può essere l'unica capacità. Boone è stata una scelta convinta, preso perché per sua stessa ammissione, fare l'analista e il commentatore tv lo ha reso forte nello studio delle statistiche. Certo che gestire la pressione di New York, dove tutti lo danno per favorito, sarà dura. Alex Cora almeno la panchina l'ha vissuta, è uno navigato, e ha il vantaggio di avere meno pressione addosso perchè non è il pretendente al titolo. Però anche lui ha un obiettivo minimo: conquistare le postseason. I Tigers hanno scelto un veterano in controtendenza, più perché sono arrivati ultimi che per convinzione. Ma sono felice perché Gardenhire merita di avere una sua franchigia.

I tre della NL sono l'esordiente Gabe Kapler ai Phillies, l'ex-bench coach dei Cubs Dave Martinez ai Nationals e l'ex-pitching coach degli Indians Mickey Callaway che passa ai Mets.
Kapler sta meglio perché ha più tempo per ricostruire, a Philadelphia non hanno fretta, nessuno si aspetta molto da lui se non far crescere qualche giovane. Gli altri due hanno più ambizioni. Dave Martinez è stato preso con il chiaro obiettivo di andare oltre le Division Series, Callaway deve solo sperare di fare meglio dello scorso anno. Ma basta che non ci siano gli stessi infortuni della passata stagione e non avrà difficoltà. Se la rotazione lo sostiene, se l'esterno Brandon Nimmo prosegue nel suo percorso di crescita giocando con continuità e se il neo acquisto Adrian Gonzalez non sentirà il peso dei suoi 35 anni, potrebbe togliersi qualche soddisfazione.

Alla fine delle off-season, quale squadra si è rafforzata di più e quale ti ha più deluso?
Partiamo da quella che ha lavorato meglio, gli Yankees. E' un roster profondo e ben costruito. Giancarlo Stanton si è aggiunto a un roster che già aveva Aaron Judge e Gary Sanchez. Didi Gregorius oramai è un giocatore fatto e finito e a migliorare il reparto degli interno sono arrivati Neil Walker dai Brewers e Brandon Drury dai D-Backs. In più il reparto potrà contare sui "rookie" Gleyber Torres e Miguel Andújar, con quest'ultimo capace anche di occupare la prima base. L'unico punto interrogativo resta la rotazione che al di là di Luis Severino e Masahiro Tanaka, resta un pò deboluccia, considerando anche che Sabathia ha un anno in più sulle spalle. Ma anche Milwaukee ha fatto un ottimo lavoro sistemando gli esterni con gli arrivi di Lorenzo Cain (ex-Royals) e Christian Yelich (ex-Marlins). Non hanno cambiato molto i Rangers e non si dirti se è un bene o un male: sono rimasti i soliti e sono indecifrabili. Tra le franchigie che si sono più indebolite rispetto allo scorso anno potrebbe esserci loro e Arizona, che hanno perso J.D. Martinez. Andrebbe fatto un discorso a parte per i Giants. Nei tanti cambi di casacca che ci sono stati quest'anno, Frisco ha deciso di puntare sui grandi nomi ma Andrew McCutchen ed Evan Longoria sono ancora ottimi giocatori o solo ottimi nomi? Se i due confermano di aver iniziato la parabola discendente sono guai, se trovano stimoli per risalire la china sarà una buona annata.

Passiamo ai nostri consueti pronostici, partendo dalla National League.
E' la Lega più in equilibrio, ma alla fine potrebbero esserci gli stessi play-off dello scorso anno, magari con risultati differenti. Nella East Division, i Nationals non sembra abbiano rivali, mentre nella Central a contendere il pennant ai Cubs possono esserci i Cardinals, che con l'acquisto di Marcell Ozuna si sono rinforzati parecchio, e i Brewers. Entrambe lasciano qualche perplessità sulla rotazione dei partenti. Molto più incerto il destino nella West Division con i Dodgers che dovranno vedersela con Rockies, Diamondbacks e, forse, Giants. St. Louis, Milwaukee, Colorado, Arizona e New York potrebbero dire la loro anche in chiave wild-card, anche se non credo che Colorado e Arizona ripeteranno l'entusiasmante stagione dello scorso anno. Allora erano una sorpresa e giocavano senza grandi pressioni. Quest'anno dovranno confermarsi.

E l'American League?
Degli Yankees abbiamo già detto. Nella East solo i Red Sox, che con JD Martinez ha risolto il problema più grande dello scorso anno, possono mettergli pressione. Boston ha una grande rotazione dei partenti e se David Price tornerà ad essere il lanciatore che è stato in passato, insieme a Chris Sale e Rick Porcello danno solidità ai primi 3 spot della rotazione. La Central e la West Division sembrano chiaramente a favore di Indians e Astros. Certo i Twins e gli Angels sono franchigie molto interessanti, ma li vedo in lotta per un posto nella Wild Card, magari con Boston.

Chiudi gli occhi e immagina le prossime World Series. Chi vedi scendere sul diamante?
Se dobbiamo giocare, e visto che quasi mai nel baseball chi ha il favore del pronostico arriva fino in fondo, scelgo una certezza e una scommessa. Negli Stati Uniti le prediction puntano forte a una ripetizione delle finali 2017, anche considerando che Clayton Kershaw è ancora più maturo e a me fa impazzire. Partendo dal presupposto che Houston per me è la certezza, vi dico che questa volta secondo me se la vedranno con Washington, che è un buon cavallo su cui puntare. In alternativa per la National League Dodgers o Cubs potrebbero soffiargli il posto.

In tanti anni di interviste non abbiamo mai parlato di Danilo Freri. Come nasce la tua passione per il baseball?
Nasce in TV, per la fortuna di fare questo lavoro e di lavorare per un'emittente che ha esaltato la mia vecchia passione per gli sport USA, basket e hockey, la NHL su tutti. A Milano ho iniziato a lavorar proprio con l'hockey, il basket già mi piaceva. Appassionarmi al football americano e al baseball è venuto quasi naturale. Ho iniziato a lavorare per Tele+ a metà degli anni 90, poi sono passato a Sky occupandomi di tantissime altre cose, ma la passione per gli sport americani mi accompagnano da quando avevo 20 anni.

Puoi tranquillizzare i fan del "batti&corri" che anche quest'anno Sky non li tradirà?
Assolutamente si. Iniziamo domani alle 13 con Houston-Texas, in differita con il nostro commento. Poi, come al solito, all'inizio trasmetteremo principalmente in diretta le gare notturne con il commento originale, poi man mano che la stagione entrerà nel vivo e gli altri sport troveranno la loro conclusione aumenteranno le partite commentate da noi con il team composto dal sottoscritto, Pietro Nicolodi, Roberto Gotta, Pietro Colnago e naturalmente Faso e Sal Varriale, che si alternerà nel corso della stagione. A proposito, lunedì mattina alle 8.30 trasmetteremo Cleveland-Seattle commentata da Faso e Sal.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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