Parlate bene di me, se non torno

Dare del 'vecchietto' al presidente del Comitato Olimpico Cubano non e' stata la migliore delle iniziative del vostro cronista

Se non dovessi tornare, parlate bene di me e dite che in fondo ero un bravo ragazzo.
Perche' ho questo dubbio? Ve lo spiego.
Oggi sono arrivato in ritardo alla conferenza stampa di Jacques Rogge, presidente del CIO; non particolarmente grave: nella mia carriera dubito di essere mai arrivato puntuale ad una conferenza stampa…e' questione di talento. Il problema e' che, in questa situazione specifica, oltre che da cronista opero da fotografo (risparmiatevi pure i giudizi sulla qualita' del lavoro, voglio vincere il premio Pulitzer letterario, non quello fotografico) cosi' mi faccio notare un po' di piu'.

Bene, in piena conferenza stampa ho superato la linea immaginaria oltre la quale fotografi e cameraman non potevano andare e ho scattato ben 2 foto di Rogge, dai 2 profili. Poi ho visto Aldo Notari che se ne andava e l'ho inseguito, con Rogge che osservava assorto cosa stavo combinando. Quindi sono tornato oltre la linea dei fotografi.
A quel punto un signore distinto che era seduto a fianco di Rogge mi ha guardato e, con un eloquente segno della mano, mi ha invitato a fare meno confusione.

“Chi e' il vecchietto?” ho chiesto al collega Stefano Arcobelli. Ho visto la sua espressione corrucciata. Ma non ho fatto in tempo a chiedergli perche', visto che un giornalista cubano mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto: “E' Ramon Jose' Fernandez, il presidente del Comitato Olimpico Cubano”.
Avevo avuto il sospetto che fosse una persona importante, ma Arcobelli mi ha chiarito ogni dubbio: “Sai, nella sostanza e' il vice di Fidel Castro”.
Insomma, il vostro cronista ha dato del 'vecchietto' al vice di Fidel Castro. Capirete come la preoccupazione possa essere abbastanza giustificata.

All'Avana piove. Piove come in quei film in cui vogliono far capire che nei paesi tropicali piove. Tutto uguale: anche l'acqua che scende lungo le strade come se fossero le cascate del Niagara. Impressionante.
Oggi per raggiungere l'Hotel della conferenza stampa di Rogge ho preso un taxi che, al modico prezzo di 10 dollari (lo stipendio medio mensile del taxista, che infatti prima di portarmi ha voluto essere sicuro che capissi quanto costava), mi ha fatto attraversare l'Avana con il finestrino aperto perche' non gli funzionava la ventola e il vetro si appannava.

A questo punto, speriamo che oggi si giochi e la “Coppa Intercontinentale” finisca. Non che rimanere qui mi dispiaccia, ma ho nostalgia di un paese nel quale la connessione a Internet e' veloce.
Credo non possiate capire il mio dramma, ma io passo ore e ore davanti a Internet, a caricare pagine e aggiornarle. Se ad ogni pagina che carico devo aspettare minuti, la mia vita diventa un'unica, lunga attesa. E il vostro cronista non e' decisamente uno nato per aspettare. Probabilmente lo avrete capito.

Parlando degli azzurri, ho visitato il forum. A parte che l'utente che si chiama “Pablita” e' il mio nuovo idolo personale (sono anche un po' invidioso di questo misterioso giocatore che tu aspetti con tanta impazienza, ma chi e'???), vorrei come promesso rispondere ad alcuni dubbi.
Tomassi e Lucena sono 2 ragazzi molto giovani, 20 anni o poco piu', e su di loro i programmi tecnici della federazione investiranno. Certo, c'e' sempre la possibilita' che diventino bravi al punto da avere un'offerta per giocare da professionisti, ma il 'rischio' si puo' correre.

Inviterei tutti a fare questo tipo di riflessione. Ci sono “oriundi e oriundi” (a me il termine non piace, ma lo uso per capirci). Ci sono i giocatori 'fatti' e quelli 'in formazione'. Prima di convocare un giocatore 'fatto' e' ovvio che e' necessario accertarsi che faccia la differenza. Ma sui giovani si puo' (o meglio: si deve) anche lavorare in prospettiva, siano nati a Parma, Grosseto, Nettuno, Caracas o Chicago. La Fera, per fare un nome, non e' certo oggi lo stesso giocatore che arrivo' in Italia nel 1999.
Ancora: io sono solo un cronista. Faccio valutazioni anche tecniche, ma le scelte le fanno i componenti dello staff delle nazionali. Se, bonta' loro, vorranno ascoltare qualche mio consiglio, ne saro' orgoglioso, ma finisce tutto li'. Esempio: io La Fera continuerei a convocarlo anche se gioca in Olanda. Ma cosa sceglieranno Faraone e i suoi collaboratori non posso saperlo.

Ho appena fatto una gaffe strepitosa.
C'e' una giornalista cubana che sta controllando la sua posta su un sito dominicano e io le ho chiesto come mai non si connette ad un servizio di posta cubano.
“Qui a Cuba nessuno ha un computer a casa, non esistono servizi di gestione di posta cubani”.
Ottima prova. Se fossi un lanciatore, mi meriterei di andare sotto la doccia!

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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