Oggi, ho battuto il mio record personale di ‘giorni consecutivi in cui mi sono svegliato abbastanza presto per fare colazione con 3 (non vale quanto la striscia di 56 gare con almeno una valida di Joe Di Maggio, però anche la mia ha un suo significato), e ho anche scoperto una cosa a cui nei giorni scorsi non avevo fatto caso. Vi avevo già detto che una cassiera ragioniera conta con attenzione gli oggetti che si portano sul vassoio, stando attenta al fatto che questi non superino il numero di cinque; ebbene, da oggi so che alcune cose, tipo bottiglie di succhi di frutta o piccoli cartoncini di latte, hanno un valore pare a quello di due o tre oggetti normali. Ciò rende il tutto ancora più assurdo
Questo avrebbe dovuto essere il nostro unico giorno libero nel corso del torneo. Dico avrebbe dovuto, perché quella sfortuna a cui ormai sono così abituato che ho smesso di citarla ci ha messo di nuovo lo zampino, mandando giù dal cielo una quantità di acqua tale, ieri sera, che la partita tra Italia e Cuba ha dovuto essere rinviata a oggi. Così, mentre 10 delle 12 formazioni, e relativi staff, si godevano un giorno di meritato riposo (in realtà ho intravisto i giocatori della Cina Taipei che scendevano da un bus con dei borsoni da allenamento…ma si sa come sono gli asiatici), ad italiani e cubani è toccato passare anche buona parte della giornata di oggi sul campo. E’ anche vero che la zona di Sherbrooke non propone molto attrattive turistiche (a meno che non si voglia fare una gitarella nel verde), tuttavia la comitiva azzurra aveva già organizzato un giretto a Montreal, che ha dovuto essere per forza annullato.
L’unico lato positivo della pioggia di ieri sera è il fatto che, grazie al maltempo, ho mangiato due volte. Quando, dopo una sospensione di circa un’ora, la partita precedente a quella degli azzurri, Panama Olanda, è ripresa, tutti si sono convinti che Italia Cuba sarebbe sì cominciata in ritardo, ma che si sarebbe disputata in serata; uno degli organizzatori ha allora comunicato ad alcuni membri dello staff italiano che la nostra cena sarebbe stata preparata dal bar dello stadio, visto che per la fine della partita il ristorante in cui avremmo dovuto recarci sarebbe presumibilmente stato chiuso. Da parte mia, pensando che dopo la fine della partita non avrei avuto tempo di cenare con gli altri perché impegnato a redigere l’articolo sul match, ho chiesto all’organizzatore se potevo avere subito il mio buono pasto, così da mangiare durante gli ultimi inning di Panama Olanda, e la mia richiesta è stata subito accontentata.
Mentre stavo dando gli ultimi morsi al mio hot-dog (come avrete capito, il bar dello stadio non offriva molta scelta), ha ripreso a piovere violentemente, e così la gara degli azzurri è stata definitivamente rinviata al giorno successivo; la squadra ha fatto quindi in tempo a recarsi al ristorante, e io
ho ricominciato da capo il pasto.
Se mai vi capitasse di venire da queste parti, intendo Stati Uniti o Canada, e voleste noleggiare una macchina, non dimenticatevi di seguire alla lettera tutte le norme del codice della strada, soprattutto perché qua c’è in pratica una pattuglia della stradale ad ogni angolo. La prova l’abbiamo avuta ieri sera, quando un membro della comitiva azzurra (il nome lo ometto in rispetto della privacy), al volante dell’automobile noleggiata dalla squadra, non ha visto uno di quegli stop che intimano l’arresto a tutti e quattro i lati di alcuni incroci, ed è passato senza fermarsi; in un batter d’occhio, alle nostre spalle abbiamo visto una macchina della polizia che lampeggiava ordinando di fermarci.
La clemenza degli agenti, e la solita scusante degli ‘stranieri che non sono abituati alle regole locali, ci hanno comunque evitato una salata multa.
Oggi la squadra ha perso la quinta partita sulle cinque del girone eliminatorio; la sconfitta con Cuba ci può sicuramente stare, ma quello che più mi ha fatto impressione è stato vedere i cubani iniziare una sessione di batting practice appena finita la gara contro l’Italia. Come dire: la partita contro di voi, per noi, è stata ancora meno che un allenamento
per ora, non ha fatto neanche effetto alla nostra squadra la benedizione fatta ieri da un gruppo evangelico, che gli azzurrini hanno incontrato ieri alla mensa, e che ha distribuito opuscoli e videocassette.
Una delle cose che ho imparato dopo più di due settimane trascorse qui in Canada è di non giudicare troppo presto le condizion meteorologiche. Stamattina, quando siamo partiti con la macchina in direzione Coaticook, dove si giocava la partita tra Italia e Cuba, qualcuno ha pensato bene di sottolineare che dopo tutta la pioggia di ieri, il tempo era particolarmente gradevole. Come non detto
pochi minuti dopo l’inizio della partita, abbiamo visto i soliti nuvolosi neri affacciarsi all’orizzonte in modo minaccioso, e abbiamo temuto che la gara non si potesse completare neanche oggi; per fortuna non ha piovuto, ma in compenso durante la partita si è alzato un vento piuttosto freddo che, complice la struttura aperta della zona delle tribune riservata alla stampa, si faceva sentire fino alle ossa del vostro cronista.
La pioggia ci ha risparmiati durante la partita, ma poi è arrivata copiosa in serata; noncurante dell’acquazzone, il sottoscritto ha percorso a piedi i 400 metri che separano la sua camera dalla biblioteca dell’università (ormai ho rinunciato all’idea di avere internet in stanza…), per mettere on-line i pezzi sulla partita degli azzurri. Come capita ormai quasi tutti i giorni, poi, ho dovuto convincere l’addetto alla biblioteca a farmi utilizzare i terminali, che secondo le regole sarebbero riservati agli studenti del college, spiegandogli che gli stessi organizzatori del torneo mi hanno più volte suggerito di usare la biblioteca per connettermi alla rete.
Al ritorno verso la camera, ancora sotto la pioggia, ho notato per la prima volta un piccolo pub all’interno del campus dell’università, che però, guarda caso, sembrava quasi vuoto. Strano, di solito qua c’è così tanta vita…
Chiudo rallegrandomi del fatto che avevo visto giusto, riguardo al potere dissuasivo degli avvisi sui pacchetti di sigarette canadesi. Un membro della comitiva azzurra (lo stesso che non si è fermato allo stop), fumatore da diversi anni, mi ha confessato che dopo aver visto le figure ad essi associate, sta seriamente pensando di smettere.
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