Intervista a Veruska Paternoster

Il softball mi ha dato tante soddisfazioni ma penso sia arrivata l’ora di appendere il guanto al chiodo

BOLLATE: Appena risponde al telefono, incalzo subito Veruska chiedendole se è vero che ha intenzione di smettere con il softball.
nVeruska circola la voce che hai deciso di smettere e se è vero perché?
n”Guarda, ho avuto tante soddisfazioni da questo sport, ma ritengo che sia arrivato il momento di dire basta. I motivi di questa decisione sono tanti, innanzi tutto ho la consapevolezza di avere provato tutte le emozioni possibili in questo sport, campionati Europei, mondiali, la ciliegina sulla torta delle olimpiadi, poi ho anche degli acciacchi a livello fisico che potrebbero condizionare le mie prestazioni, sai anche se noi giochiamo ad alti livelli, e possiamo dire di svolgere questa attività a livello quasi professionistico, sotto certi aspetti non siamo tutelate, e mi riferisco soprattutto a quello sanitario; se abbiamo qualche problema sta a noi farci curare e a nostre spese, noi non siamo coccolati come le “signorine” del calcio di serie A, che appena sentono un piccolo dolorino vanno a farsi visitare dai luminari.

nMa circola voce che vi siano stati problemi anche con il Bollate, la tua società?
n”Io ho iniziato a giocare a softball a Bollate e qui sono sempre rimasta, segno che non ho mai provato l’esigenza di trasferirmi altrove, anche se di offerte ne ho ricevute parecchie. Tante cose sono però successe in questi anni; io stessa sono passata dall’essere bambina, poi ragazza, poi donna con la casacca biancorossa, segno quindi che di cambiamenti ce ne sono stati, e come sono cambiata io è cambiata anche la società e sono cambiati anche i rapporti con essa, non ho altro da dire su questo argomento.

nOk. Sydney bella esperienza, ma è vero che sembrava di essere in clausura?
n”Ah, questa della clausura è diventata famosa perché in un momento di noia all’interno del villaggio olimpico io e la mia amica Ale (Alessandra Gorla) abbiamo confidato ad un giornalista di un quotidiano italiano che sembrava di essere rinchiuse come in un convento di clausura; apriti cielo ne è diventato un caso nazionale.

nMa Sydney è pur stata la ricompensa di tutti i sacrifici?
n”E’ vero: un’esperienza magnifica, quando ho iniziato a giocare a softball a sette anni lo avevo fatto solo perché già ci giocava mia sorella che a sua volta era stata coinvolta da una sua amica, chi se lo sarebbe mai immaginato di arrivare fino in Australia, però ragazzi, quanti sacrifici.

nA cosa hai dovuto rinunciare in questi anni?
n”A tanto, anche se ricomincerei tutto da capo. Allora: in estate niente week-end al mare o sabato sera in pizzeria e poi via al lago o in discoteca, al sabato c’è la partita. Durante la settimana poi, finito di lavorare via in palestra a sudare, ma ti ripeto lo rifarei da capo.

nSalutiamo Veruska con un ultima domanda e se fra qualche tempo ti viene ancora voglia di giocare?
n”Mollo la pizza a metà, scappo dalla discoteca o dal lungolago e vado a riprendere il guanto appeso al chiodo; poi cerco un campo da softball dove ci sì possa ancora divertire!n

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