Bologna è a metà dell’opera

La Fortitudo supera ancora San Marino (7-4) che batte 14 valide ma spreca l’impossibile. Giovedì si riparte sul Titano

Lauro Bassani (PhotoBass)
Ricardo Paolini ha battuto il doppio da tre punti decisivo al sesto inning
© Lauro Bassani (PhotoBass)

La Fortitudo ha fatto 13. L’impressionante serie di vittorie consecutive, tra regular season e play-off, porta Bologna sul 2-0 nella finale scudetto. A metà dell’opera dunque, contro un San Marino che questa sera si farà una domanda: come si può battere 14 valide, con tutto il line-up a segno (ed era privo di Lino ed Epifano), ben 6 in più degli avversari e perdere segnando appena 4 punti? Semplice, lasciando ben 12 uomini in base nei primi sei inning, con il picco di cuscini carichi al 2° e soprattutto al 6° quando si decide la partita.

Sul monte ci sono i pitcher italiani e si vede. I battitori vanno a nozze con 22 valide complessive, con tre doppi e due fuoricampo. E sinceramente nessuno dei sei pitcher schierati da Frignani e Bindi ha convinto. Tiago Da Silva è stato battezzato da un fuoricampo di Garcia alla prima ripresa, poi San Marino ha avuto la pazienza di rimontare con gli rbi di Pieternella e Ferrini, ma anche di sprecare l’impossibile prima su Crepaldi poi su Scotti.

Dal 4° inning in avanti è stato un continuo botta e risposta: Bologna va sul 3-2 con Agretti che a basi piene arriva salvo giusto un attimo prima del doppio gioco e San Marino pareggia con la volata di Dudley Leonora. Bologna torna avanti (4-3) al cambio di campo con la base concessa da Di Raffaele a Garcia a cuscini pieni (bravo poi il rilievo a chiudere con due strike-out) e i titani impattano ancora col secondo solo-homer in 24 ore di Batista.

Siamo al 6° inning e si decide la partita. Perchè Bassani concede le valide a Celli ed Ericson Leonora, poi la base intenzionale ad Angulo ma si riprende alla grande lasciando al piatto Dudley Leonora colpevole di un turno orribile e obbligando Rosales a un’innocua rimbalzante. Dopo la base a Gamberini e il bunt valido di Liberatore, entra sul monte Garbella che si presenta con un pick-off all’esterno centro. Quasi obbligata la base a Seferina e poi si presenta nel box lui, l’uomo di queste finali: Ricardo Segundo Paolini che spara un doppio al centro, sparecchia le basi e apparecchia il 2-0 che vale tantissimo in casa Fortitudo. Da giovedì la serie si sposta a San Marino.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.