Godo festeggia 30 anni di serie A

La società si prepara a celebrare quest’anno l’importante traguardo, Covid permettendo. Il Presidente Naldoni: “La nostra caparbietà, volontà, serietà, consapevolezza ci hanno fatto superare tante vicende, anche critiche, e a mantenere il massimo livello”

Baseball Godo
Il logo celebrativo dei 30 anni di serie A del Godo
© Baseball Godo

Il Baseball Godo festeggerà nel 2001 trent’anni di serie A. Una ricorrenza importante per questa società attiva in una frazione di circa 1.500 persone del Comune di Russi che ne conta invece 12.000.
E saranno tante le iniziative e gli eventi, Covid permettendo, che sono allo studio e caratterizzeranno la stagione del Godo giunto a questo traguardo dopo la promozione in serie A2 nell’ottobre 1991, la promozione in A1 (poi diventata IBL) nel settembre 2005, l’iscrizione all’A2 nel 2016 (non per retrocessione sul campo ma per scelta societaria), infine nel settembre 2018 la promozione di nuovo in serie A1.
Se si pensa che sia stato facile, beh forse, conoscendo le vicende, anche molto critiche, che ci hanno interessato in questi anni, chiunque si ricrederebbe senz’altro – dice il Presidente del Baseball Godo, Carlo NaldoniSono state solo la nostra caparbietà, volontà, serietà, consapevolezza a farcele superare e, nello stesso tempo, a mantenere il massimo livello del nostro impegno sportivo. Dobbiamo tutto all’entusiasmo dei presidenti, a cominciare dal presidentissimo Roberto Saporetti, che ricordiamo con tanto affetto, ai dirigenti, a cominciare dai fondatori, uno per tutti Renzo Casali, ai volontari, ai tifosi che riassumiamo in due figure emblematiche come Murel ed Olao, ai tecnici, a cominciare dal grande, straordinario Bill Holmberg che, purtroppo, recentemente ci ha lasciato, ai giocatori – e mi si consenta di riassumerli in Russ Myers anche per qualità che vanno al di là dei suoi meriti sportivi”.
Inoltre, lo dobbiamo anche alla pubblica amministrazione del comune di Russi ed ai sindaci che si sono succeduti che ci hanno sempre supportato – sottolinea ancora Naldoni – Ecco, è a queste figure, anche le più oscure e dimenticate, che dobbiamo questi 30 anni di successi, è a queste figure che dobbiamo tutta la nostra riconoscenza ed il nostro grazie”.