Major, finalmente si gioca. Stanotte il play-ball 2020

Dopo tante polemiche, scontri, tentativi di accordi, rinvii, da giovedì notte la parola passa al diamante. Parte ufficialmente il campionato più bello ma anche la stagione più corta dal 1878. Per l’Opening Night doppia sfida Nationals-Yankees e Giants–Dodgers

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La grande festa dei Washington Nationals dopo la conquista delle World Series 2019
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Poche ore ancora e poi prenderà il via una delle più particolari stagioni della MLB. Con il primo dei due “Opening Night” che vedrà scendere sul diamante i campioni in carica dei Washington Nationals contro i New York Yankees giovedì 23 luglio alle 19 locali si aprirà la mini regular-season da 60 partite. Poche ore più tardi, alle 22.00 sarà la volta dei Los Angeles Dodgers che ospiteranno i San Francisco Giants. Ventiquattro ore dopo, inizierà per tutti gli altri la stagione più breve nella storia di questo sport. Tra le novità più importanti, oltre a disputare gli incontri in stadi completamente deserti, quella del battitore designato, che approderà per la prima volta nella National League (sarà interessante vedere come reagirà il “Senior Circuit” a questo stravolgimento) e la regola del giocatore in seconda base all’avvio degli extra-inning.

Nel 2019 sono state registrati 6.776 fuoricampo, circa il 10% in più rispetto al record precedente (6.105 nel 2017). Un comitato indipendente ha attribuito questo record ai cambiamenti nella stessa palla da baseball, con i lanciatori che lamentavano un diverso peso che andava a danno del loro lavoro. Se la tendenza dovesse essere confermata, e le palle utilizzate nei “summer-training” sembrano confermare questa sensazione, considerando il numero di partite da disputare quest’anno, potremmo trovarci a fine stagione a parlare di circa 2.600 homerun che vorrebbe dire, in proiezione su 162 gare, un possibile record di 7.000 fuoricampo. Ma andiamo ad analizzare cosa ci aspetta nel campionato che sta per partire.

Tra i giocatori più attesi alla conferma in questa stagione c’è senza dubbio Robert Acuna Jr. Il 22enne esterno degli Atlanta Braves lo scorso anno è stato ad un passo dal diventare il quinto giocatore di MLB ad entrare nel “40/40 club”, l’esclusivo e ristretto gruppo di giocatori che in una stagione realizza 40 fuoricampo ed altrettante basi rubate. Un infortunio all’inguine ha fermato il venezuelano a 41 “homerun” e 37 “stolen base” e con 60 partite a disposizione ci si chiede quanto possa valere arrivare a quota 20/20 (che proiettato sulle 162 gare significherebbe oltre 50 fuoricampo e basi rubate).

Altro giocatore da guardare con attenzione è lo slugger degli A’s Khris Davis. Il 32enne esterno sinistro di Oakland dopo aver avuto per 4 anni di fila (dal 2015 al 2017) una media battuta di .247 lo scorso anno, complice un infortunio all’anca, è sceso a quota .220, la più bassa della sua carriera.

Dopo aver giocato appena 38 gare nel 2018 e aver saltato la stagione 2019 per interventi chirurgici a tallone e caviglia, il 34enne Yoenis Cespedes è pronto a dare il suo contributo, magari come battitore designato, ai Mets che hanno già in Pete Alonso una formidabile potenza di fuoco.

Si sta riprendendo dall’operazione chirurgica nota come “Tommy John surgey”, la più comune tra i giocatori di baseball, quello che dai più è considerato il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi, Shohei Ohtani. Il 26enne giapponese approdato agli Angels nel 2018, lo scorso anno è stato vittima dell’infortunio al braccio e non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale, ma ha già impressionato gli esperti. CC Sabathia alcuni mesi fa in un suo podcast lo ha definito “il più grande giocatori che abbia mai visto”. D’altro canto i numeri parlano chiaro: come slugger ha una media battuta di .286 con 18 fuoricampo e 62 punti battuti a casa, mentre come lanciatore ha messo insieme 51.2 inning con 3.31 di media ERA e 63 strikeout. Un giocatore che definire completo è poco. E con lui, Mike Trout ed il neo-acquisto Anthony Rendon, c’è da credere che il nuovo manager degli Angels Joe Maddon farà divertire i fan di Anaheim.

Tra le possibili novità di questo 2020 c’è il giovane catcher dei Baltimore Orioles Adley Rutschman. 22enne nativo di Portland che gli O’s stanno tentando di tenere nascosto nel tentativo di “bloccarlo” con un contratto molto lungo. Prima scelta del draft 2019, Rutschman è un prospetto d’élite già paragonato alle potenzialità di Bryce Harper nel 2010 e di Buster Posey nel 2008. Altri giovani che potrebbero mettersi in mostra questa stagione sono Jarred Kelenic, 22enne esterno centro mancino dei Seattle Mariners ed il suo compagno di franchigia Julio Rodriguez, anche lui esterno di belle speranze, ma di 3 anni più giovane.

Ma quali saranno le squadre protagoniste del 2020? I Nationals riusciranno a ripetere il trionfo dello scorso anno o saranno i Dodgers a porre fine al lungo digiuno di vittorie delle World Series? Sarà invece la volta degli Yankees, magari trascinata dal nuovo partente Gerrit Cole?

Partendo proprio dalla East Division di American League sono gli Yankees la squadra da battere, ma occhio ai Rays, squadra in grado di sorprendere già lo scorso anno. E sulle 60 partite non è detto che il divario tra le due franchigie sia così evidente. Più staccata Toronto Blue Jays, nonostante alcuni giocatori interessanti come l’interbase Bo Bichette ed il terza base Vladimir Guerrero Jr., entrambi rookie del 2019 con ottimi risultati alle spalle e notevoli margini di crescita. Sembrano destinati ad un altro anno di transizione i Boston Red Sox, peraltro orfani di Mookie Betts, approdato ai Dodgers.

Nella Central Division di AL c’è la battaglia più equilibrata del “Junior Circuit” con Cleveland, Chicago e Minnesota molto vicine tra loro. I White Sox potranno contare sull’interbase Tim Anderson, che lo scorso anno è emerso in fase offensiva con una media battuta di .335 (la più alta in MLB), e sul lanciatore partente Lucas Giolito, che nel 2019 ha messo insieme una striscia vincente di 9 partite. Inoltre si è rafforzata con gli innesti del partente Dallas Keuchel e del catcher Yasmani Grandal. Occhio anche alla crescita dell’esterno Eloy Jimenez ed all’innesto del giovane e promettente rookie Luis Robert. A cercare di resistere ai White Sox ci sono i Minnesota Twins, desiderosi di ripetere la vittoria di Division dello scorso anno. I “Twinkies” detengono il poco invidiabile record di 16 sconfitte consecutive in gare di post-season, la più lunga striscia di sconfitte consecutive nella storia di tutti gli sport professionistici americani, in condominio con i Chicago Blackhawks del 1975-79 (NHL). L’ultima vittoria di play-off risale a gara-1 della ALDS del 2004 contro gli Yankees, a seguire solo sconfitte. Dopo la sorprendente stagione dello scorso anno c’è da credere che i Twins torneranno alle post-season anche nel 2020 e chissà che non riescano ad interrompere questa striscia negativa.

Nella West Division di AL restano gli Astros la squadra da battere nonostante il terremoto delle passate off-season legate allo scandalo dei segni rubati. Dusty Baker avrà l’ingrato compito di riportare in fretta la franchigia ai massimi livelli, nonostante la rinuncia a Gerrit Cole e la crescita esponenziale degli Angels. Oltre queste due realtà c’è da tenere sotto occhio Oakland che ha un notevole equilibrio nella struttura del roster e che nel breve periodo potrebbe riservare qualche sorpresa e comunque potrebbero essere tra i protagonisti della Wild Card.

Nella East Division di National League la lotta sembra sempre molto serrata e vede almeno quattro franchigie in lotta. Phillies, Mets, Braves ed ovviamente i campioni in carica dei Nationals sono tutte franchigie che potrebbero imporsi in chiave Division. Soprattutto con così poche gare a disposizione. Anche se con una rotazione di partenti che annovera un trio del calibro di Max Scherzer, Stephen Strasburg e Patrick Corbin, Washington sembra avere una marcia in più.

Come per la American League, anche in questo caso la Central Division sembra essere la divisione più aperta. Al trio di pretendenti Brewers, Cubs e Cardinals in questa stagione sembrano aggiungersi anche i Reds che con la crescita di Luis Castillo, il consolidamento di Sonny Gray, Anthony DeSclafani e Trevor Bauer, e l’innesto di Wade Miley hanno creato una rotazione dei partenti di notevole spessore. Al quadro c’è da aggiungere che Cincinnati si è rafforzata anche in attacco con gli arrivi di Mike Moustakas e Nicholas Castellanos e anche la formazione dei Reds dovrebbe essere competitiva.

Infine nella West Division c’è solo da scegliere quale franchigia potrà resistere di più allo strapotere dei Dodgers. Ci sarebbero i Padres, ma la difesa di Arizona potrebbe far propendere proprio per i Diamondbacks che peraltro potrà contare su una rotazione dei partenti con stelle del calibro di Madison Bumgarner, Robbie Ray, Zac Gallen, Luke Weaver e Merrill Kelly.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.