Città del baseball senza campionato, il sindaco: “Ha perso Nettuno”

Della Millia ci aveva ripensato, la Fibs è stata irremovibile. Il primo cittadino se la prende con Marcon ma riconosce: “Giornata triste”

Valerio Cosmi
Il sindaco di Nettuno Alessandro Coppola
© Valerio Cosmi

“Disuniti si perde e a perdere oggi sono Nettuno e i nettunesi”. Al termine di una giornata convulsa, di tentativi di ripensamento sul ritiro del Nettuno 2 dal massimo campionato, il sindaco della “Città del baseball” affida a un lungo sfogo su facebook le sue considerazioni. E conclude proprio con la sconfitta di “Nettuno e dei nettunesi”. Coppola, che invano ha cercato di riunire le anime del movimento, far superare i personalismi, non risparmia frecciate al presidente federale Andrea Marcon ma è conscio che il guaio ce l’ha in casa. Si scopre, per esempio, che alla rinuncia di ieri sera Della Millia aveva già ripensato. Troppo tardi.

“E’ una giornata triste per il baseball e per tutta la città di Nettuno. Dopo 70 anni di militanza nella massima divisione nazionale non ci sarà in questo 2020 nessuna squadra che vestirà la maglia di Nettuno. Il momento di grande emergenza aveva indotto le società nettunesi ad unificare le risorse sportive in un’unica squadra, attraverso una scelta condivisa sulla partecipazione del Nettuno 2 nella massima divisione. Il Presidente Domenico Della Millia, in un pur comprensibile momento di sconforto legato presumibilmente alle difficoltà economiche cui non è sfuggito neanche il movimento del baseball, nella serata di ieri ha comunicato, certamente con leggerezza e senza il conforto dei partners, il ritiro della squadra dal campionato di A1. Cosciente della gravità dell’evento, sin dalle prime ore di oggi ho contattato il Presidente della FIBS Andrea Marcon al fine di indurlo a cestinare la comunicazione del Nettuno 2, menzionando peraltro il ripensamento dello stesso Della Millia che gli era stato già precedentemente manifestato”.

Secondo la ricostruzione del sindaco: “Il presidente Marcon si è mostrato inamovibile. Una decisione che, al di là di ogni considerazione, trovo inaccettabile e illogica con il campionato in partenza tra pochi giorni e con i calendari già fatti contando la partecipazione della squadra nettunese. Certo è, ignorando gli aspetti politici della vicenda, che escludere Nettuno certamente favorirà lo svolgimento del campionato nella ristretta cerchia delle squadre del nord Italia. Ma chiudere le porte non fa il bene di questo sport che senza Nettuno perde la sua piazza più importante e il numero maggiore di appassionati. Le squadre del nord potranno avere più solidità economica, maggiori equilibri societari, ma non hanno il cuore, la passione e la storia della nostra città che ha contribuito più di tutte alla crescita nazionale del baseball”.

L’ingegnere che da un anno guida il Comune non si dà per vinto: “Continuerò a battermi perché Nettuno riunisca intorno al suo intero movimento e concentri le sue forze e le sue risorse in una squadra unica che possa competere ai massimi livelli nazionali e internazionali contribuendo ad avere una maggiore considerazione anche a livello federale. Dispiacerà non vedere Nettuno rappresentato nel massimo campionato italiano di baseball, ma cominceremo da subito a pensare al prossimo anno dove tutti noi dobbiamo fare tesoro di questa esperienza”.