MLB: faccia a faccia Manfred-Clark, deal ancora lontano

Una nuova proposta per giocare 60 partite di regular season e salvare la stagione 2020. Ma tra la Lega e il sindacato giocatori le posizioni non sono così vicine. Lo scoglio da superare è di natura economica e gli stipendi giudicati bassi

Arizonasports.com (Photo by Alex Trautwig/WBCI/MLB via Getty Images)
Il Commisioner della MLB Robert Manfred Jr. e il Direttore Esecutivo della MLBPA Tony Clark durante il World Baseball Classic 2017
© Arizonasports.com (Photo by Alex Trautwig/WBCI/MLB via Getty Images)

Si susseguono incessantemente voci, supposizioni e varie illazioni sulla possibilità o meno di giungere ad un accordo e iniziare a breve la stagione 2020 della MLB. L’ultima in ordine di tempo, e tra le più accreditate, è quella relativa alla proposta (insoddisfacente) di 60 partite per salvare la stagione regolare. La MLB e il sindacato giocatori (MLBPA), hanno avuto un nuovo incontro due giorni fa. Presenti Rob Manfred (Commisioner della Lega) e Tony Clark (Direttore esecutivo del sindacato). Il faccia a faccia è avvenuto, secondo fonti ESPN, a seguito della riunione fiume di oltre 4 ore di martedì nella quale la MLB ha mostrato insofferenza. I leader della lega infatti, ritenevano ormai concordato il quadro di un accordo a cui mancavano i dettagli. Invece per la MLBPA il programma di 60 partite proposto è considerato troppo breve. Dopo due mesi di trattative quindi sembra essere di nuovo al punto di partenza e l’inizio della stagione non ha ancora una data precisa.

E’ vero che, a seguito di un accordo sancito lo scorso 26 marzo, in assenza di un’intesa tra le parti, la lega ha la possibilità di varare una stagione della lunghezza desiderata (probabilmente circa 50 partite), ma la forzatura potrebbe creare una crepa pericolosa e la lega vorrebbe evitare di far montare il risentimento da parte dei giocatori. Il sindacato, da parte sua, sa bene che la sua decisione potrebbe indispettire i proprietari e spingere la lega a mettere in piedi la stagione senza giungere a un accordo negoziato.

Ovviamente lo scoglio da superare è di natura economica. La ripartizione degli stipendi con solo 60 partite da disputare per la MLBPA è giudicata troppo bassa. E sembrano giudicate non sufficienti le misure “compensative” proposte. La prima è la possibilità di portare da 10 a 16 squadre le prossime due post-season: sarebbe una buona cosa per le tasche dei giocatori visto che spingerebbe i proprietari a maggiori investimenti ingolositi dall’aumento delle possibilità di giocarsi i play-off e inoltre aumenterebbero le possibilità di ricevere dei bonus legati ai vari passaggi ai turni successivi. La seconda misura compensativa, a livello di indiscrezione, è quella di aggiungere pubblicità alle loro divise, con conseguenti maggiori incassi economici.

Ecco perché al termine della riunione di Phoenix anche Manfred, che fino alla scorsa settimana si mostrava granitico nella sua certezza che in un modo o nell’altro la stagione sarebbe partita, ha iniziato a vacillare nelle sue certezze: “Non sono fiducioso. Penso che ci sia un rischio reale (di non giocare, ndr) e finché non ci saranno dialoghi, quel rischio reale continuerà”

I commenti del Commissioner, secondo ESPN, hanno spinto verso l’incontro “ristretto” tra Manfred e Clark svoltosi intorno alla possibilità di un nuovo programma di spring-training che inizierebbe il 28 giugno e della durata di tre settimane, e che porterebbe ad una stagione che si concluderà il 27 settembre. La lega ha tenuto ferma la data di fine stagione, motivandola con i timori di una seconda ondata di coronavirus e tentando di soddisfare i suoi partner televisivi sulle esigenze di palinsesto stagionali.

Secondo fonti anonime il potenziale spazio di manovra nel programma (la proposta di 72 partite di MLB è stata fatta meno di una settimana fa) ha portato i giocatori a credere di poter ragionevolmente spingere per una stagione più lunga di 60 partite. La chiave di volta potrebbe essere proprio la possibilità di trovare un accordo sul numero di partite giocate, ma più giorni passano senza accordo più i rapporti tra le parti si deteriorano, i margini di manovra si riducono, ed il rischio concreto che alla fine la stagione non partirà affatto inizia a materializzarsi.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.