Premier 12, all’Australia bastano due punti al 1° per piegare gli Usa

Nella prima gara del terzo turno del Super Round decisiva la partenza a freddo di Tanner Houck. Gli yankee riescono solo ad accorciare con l’homer di Payton. Solo nove valide per i pitcher

Ezio Ratti/WBSC
Campbell segna il secondo punto dell'Australia contro gli Stati Uniti
© Ezio Ratti/WBSC

TOKYO – Non ci sono più squadre a secco di vittorie nel Super Round del Premier 12 in svolgimento in Giappone. Mercoledì mattina, al Tokyo Dome, l’Australia ha piegato (2-1) gli Stati Uniti, al termine di una sfida dominata dai nove lanciatori che si sono alternati sulla collinetta, che hanno complessivamente concesso 9 valide (5 per l’Australia, 4 per gli Usa).  Ottimo il comportamento delle due difese, in particolare quella australiana.

Gli Aussie, alla seconda vittoria nel torneo dopo quella con Canada a Seoul, sono riusciti a sfruttare una partenza a freddo del partente a stelle e strisce Tanner Houck (che ha poi effettuato tredici out di fila) facendolo capitolare due volte al 1° inning e  hanno conservato quel tesoretto fino alla fine, nonostante il fuoricampo di Payton che ha riaperto i giochi all’ottavo turno. Gli Usa non hanno avuto altre chanches di rimonta, essendo arrivati solo due volte in seconda: al 6° con due basi ball e all’ottavo, dopo l’homer, con un singolo e una rubata. L’Australia (settima nel ranking mondiale) ha insomma fatto la partita della vita contro la n.2 al mondo, non facendo passare nulla in difesa, con azioni davvero sensazionali. Per entrambe, con una gara da giocare, rimane solo la possibilità di agganciare il quarto posto. 

Il partente Usa Tanner Houck (Ezio Ratti/WBSC)

Il primo inning, risultato poi decisivo,  è stato da incubo per gli Stati Uniti. Il partente Tanner Houck, scelto al primo round dai Boston Red Sox nel 2017 (nel 2019 ha giocato tra Portland in doppio e Pawtucket) ha concesso due basi e due doppi ai Canguri, firmati da  Campbell e Whitefield. Sulla battuta dell’esterno centro sono andati a casa Campbell e Glendinning. Dal secondo turno, però il 23enne destro, originario dell’Illinois, ha infilato una serie di  dodici eliminazioni, prima di lasciare il posto a inizio sesto a Daniel Tillo, il quale ha proseguito il lavoro del compagno per due riprese, prima dell’ingresso di Noah Song. 

Tim Atherton, il pitcher vincente di Usa-Australia (Ezio Ratti/WBSC)

Ottima la prova, per l’Australia, di Tim Atherton, 30enne che gioca nel Brisbane, dopo essere arrivato in triplo A con Okland: nei primi quattro attacchi ha messo in base solo Vaugh, colpito da un lancio alla spalla, Kratz e Dalbec, ball.  Ad aiutarlo una difesa perfetta con due fantastiche prese dell’esterno destro Kennelly e una secca battuta di Bohm raccolta dal terza base George. A spezzare la no-hit del partente aussie è stato Kratz, il miglior battitore della prima base (625) nel quinto inning, con due out. A rilevarlo, dopo un out del sesto inning, con 76 lanci effettuati, il 40enne Peter Moylan. Gli Stati Uniti tornano in gara all’ottavo inning con un fuoricampo a destra di Mark Payton. Adell, subito dopo, batte valido al centro e, dopo il kappa di Dalbec, ruba la seconda, ma Bohm viene messo al piatto da Searle.

 Al nono, con un out, l’Australia trova tre valide consecutive sul rilievo Mills e occupa tutti i cuscini. Il manager Brosius corre ai ripari chiamando il  closer Brandon Dickson, al quale bastano otto lanci per ottenere due strike out e chiudere la ripresa. 

Al cambio di campo gli Stati Uniti mettono subito in base Vaughn, con un singolo interno; Rooker viene preso al volo dal solito Kennelly. Il manager Nillson mette a questo punto Jon Kennedy,  che ottiene una tranquilla salvezza: out il neoentrato Edwards sulla linea 43 e stessa sorte per Kratz,  preso al volo da Kennelly.

LE DICHIARAZIONI DEL DOPOPARTITA. «È una bella soddisfazione per noi, ma è anche una soddisfazione attesa – ha detto il lanciatore vincente Tim Atherton nella conferenza stampa post-partita – Siamo venuti a questo torneo con questa aspettativa in mente e ora stiamo solo eseguendo ciò che abbiamo fatto negli ultimi sei mesi.Ci sono volute però delle grandi prestazioni in ogni reparto lancio, difesa e attacco». 

David Nillson con la sua squadra (Ezio Ratti/WBSC)

 Lo skipper australiano David Nilsson è d’accordo con il suo giocatore: Abbiamo disputato una bella partita; abbiamo giocato bene a baseball e siamo stati una squadra. I due punti nel primo inning hanno esercitato una pressione in più sul  talentuoso team USA. La nostra difesa è stata sensazionale, con alcune grandi giocate alla terza base, alcune buone giocate degli esterni e poi il nostro monte ha fatto un lavoro incredibile».

 Il manager americano Scott Brosius non è stato sorpreso da come si è messa la  gara: «Sapevamo che contro l’Australia sarebbe stata una partita difficile, loro sono stati molto competitivi in ​​tutte le partite giocate in questo Premier12, quindi sapevamo che sarebbe stata una partita molto tirata. È stato solo un po’  deludente non riuscire a segnare abbastanza punti per vincere». 

Alla domanda sul poco riposo della sua squadra, dopo la vittoria Giappone, Brosius non ha accampato scuse: «Ci siamo presentati pronti per giocare. Il nostro pre-game è stato buono. I ragazzi erano entusiasti, pronti a giocare. Non è stata la mancanza di energia né abbiamo sottovalutato la partita».

Tra i protagonisti in maglia verde anche il terza base Whitefield, un 23enne talento di Minnesota che si è dedicato al baseball da cinque anni, dopo aver partecipato, conquistando una medaglia di bronzo ai Mondiali Under 19 di softball maschile, lo sport praticato anche dai suoi genitori.

IL TABELLINO DI STATI UNITI-AUSTRALIA

Informazioni su Maurizio Caldarelli 460 Articoli
Giornalista del quotidiano "Il Tirreno" di Grosseto, collabora anche con la Gazzetta dello Sport.