Addio alle Olimpiadi, l’ora della ricostruzione

La delusione azzurra e la rabbia per la mancata qualificazione ai Giochi di Tokyo 2020, dopo la sconfitta agli Europei. Mazzanti che saluta la Nazionale. Segnali che qualcosa va cambiato per invertire la rotta del baseball italiano

Ezio Ratti (NADOC)
© Ezio Ratti (NADOC)

Disfatta, figuraccia, debacle. Chiamatela come volete ma, purtroppo, il risultato finale non cambia. Il baseball torna alle Olimpiadi, l’Italia resta mestamente a casa. Inizialmente, avevamo l’ambizione di arrivare primi e staccare il biglietto per i Giochi 2020 (due effimere vittorie, rischiando parecchio, contro Sud Africa e Cechia). Le sconfitta con Israele e Spagna hanno riportato Gerali e i suoi con i piedi per terra con la speranza di piazzarci almeno secondi. A Bologna, l’atto conclusivo di un periodo nero: la sconfitta con l’Olanda – ancora lei – e un amaro quinto posto. Addio Tokyo.

Il torneo di qualificazione Europa-Africa ci consegna un’Italia che, dopo l’Europeo, non riesce ad imporre il proprio gioco (distratta nei momenti topici in attacco e poco consistente sul monte di lancio) e fallisce un’altra competizione, quella più importante per il rilancio del nostro baseball. Non solo, il crack azzurro avrà anche effetti sul ranking mondiale. Quel quinto posto porterà a un inevitabile declassamento. Attualmente siamo al sedicesimo posto (e avevamo già perso una posizione), adesso attendiamo la conclusione del Premier12 per conoscere la nuova graduatoria WBSC.

E a poche ore dall’ennesima sconfitta con gli orange a Bologna, è arrivato anche l’addio di Peppe Mazzanti alla maglia azzurra. Un giocatore che con il cuore a pezzi ringrazia per la bellissima esperienza lunga 17 anni è un inequivocabile segnale di cambiamento. Dopo la disfatta, l’Italia – e più in generale tutto il baseball italiano – deve cominciare la ricostruzione.

Qualche domanda su cui riflettere. Era davvero questo il miglior roster che potevamo schierare? Gli oriundi ingaggiati rappresentavano il meglio attualmente disponibile nel farm-system USA? Qualche prodotto “nostrano” lanciato in prima squadra avrebbe potuto dare un apporto maggiore? Le risposte ai lettori e a chi di competenza. Le sentenze ex-post non sono nel nostro stile, ma qualche lecito quesito per fare un bilancio oggettivo credo siano un atto dovuto. E tutto ciò contribuisce per raggiungere un obiettivo: cominciare un lungo, duro, faticoso lavoro di ricostruzione. Se è vero che una volta toccato il fondo non puoi che risalire.

Il baseball italiano deve evitare la fine del Titanic. L’Europeo e la mancata qualificazione a Tokyo 2020 sono solo la punta dell’iceberg. E’una piccola parte del vero problema. Sommerso e ben più grande, che è l’intero movimento in tutte le sue declinazioni (campionato, settore giovanile, eccetera eccetera). E’ dalla base che bisogna ripartire.

Non abbiamo la presunzione né le competenze per indicare alla Federazione e al Presidente Marcon (che lanciò “Change Up”) la strada maestra e le soluzioni da mettere in campo. Cerchiamo di analizzare i fatti e offrire spunti di riflessione e stimoli per una svolta concreta. Qualcuno oggi mi ricordava “Ground Zero”. Quando nel momento del bisogno ci si stringe tutti insieme, si rialza la testa e si riparte. Ecco, questo, è in sintesi ciò che dovrebbe ispirare il movimento. Con la guida di una FIBS lucida, concreta, costruttiva e propositiva, che mai come ora deve prendere in mano la situazione prima che sia irrimediabilmente compromessa. Sperando che non lo sia già.

 

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Nato nel 1964 ad Anzio (Roma) è giornalista pubblicista dal 1987. Grande appassionato di sport USA, e in particolare di baseball e basket, svolge a tempo pieno attività professionale a Milano come Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni con i Media italiani e internazionali presso importanti corporate. Nel corso degli anni, ha collaborato con diverse testate nazionali e locali tra cui Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Tuttosport, Guerin Sportivo, Il Tirreno, Corriere di Rimini, e con testate specializzate come Play-off, Newsport, Sport Usa, Baseball International e Tuttobaseball. In ambito radio-tv ha lavorato per molti anni come commentatore realizzando anche servizi giornalistici per diversi network ed emittenti quali Radio Italia Solo Musica Italiana, Dimensione Suono Network, RDS Roma, Italia Radio e Radio Luna. Ha inoltre condotto programmi e realizzato speciali legati ad importanti avvenimenti sul territorio per alcune televisioni locali. Nel 1998 ha ideato e realizzato il video "Fantastico Nettuno" dedicato alla conquista dello scudetto tricolore della squadra tirrenica di cui è stato per oltre un decennio anche capo ufficio stampa. Significative sono state anche le esperienze professionali negli USA, grazie agli ottimi rapporti instaurati con gli uffici di Media Relations di diversi club (in particolare dei Boston Red Sox) e con le redazioni dei quotidiani Boston Globe e Boston Herald che gli hanno permesso di approfondire i diversi aspetti legati alla comunicazione sui media del baseball professionistico americano. E' stato il primo Responsabile Editoriale di Baseball.it nel 1998, anno di nascita della testata giornalistica online, incarico che ha dovuto momentaneamente abbandonare per impegni professionali, tornando poi in seguito ad assumere il ruolo di Direttore Responsabile. Nell'ottobre del 1997, ha curato il primo “play-by-play” in diretta su Internet del baseball italiano durante le finali nazionali del massimo campionato. Nell'estate del 1998 ha fatto parte del team dell'Ufficio Stampa del Campionato del Mondo di baseball.