Mondiale under 18: promossi, bocciati, sorprese e…

Gijang (Corea del Sud) Il mondiale è in soffitta, l’appuntamento è all’edizione 2021 in Florida, è l’ora di un bilancio che vada oltre il risultato acquisito sul campo con la vittoria di Taipei dopo 50

I questionari del sondaggio per conoscere la soddisfazione o meno del pubblico

Gijang (Corea del Sud) Il mondiale è in soffitta, l’appuntamento è all’edizione 2021 in Florida, è l’ora di un bilancio che vada oltre il risultato acquisito sul campo con la vittoria di Taipei dopo 50 partite disputate al Dream Ballpark, la maggior parte delle quali – soprattutto nel super round – di assoluto livello.

Un’analisi diversa, particolare, che guarda ai numeri certo ma anche alle impressioni di dieci giorni nell’impianto di Gijang, nella contea di Busan, seconda città della Corea con 3 milioni di abitanti e un lungomare mozzafiato.

Una sorta di classifica, insomma, vediamola partendo dal presupposto che la macchina organizzativa della Wbsc e del comitato locale non ha avuto sbavature: perfetta.

Promossi: Taipei e Usa, i nuovi campioni del mondo e i finalisti, battuti dopo 4 vittorie di fila. Sono le squadre migliori e più complete viste qui.

Tra i giocatori il seconda base coreano Kim (5 premi individuali vinti), il lanciatore giapponese Okugawa (18 k) e quello di Taipei Yu Chien , l’esterno centro degli Stati Uniti Pete Crowe Armstrong e quello sinistro di Taipei Lo, due prese al volo che sono valse praticamente la vittoria della sua squadra.

Il review, grazie alla quale è stato possibile rivedere alcune decisioni o confermarle. Senza polemiche né le lungaggini della “var” alle quali ci ha abituato il calcio.

I volontari, una squadra sempre disponibile e praticamente perfetta, in particolar modo quando c’è stato da sistemare i terreni di gioco in caso di pioggia.

Il pubblico coreano, sentire i bambini lanciare il grido “Dae han min kuk” e i presenti battere le mani a tempo, è stato straordinario

Bocciati:

Spagna, partita bene ma spentasi con il passare dei giorni, pesa la sconfitta clamorosa con la Cina; Panama, Nicaragua, della serie “c’era una volta” la scuola centro americana e il povero Sud Africa, non può ancora competere a questi livelli.

Rimandati:

I bunt, un fondamentale che troppo spesso è stato sbagliato e (dal Giappone) anche abusato, andrebbe inserito nelle statistiche quanti tentativi e quanti riusciti, come per le basi rubate; il “clock”, non l”idea in sé perché ai cambi di inning e nelle “visite” funziona, si deve trovare anche qualche altro sistema per accorciare i tempi, tipo far entrare subito il rilievo senza concedergli troppi lanci di preparazione; le previsioni meteo, doveva diluviare l’intera settimana e invece ha fatto seriamente maltempo un giorno, nei successivi fastidi e basta, meglio così ma questi modelli matematici per le previsioni…. Corea (salvata un paio di volte dal tie break, ha vinto il bronzo ma alla fine non ha brillato), Olanda (bella prestazione in avvio, poi il pesante ko con il Canada ha compromesso la qualificazione, si pensava meglio) Canada, (partito alla grande si è perso per strada) e Cina (nessuno si sarebbe aspettato due vittorie)

La sorpresa:

L’Australia, arrivata a giocarsi il bronzo eliminando il Giappone, dopo un solo ko pesante e con partite sempre strette. Un fuoricampo al nono le ha tolto il terzo posto, ma hanno impressionato. Non c’è stata nemmeno una contestazione, su nessuna chiamata degli arbitri per strike e ball, grande rispetto anche tra le squadre

La delusione:

Il Giappone, arrivato primo nel ranking e accreditato per la vittoria, se ne va quinto. Aver “conservato” i lanciatori non è servito, né chiamare bunt con ogni uomo portato in prima.

La curiosità:

Il fischio che in caso di palla in foul oltre la recinzione avvisava il pubblico del pericolo, i selfie che le squadre si facevano dopo la vittoria per essere postate su twitter, il sondaggio che il comitato locale ha fatto tra il pubblico per sapere il grado di soddisfazione sui servizi. Due arbitro donna in finale, una scelta ben riuscita

E’ mancato:

Il merchandising, nemmeno una spilla della manifestazione che quando arrivano migliaia di persone si sarebbe certamente venduta. Il comitato locale non ha ritenuto di produrre gadget, t-shirt e cappellini. Peccato.