Le magnifiche 8 a caccia del titolo NCAA

Scattano domani le sfide decisive delle College World Series ad Omaha, nel Nebraska. Dopo l’uscita di scena a sorpresa di UCLA restano super favorite Vanderbilt, Arkansas e Mississippi State ma attenzione alle outsider Louisville e Florida State

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Ad Omaha scatta la tradizionale corsa al titolo NCAA
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Le College World Series 2019 partono domani. C’è una comprensibile attesa per la kermesse finale della stagione del baseball NCAA che andrà in scena sul diamante del TD Ameritrade Park di Omaha, nel Nebraska. E fra i tanti eventi collaterali per le migliaia di appassionati c’è anche la sfida MLB fra i Detroit Tigers ed i Kansas City Royals.
Le 8 partecipanti, che si affronteranno col tradizionale sistema della “doppia eliminazione” (nessuna esclusione diretta ma solo alla seconda sconfitta), sono divise in 2 raggruppamenti da 4 squadre ciascuno: le vincenti si scontreranno poi nella finale vera e propria, al meglio dei 3 incontri, in programma fra il 24 ed il 26 giugno per aggiudicarsi il titolo nazionale attualmente detenuto da Oregon State, eliminata a sorpresa a livello di Regional sul proprio diamante dopo due sconfitte consecutiva per mano delle sorprendenti Cincinnati e Creighton.
L’esclusione dei campioni in carica non è stata però l’unica grande sorpresa in questi due ultimi fine settimana di gare, visto quello che è successo ad UCLA, testa di serie numero 1 e dominatrice assoluta per gran parte della stagione regolare. Dopo aver sofferto e molto a livello di Regional (contro l’insidiosa Loyola Marymount), UCLA è stata eliminata sul proprio diamante nei Super Regional dalla sorprendente Michigan che curiosamente aveva già battuto i californiani a marzo in regular season, confermandosi la bestia nera e tornando ad Omaha per la prima volta dal lontano 1984.
Da segnalare come tutte e 3 le rappresentati della PAC 12 conference (Ucla, Stanford e Oregon State), reduci da un’ottima stagione e ritenute favorite per le College World Series, non siano arrivate ad Omaha al contrario di Florida State capace di superare la forte Georgia e quindi LSU regalando al manager Mike Martin (l’allenatore più vincente a livello NCAA con oltre 2.000 vittorie) la soddisfazione di arrivare alle College World Series nella sua 40esima e ultima stagione alla guida dei Seminoles.
Da sottolineare altresì la presenza fra le magnifiche 8 di ben 4 compagini appartenenti alla Southeastern Conference (Auburn, Arkansas, Mississippi State e Vanderbilt) che si conferma la migliore nel batti e corri a livello di College.
Ancora curiosità: non si spezza la “maledizione” della testa di serie numero 1 vista l’eliminazione di UCLA e bisogna ricordare come l’ultima numero 1 del tabellone NCAA a vincere il titolo nazionale sia stata Miami nell’ormai lontano 1999.
Favorita assoluta è senz’altro Vanderbilt, completa e forte sia sul monte di lancio, con Kumar Rocker autore di una shutout no-hitter contro Duke nel Super Regional, che in battuta con l’esterno destro J.J. Bleday, scelto dai Miami Marlins con il numero 4 nel recente draft MLB.
Alle spalle dei super favoriti troviamo Arkansas e Mississippi State: i primi vogliono vendicare la sconfitta in finale dello scorso anno e per fare ciò si affideranno al loro primo pitcher Isaiah Campbell, scelto dai Seattle Mariners (due vittorie in questo torneo NCAA), e alle mazze pesanti degli esterni Dominic Fletcher e Heston Kjerstad.
Esperti e talentuosi anche i Bulldogs di Mississippi State con le stelle Ethan Small, capace di ottenere due successi sul monte finora con ben 18 strike-out in 12 riprese lanciate, e l’esterno centro Jake Mangum, leader all-time di valide con 378 nella Southeastern Conference.
Possibili outsider senz’altro molto pericolose Louisville e Florida State: i primi dopo la flessione di rendimento durante il torneo della Atlantic Coast Conference si sono ripresi alla stragrande con l’unica pecca della sconfitta contro Illinois State a cui hanno fatto seguito ben 5 vittorie che hanno riportato Louisville ad Omaha dopo l’assenza nel 2018. Per i Cardinals in evidenza il lanciatore Bobby Miller che è andato molto vicino ad una no-hitter contro East Carolina e un grande line-up guidato da Danny Oriente (4 su 7 nel box con 3 rbi), l’interbase Tyler Fitzgerald e l’esterno sinistro Jake Snider.
Chi invece insegue un sogno è Florida State dove tutti i giocatori vorrebbero regalare al manager Mike Martin un’ultima College World Series da ricordare. I Seminoles dopo essersi sbarazzati della favorita Georgia si sono ripetuti contro LSU grazie alle battute del terza base Drew Mendoza e ai lanci del rilievo Antonio Velez, vincente in entrambi i successi decisivi.
Le mine vaganti di questa edizione delle College World Series rispondono al nome di Auburn, Michigan e Texas Tech, quest’ultima guidata dall’interbase Josh Jung (scelto al numero 8 dai Texas Rangers nell’ultimo draft MLB) e che in un’annata eccezionale per l’ateneo texano (ad Aprile i Red Raiders sono arrivati ad un passo dal titolo nel basket NCAA con l’italiano Davide Moretti protagonista) vogliono continuare a far sognare i loro tifosi.
Il programma delle College World Series prevede, per iniziare, da un lato del tabellone due sfide molto equilibrate come Michigan–Texas Tech e Arkansas-Florida State, mentre dall’altra il confronto Vanderbilt-Louisville e a seguire la sfida tutta Southeastern Conference fra Auburn e Mississippi State.

 

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Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.