Non è vero che il Premier12 non vale

Le “interviste” rilasciate dal presidente federale al suo responsabile dell’ufficio stampa e riportate dal sito della FIBS non è che siano la mia prima lettura. Così quella dello scorso 8 marzo l’avevo vista, ma praticamente

Il torneo nel 2015 prevedeva un premio di partecipazione a ogni nazionale di 150 mila dollari. Per l'edizione 2019 si parla di 250/300 mila dollari

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Le “interviste” rilasciate dal presidente federale al suo responsabile dell’ufficio stampa e riportate dal sito della FIBS non è che siano la mia prima lettura. Così quella dello scorso 8 marzo l’avevo vista, ma praticamente saltata, avendo altri impegni più pressanti.
Oggi ho avuto il tempo e il modo di leggerla, e mi è saltato all’occhio un passo, là dove è scritto: «A proposito di economia, è stato scritto che l’eventuale esclusione dal Premier12 2019 sia un danno economico. “Probabilmente da chi confonde il Premier12 col Classic: non sono previsti dividendi provenienti dal Premier12. Il torneo è indiscutibilmente prestigioso, ma la prima edizione ha dimostrato senza ombra di dubbio che difficilmente per noi, vista la collocazione temporale, può servire da laboratorio per la squadra e, realisticamente, tanto meno da opportunità di qualificazione olimpica. Certo, al di là delle considerazioni che, come movimento, la Repubblica Dominicana nei primi 12 al mondo ci sta tutta, non va dimenticato che il sistema di assegnazione dei punti del ranking WBSC tiene conto delle attività e delle vittorie continentali e mondiali, quindi, per come è strutturato il calendario internazionale, le squadre europee non hanno possibilità di fare punti nei mesi invernali, contrariamente a quelle americane. I nostri obiettivi sono comunque, comprensibilmente, altri e lo staff tecnico di Gibo Gerali è d’accordo con me.”».
Non è mica vero! Infatti in occasione della prima edizione della manifestazione, nel 2015, la sola partecipazione è valsa ad ogni nazione 150 mila dollari e per l’edizione dell’anno prossimo si sente parlare di 250/300 mila. In più, anche nella pratica impossibilità per l’Italia di staccare il pass per le Olimpiadi direttamente al Premier12, e con verosimilmente gli azzurri impegnati per cercare il biglietto per Tokio 2020 nella qualificazione Europa/Africa in marzo, prepararsi con qualcosa da fare a livello competitivo e con avversari di valore, anche se in novembre, non sarebbe stato male.

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Mino Prati, giornalista dal 1979, ha scritto di baseball per 'Il Giornale Nuovo', la 'Gazzetta di Bologna', 'Stadio', 'Tuttobaseball' e 'Baseball International' e 'Agenzia ANSA' e 'Il Resto del Carlino', oltre ad essere stato il curatore del sito BaseballNow. É stato anche direttore responsabile, a livello bolognese, di diverse testate tra cui 'Fuoricampo', 'Baseball Time' e 'Baseball Oggi', nonchè addetto stampa della Fortitudo Bologna. Ha lavorato per l'Ufficio Stampa F.I.B.S. Ha pubblicato l'Almanacco del Baseball, per la Nuova Sagip, nel 1980. Oltre che giornalista, vanta un'esperienza anche dall'altra parte "della barricata": ex-tecnico, dirigente di società, a livello di categorie minori praticamente da sempre (dal 1972) a Minerbio (in provincia di Bologna dove è stato uno dei fondatori della società), e come Direttore Tecnico nelle Calze Verdi Casalecchio (Serie A2-1991) prima e nella Fortitudo Bologna (Serie A1-1992/93) poi. Più volte eletto negli organismi locali della Federbaseball a livello provinciale e regionale. E' stato il Responsabile Editoriale di Baseball.It nel 2002.