Il sogno dei Giochi, tra ricordo e rivincita

Fochi e quella partita (vinta) al Dodgers Stadium, Centrone e la voglia di riprovarci, da manager 

C'è chi ha vissuto le Olimpiadi da protagonista assoluto e chi è arrivata a un passo dal sogno, ma si è fermata e oggi ha l'occasione di riprovarci. I Giochi sono l'obiettivo di ogni atleta, Massimo Fochi – oggi vice presidente federale – non solo l'ha centrato ma ha il suo nome scritto nella storia.
 
E' stato il lanciatore vincente nella gara d'esordio dell'Italia a Los Angeles 1984, quando il baseball venne inserito come sport dimostrativo. Finì 10 a 7 per gli azzurri contro la Repubblica Dominicana. "Una situazione indescrivibile – racconta – mi chiamarono dal bullpen, eravamo al Dodgers stadium pieno di gente non tanto per noi, ma perché poi giocavano gli Usa, mi tremavano le gambe, il sogno di un bambino che si avverava, poi prese il sopravvento la tensione agonistica e andò bene, immaginate tutto questo per un ragazzo di 18-19 anni…"
 
Chi ha sfiorato i Giochi è Marina Centrone, oggi manager delle azzurre del softball. "Per due volte ci siamo andate vicine, ma non siamo riuscite. Essere con il softball alle Olimpiadi è importante perché le ragazze hanno un obiettivo in più. Tante hanno smesso perché per una donna arriva la famiglia, gli impegni si moltiplicano, allora fai un mondiale, magari riesci a fare il secondo, ma poi lasci. Con le Olimpiadi è diverso, se c'è quell'obiettivo in ballo punti a quello". E lei, adesso, vuole prendersi la rivincita.  
 

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