Incertezza a Nettuno con il campionato ormai alle porte

La revoca dell'affidamento dello stadio Steno Borghese, le dimissioni del sindaco Chiavetta, notifiche partite e possibili ricorsi. E pare che i guai siano appena iniziati…

La stampa locale non avrebbe dubbi a tal proposito, le dimissioni del sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta hanno buonissime possibilità di esser ritirate. L'attuale ex primo cittadino ha tempo sino al 24 marzo per presentare una nuova giunta e riprendere da dove aveva lasciato ieri. Certo, con degli equilibri per ora tutti da trovare.

La notizia che però ha interessato gli appassionati della Città del Baseball è un'altra ed è deflagrata stamane, quando qui da Baseball.it abbiamo comunicato in anteprima che a causa di una situazione irregolare nell'affidamento dello Steno Borghese, l'impianto tornava nella piena disponibilità dell'ente.

La determina è la numero 66 del 4 marzo 2015, firmata dal dirigente dell'area economico finanziaria, Vincenzo Diana. Oltre a quanto esposto nel precedente articolo, il dirigente “ordina alla Ssd Nuova Baseball Club Città di Nettuno Arl di lasciare libero da persone e cose lo stadio di baseball a decorrere dalla data di notifica del provvedimento, autorizzando l'Ufficio Sport e l'Ufficio Patrimonio, di concerto con il Comando della Polizia Locale, agli atti consequenziali”.

Quindi è partita la notifica dell'atto, indirizzata oltre che al Comando della Polizia Locale, anche a Federico Fortini (come amministratore unico della Ssd Nuova Baseball Club Città di Nettuno Arl oltre che nipote del presidente della società, Piero Fortini) ed a José Gregorio Calicchio, il fantomatico venezuelano che ricopre il ruolo di liquidatore della Ssd Nettuno Baseball, la società che nel febbraio del 2011 ricevette l'affidamento temporaneo dell'impianto e che è attualmente in stato di liquidazione.

Inutile dire che la contesa per il campo di gioco ha subito una svolta importante. Ma che è anche un bel guaio vista la stagione ormai alle porte. Ma è nel momento stesso in cui a Nettuno la politica è entrata nello sport che sono iniziati i guai. Lo scorso anno, con una frase che oggi suona quanto mai infelice e che incredibilmente era riuscita a trovare persino d'accordo molti protagonisti, il dimissionario sindaco Alessio Chiavetta si riteneva comunque compiaciuto del fatto che ci fossero due squadre di massima serie a Nettuno.

Limitandosi all'aspetto tecnico, con poche risorse nel territorio e perlopiù divise, nella passata Ibl le due formazioni di Nettuno fallirono entrambe l'obiettivo play off. Durante l'inverno tra le tante cose che si sono viste e sentite anche la nomina di Lenny Randle a manager del Città di Nettuno a metà ottobre durante una visita “amarcord” in ricordo dei bei tempi ad inizio anni '80 quando il Nettuno era sponsorizzato dalla Polenghi Lombardo. Fatto salvo che dell'ex stella della Major League da tempo ormai non se ne parla più, e la squadra la sta allenando Guglielmo Trinci. Putacaso lo scorso anno sulla panchina del Nettuno 2.

Non più tardi di una settimana orsono lo stesso sindaco parlava di come fosse importante cercare una soluzione concertata e che andasse bene a tutti. Frasi in classico “politichese” che come reale significato avevano quello che Chiavetta non si voleva immischiare in una situazione che lo vedeva in mezzo a due fuochi. Da una parte Marco Cestarelli, capo della segreteria del sindaco e dirigente del Città di Nettuno, dall'altro Domenico Della Millia e Luigi Cerchio, entrambi del Nettuno 2 e rispettivamente consigliere e assessore. In particolare Della Millia nell'ex maggioranza ha fatto parte di quella corrente dei “trasversali” che richiamava il sindaco all'ordine su molte questioni e che ha tenuto in bilico la tenuta dello stesso consiglio in più di un'occasione.

Una soluzione concertata era introvabile, c'era il sospetto prima, c'è la certezza oggi. Tra i tanti retroscena che ci sono dietro tutta questa faccenda, c'è anche chi ha “sgamato” in una copisteria di Anzio le stampe un progetto di riqualificazione dello Steno Borghese che prevede anche la creazione di un centro benessere, oltre che di un ristorante. Lo sport crea profitti anche mettendo a resa le strutture, le squadre di calcio stanno tutte cercando di avere lo stadio di proprietà e quelle degli sport minori non sono da meno.

Occorreva una decisione, una soluzione che l'ex sindaco (o anche attuale, se quelle dimissioni deciderà di ritirarle) si è guardato bene dal cercare, anche se fosse andata a svantaggio di qualcuno. In assenza di questo, è stato scoperto quell'inghippo riguardante le due società entrambe esistenti e quindi quell'irregolarità formale nell'affidamento temporaneo dello Steno Borghese. Il Città di Nettuno, vista l'ordinanza, dovrà lasciare l'uso dello stadio in attesa di nuove disposizioni. O meglio, dovrebbe… Perché il ricorso sembra ovvio e a dirla tutta lo presenterebbe chiunque. D'altro canto il presidente del Città di Nettuno, Piero Fortini, può far leva su una sorta di “buona fede” nell'utilizzo dell'impianto anche se formalmente non aveva titolo per farlo, visto che il cambio di denominazione sociale è emerso quattro anni dopo ed è avvenuto prima del suo arrivo.

Fatto sta che l'inizio del campionato è sempre più vicino e sullo stadio si staglia una coltre di incertezza. Paradossalmente ed a rigor di logica, con il Comune di Nettuno che ha ripreso possesso dell'impianto e senza un'amministrazione reale, la soluzione già scritta sembrerebbe quella di permettere a tutte e due le squadre di allenarsi e poi giocare, pagando di tasca propria i rispettivi consumi energetici e dividendo la manutenzione. Rimandando quindi qualsiasi affidamento a quando ci sarà una situazione politica stabile e una giunta in grado di poter decidere. Certo, non è detto che i soggetti interessati ad un nuovo bando siano solamente due. Chiunque faccia baseball a Nettuno, teoricamente, può ambire ad utilizzare lo Steno Borghese.

Laconico, sotto questo punto di vista, il commento di un amico-tifoso al telefono arrivato a metà mattinata. “Con un solo Nettuno non ci sarebbero stati questi problemi e ci saremmo dovuti preoccupare solamente della squadra”. Concetto ripetuto sino alla noia, magari da sillabare a chi si sta facendo una guerra spietata in nome di un retorico e sempre di moda “bene del baseball nettunese” che però sono in tanti, pur sforzandosi, a non riuscire a scorgere.

Informazioni su Mauro Cugola 546 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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