Baseball, una "malattia" che fa i conti con la crisi

Il presidente del Coni, quello del Chievo, i diversi partecipanti alla presentazione della stagione ammettono che quella per il batti e corri è una vera patologia. Il campionato che parte, con meno partite e il sapore dolce dell'impresa al WBC

A fare gli onori di casa c'è il nuovo presidente del Coni, Giovanni Malagò. A fianco a lui il segretario generale del comitato olimpico, portato via alla IBAF e a Riccardo Fraccari, Roberto Fabbricini. Tra gli ospiti il presidente del Chievo, Luca Campedelli, e quello della Lega di B, Andrea Abodi. Il primo è un grande appassionato e segue di notte la MLB, il secondo dopo l'esperienza dei Mondiali del 2009 di fatto non ha più abbandonato il movimento. Così come l'ex segretario, Marcello Standoli. Perché il baseball "è una malattia", ad ammetterlo è lo stesso Malagò. Lo confermano annuendo quelli che gli siedono attorno, poi lo ribadiscono nei diversi interventi. Nella sala giunta del Coni scorrono le immagini del Classic, il bacio dei giocatori al cielo che "era diventato il segno della squadra" – spiega un orgoglioso Fraccari.

Poi è tempo di parlare del campionato che "sarà equilibrato,  nasceall'insegna delle difficoltà economiche ma comunque col dolce sapore in bocca dato dagli ottimi risultati della Nazionale". Fraccari ricorda "la più grande impresa mai compiuta dal baseball italiano, ovvero la qualificazione al secondo turno del World Baseball Classic, frutto di un lavoro iniziato anni fa".  Ci sono i conti con la realtà, però, a cominciare dal caso Nettuno: "Sarà sicuramente ai nastri di partenza. Non averla sarebbe come se la Juventus non partecipasse alla Serie A". Difeso anche il ritorno al doppio incontro "facciamo un passo indietro per consolidare la situazione, oggi sento parlare di campionati senza retrocessioni e noi lo facciamo da cinque anni, tutti vogliono le accademie e noi l'abbiamo inventata". Malagò – che insieme a Campedelli ha ricevuto la maglia con il suo nome e il numero 1 – ha auspicato che "Discipline come il baseball devono avere visibilità e trovare lo spazio che meritano, e questo sarà uno dei punti che porterò avanti nel mio mandato".  Auspicio anche per le Olimpiadi "io non posso dire nulla, perché ci sono altre discipline in corsa ma il baseball e il softball sono a pieno titolo nella partita".

Dal canto suo Fraccari sa che gioca sul raggiungimento o meno di questo obiettivo la sua presidenza all'Ibaf: "Ho l'intesa con le quattro organizzazioni professionistiche, pensare che si possano fermare i campionati per tutte le Olimpiadi non è possibile, immaginare una settimana sì ma il Cio – che ha già problemi con altri sport professionistici in tal senso – deve cominciare a fare i conti anche con queste realtà. Noi chiederemo ciò che è realisticamente possibile". E chissà che il presidente non riesca a inoculare anche ai rappresentanti del Comitato internazionale olimpico  la "patologia" per il baseball che ha già trasmesso – come ha detto lo stesso presidente del Coni – a Malagò.   

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