C'erano una volta gli stadi di baseball

Un diamante costruito presso una cava di zolfo e sale, uno realizzato in legno ed un altro in un luogo che serviva per rifornire d'acqua le locomotive a vapore. Fino al "Carlini" di Genova, dove la casa base era nel calcio d'angolo

La zona dell'esterno destro era "pattugliata" dalle capre di montagna, così erano chiamati i giocatori, non certo per la barbetta al mento, ma perchè il prato dell'esterno destro si innalzava di circa 8 metri rispetto a casa base, salita questa che iniziava appena dopo la prima base. La collina venne spianata per una larghezza di 3 metri dopodichè continuava a salire. I giocatori si posizionavano su questo piano. Alle loro spalle, proprio al limite del terreno spianato era stata tirata una corda (limite del fuoricampo) e dietro la corda ancora la salita dove si posizionavano i tifosi nel caso che le tribune fossero completamente esaurite nei loro 7.000 posti a sedere. Da casa base alla corda la distanza era di nemmeno 80 metri (235 piedi)! Al centro esterno vi era un enorme tabellone distante 130 metri e all'esterno sinistro la distanza da casa base era di quasi 100 metri.

Questo è il campo denominato "La Cava di Zolfo", il più curioso, originale e affascinante "ballpark" degli Stati Uniti, tanto unico da essere riconosciuto col nome di "The Dump". Costruito a Nashville nel 1870 (ma già si giocava nel 1861) col nome di Athletic Park, in seguito venne chiamato "Sulphur Dell". Il luogo si trovava nei pressi di una sorgente di zolfo e sale trafficata da bisonti, cacciatori e pellerossa. Ogni tanto il campo era soggetto agli straripamenti del vicino fiume Cumberland River e, per questo, venne soprannominato "La Palude". Diverse sono le squadre professionistiche che vi hanno giocato tra cui i Brooklyn e i Giants. Per giocare a Sulphur Dell occorrevano lanciatori mancini ed un line-up con più battitori mancini possibile. I battitori destri, per sfruttare l'esigua distanza da casa base all'esterno destro, erano soliti "scucchiaiare" nel tentativo di battere la palla in quella direzione con la tecnica denominata "in and out swing". Ciò portava delle anomalie nella meccanica della battuta.

Ad esempio ci fu un giocatore, Bob Lemon, che vinse la classifica dei fuoricampo con 64. Gli venne offerto un contratto per andare in Major League con i Cubs e in due anni compilò una media battuta di .178 con zero homer! Un curioso aneddoto (non confermato) ci arriva dalla guerra di Secessione quando venne disputata una partita tra nordisti e sudisti. L'esterno centro venne assassinato da un cecchino che si trovava proprio sulla collinetta all'esterno destro! Il campo di Sulphur Dell è anche testimone della morte del primo giocatore professionista della storia. Si chiamava Louis Henke. Dopo aver battuto una palla a terra si scontrò violentemente col prima base. Fu portato all'ospedale dove morì a causa del fegato spappolato. Gli altri due casi di morte avvenuti dopo un incidente sul campo da baseball furono quelli di Doc Powers (catcher, Philadelphia Athletics) che morì il 12 aprile del 1909 dopo essersi schiantato contro il muro per recuperare una palla al volo (operato all'intestino morì a causa di un'infezione) e di Ray Chapman (interbase di Cleveland) che il 16 agosto del 1920 venne colpito da un lancio di Carl Mays (Yankees). Morì il giorno dopo in ospedale.

Ecco una carrellata di altri stadi di baseball, ricchi di storie e curiosità.

Wahconah Park, Pittsfield (1892) – Questo stadio è qualcosa di speciale, ha un suo fascino perchè costruito tutto in legno. I posti a sedere erano così vicini alla linea di foul che era possibile ascoltare e sentire ogni parola senza l'esigenza di alzare la voce. La caratteristica principale dello stadio erano i gufi (finti) appesi alla tettoia per prevenire che altri uccelli nidificassero sotto la tribuna.

Cordines Field, Newport (1893) – E' lo stadio dove giocano i Newport Baseball Gulls. Venne costruito in una zona chiamata"The Basin".Questo luogo serviva per rifornire di acqua le locomotive a vapore. In seguito alle continue lamentele dei cittadini per l'acqua stagnante e l'aria puzzolente, questa attività venne bloccata. L'area venne risanata permettendo lo svolgimento del campionato di Minor League, che venne però interrotto a causa delle continue rotture delle finestre delle case vicine.

Fuller Field, Clinton (1878) – E' il più vecchio stadio ed è ancora in uso. E' l'unico posto dove si possono correre le basi come fecero i giocatori dal primo giorno di nascita della Lega Professionale. Il campo è stato anche certificato dal libro dei Record. La certificazione avvenne in seguito alle ricerche dello storico A.J. Bastarache che rimediò una antica mappa della città del Massachussets dove individuò l'esatta locazione del campo che poi è quella attuale. Ci fu un'animata diatriba con la città di London, nell'Ontario, sede del "Labatt Park", costruito nel 1877, e ancora in uso. Ma fu scoperto che casa base venne in seguito spostata e il "Labatt Park" perse così la "legittima originalità" di "campo più antico ancora in uso".

Nantasket Bay – Il 2 settembre del 1880, nella cittadina di Hull (vicino a Boston), si giocò la prima partita con le luci! Edison aveva inventato il bulbo incandescente l'anno prima e la "Electric Company" decise a scopo pubblicitario di equipaggiare il campo con l'illuminazione. Vennero costruiti 3 paloni che contenevano ognuno 12 luci, per un totale di 30.000 bulbi incandescenti. La partita venne interrotta sull'incredibile 16-16 per poter prendere l'ultimo traghetto per Boston. Da quel momento passarono 3 anni prima di vedere ancora le luci su un campo da baseball. Ciò avvenne nello stato dell'Indiana a Fort Wayne. Il campo si chiamava "The Grand Dutchess".

Stadio "Carlini" di Genova – Questo stadio è senza ombra di dubbio il più originale in Italia. La pista ciclabile in cemento che circonda il campo da calcio è stata fonte di tante risate e drammi da parte degli esterni. Le partite di baseball si svolgevano su un campo da calcio (come spesso succedeva negli anni '50, ‘60 e ‘70, forse ancora oggi da qualche parte), dove il monte era costituito dalla semplice pedana di lancio che stava al centro di un cerchio disegnato grossolanamente con polvere di gesso. La definizione di "monte di lancio" era puramente formale perchè in realtà non esisteva una collinetta. La pedana si trovava allo stesso livello del terreno. Il piatto di "casa base" si trovava nella posizione di "calcio d'angolo" e la prima base si trovava sul lato più corto del rettangolo del campo da calcio. Alle spalle dell'esterno destro c'era appunto questa pista ciclabile che veniva usata per le gare di velocità per cui l'inclinazione era in direzione del campo. Quando una pallina battuta finiva su questa pista, dopo una serie di rimbalzi, la stessa pallina scendeva seguendo la pendenza della pista ciclabile. L'esterno, o gli esterni, doveva aspettare che la pallina scendesse perchè rincorrerla sul cemento con gli spikes non era una buona idea (non vi dico le cadute!). Discorso diverso era invece per chi giocava esterno sinistro. Qui vi lascio ad una divertente testimonianza di Claudio Acquafresca, esterno dell'Europhon Milano a cavallo tra gli anni 60' e 70'. "Lo stadio Carlini", racconta Claudio "era famoso proprio per la pista. Infatti chi giocava esterno arrivava a Genova anche con scarpe da tennis. Oltre alla pista c'erano le porte da calcio e dietro all'esterno sinistro c'erano le pedane di atletica per i salti (alto, lungo e asta). Ricordo che durante una partita, mentre giocavo all'esterno sinistro, mi infilai tra la porta da calcio e la pedana per l'asta, che si trovavano a pochi metri l'una dall'altra, per prendere la palla al volo su una battuta di Vic Luciani".

Il Blog di Beppe Carelli

Informazioni su Beppe Carelli 25 Articoli
Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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