Parma-Bologna… e tutto quello che c'è da sapere

E' l'ora delle Italian Series: con la collaborazione tecnica di Mauro Mazzotti vi facciamo scoprire e vivere in anticipo le interessantissime sfide-scudetto 2010 tra Cariparma e UGF Assicurazioni

Verso il playball d'una serie finale molto interessante. Fra due squadre – il Cariparma e la Fortitudo UGF Bologna – che propongono un baseball aggressivo, dinamico, intenso nel gioco sulle basi, con la capacità e la voglia anche di osare "rubate" al limite. Non erano le squadre più forti. In avvio di stagione il pronostico era per altri team. Venivano preferite le potenzialità di formazioni con rosters più consistenti come quelli del Nettuno e del San Marino, oppure la solidità che proponeva il Rimini in difesa e sul monte di lancio. Poi… strada facendo Parma e Bologna si sono fatte apprezzare per la regolarità del loro rendimento, per l'organizzazione, il carattere e per il modo di stare in campo. E mentre il Nettuno (troppo superficiale e accompagnato da una mentalità che sarà assolutamente da cambiare) si autoeliminava presto presto e clamorosamente, alla lunga Rimini e San Marino hanno mostrato problemi sorprendenti: i Pirati della Romagna hanno perso compattezza, soprattutto per una gestione non felice dei lanciatori e il San Marino nei momenti-chiave del round robin non è stato capace di graffiare come avrebbe dovuto fare (risultando meno motivato, o meno aggressivo, di Bologna e Parma).
Così, sono arrivate alla finale la Fortitudo e il Cariparma. Le due squadre che hanno avuto più "fame". Le due squadre che si sono rivelate più compatte e che hanno mostrato migliori equilibri rispetto ad altre formazioni più accreditate. E allora, nel presentare l'Italian Series di quest'anno, è giusto, corretto, doveroso cominciare facendo i complimenti ai due managers: Gilberto Gerali (Cariparma) e Marco Nanni (Fortitudo). Bravi. Veramente bravi: per la loro gestione e conduzione (sul piano tecnico ma soprattutto tattico e mentale), per lo spirito che hanno saputo trasmettere ai loro gruppi. E per l'abilità dimostrata nel "mascherare" – nei vari periodi della stagione – i limiti, i punti vulnerabili delle loro squadre. Eh sì, Parma e Bologna non sono di sicuro squadre perfette. Avevano difetti. Hanno tuttora dei limiti, però nel cammino di questi mesi hanno acquisito anche tante certezze.
Curiosità: Bologna ha scelto di affrontare questo campionato con uno straniero in meno (tre anziché quattro) per non dover sacrificare uno dei due oriundi (Mazzuca e Infante); Parma ha rinunciato al secondo straniero sul monte di lancio per averne uno in più come "position player" con conseguente maggiore consistenza del lineup quando può inserire anche Orlando Munoz.
Scopriamola, analizziamola, viviamola… in anticipo questa finale-scudetto. E per farlo, ci siamo avvalsi della collaborazione tecnica dell'allenatore più vincente: Mauro Mazzotti. Personaggio popolare del baseball italiano, personaggio apprezzato o discusso, di sicuro un tecnico con importanti capacità manageriali. Ha costruito squadre vincenti in tre diverse città: a Rimini sul finire degli anni novanta, a Bologna e a Grosseto nel corso di questo decennio. Quattro scudetti vinti, tra il 1999 e il 2007. Ha appena "chiuso" (con le dimissioni) il rapporto con la Telemarket Rimini (due playoff consecutivi) dove s'era creata a livello gestionale una situazione ibrida, che Mazzotti evidentemente ha ritenuto penalizzante per sè e per la squadra.

La prima immagine che balza decisamente agli occhi è la consistenza del line-up del Cariparma. Un ordine di battuta senza punti deboli, senza "vuoti". La UGF Bologna risponde con l'affidabilità del suo monte di lancio, che propone pitchers collaudatissimi come Matos, Moreno, Cillo, Betto, Milano. Ha qualità anche il mound di Parma, ma è indubbiamente corto…
"S'impone immediatamente una considerazione: la serie di finale, per come è programmata, facilita e avvantaggia in maniera molto grossa il Parma in quanto si gioca su tre settimane e non su una distanza ravvicinata di dieci giorni come si faceva gli anni scorsi. Ciò permette maggiori tempi di recupero ed è una situazione importante per chi ha un monte di lancio più corto, seppure di qualità. Il Cariparma pertanto potrà gestire senza problemi Cicatello e Grifantini in questa prima settimana di gare: se anche dovesse essere necessario schierarli entrambi nelle sere di questo week end, avranno l'opportunità di recuperare perché la partita successiva è in programma giovedì della prossima settimana. In passato "gara3" si giocava già il lunedì. E, a seguire, gara4 e l'eventuale gara5. Pertanto penso che, sotto questo punto di vista, il possibile tallone d'achille del Cariparma riguardante il numero dei lanciatori sia da prendere in minore considerazione. Appunto perché la formula è sulle tre settimane".

Mazzotti, è corretto dire che l'esito della serie sarà legato a come, e se, Bologna riuscirà a tenere sotto controllo la potenzialità offensiva del Cariparma?
"E' fondamentale, sempre, in qualunque serie, saper contrastare, limitare, contenere la potenzialità di un attacco. A maggior ragione in questa finale dove c'è una squadra, il Parma, che esprime un rendimento offensivo davvero importante. E' squadra da big-inning. Vale a dire, può mettere in fila diversi… zero e poi al quinto o sesto inning prende fuoco e ci mette di colpo cinque punti. Quando il Parma s'infiamma, non è semplice da limitare. Loro sono bravi a mettere insieme, oltre alle battute valide, anche una base per ball, un colpito, un errore della difesa avversaria. Sanno sfruttare tutto, in quei momenti, per realizzare un big inning".

Bologna ha, comunque, le risorse per contrastare (soprattutto nelle partite dei lanciatori stranieri) la potenzialità offensiva, la pericolosità del Cariparma. E dunque, questa Italian Series 2010 si annuncia come una sfida lunga e di gare con punteggi molto stretti…
"Sulla carta si prevede una sfida abbastanza equilibrata e pertanto una serie lunga. Le partite dispari sono quelle che fanno la differenza, che fanno volare l'inerzia da una parte o dall'altra. Sicuramente se la serie sarà lunga Parma potrà avvantaggiarsi del fattore-campo, avendo a disposizione un maggior numero di partite in casa. E il fatto di giocare in casa significa avere l'ultimo turno di battuta. Non è un particolare di poco conto…".

Eppure, tutto potrebbe ruotare attorno all'esito già di gara1. In questo venerdì speciale per la città di Parma che riscopre una finale-scudetto dopo tredici lunghi anni d'attesa. Si gioca nel "Nuovo Europeo" di Parma, in un ambiente gonfio d'entusiasmo, però è la partita dei pitchers stranieri: quella dove Bologna ha maggiori chances…
"Eh, un inizio già molto indicativo. La Fortitudo dispone, con Matos e Moreno, della migliore coppia di lanciatori stranieri del campionato. Chiaro che fa molto affidamento su di loro. E pertanto se, per caso, Bologna dovesse perdere gara1… già le verrebbero tolte immediatamente delle certezze. E il Cariparma prenderebbe ancor più coraggio. Chiaro che alla Fortitudo andrebbe bene uscire dal primo week end in una situazione di parità. Quando cominci la serie e fai le prime due partite fuori casa, punti a vincerne una. In modo da portarti la serie in casa, dove di solito poi si decide. Quando sei sull'uno a uno, le tre gare successive sono quelle che normalmente fanno pendere la bilancia da una parte o dall'altra".

La necessità, da parte di Bologna, di limitare l'attacco del Parma e di impedirne i big-inning appare come il motivo tecnico principale di queste sfide…
"Parlando dei big inning del Cariparma e di come la Fortitudo UGF può evitarli, penso che sia fondamentale per Bologna concedere pochissimo. Il meno possibile. Pertanto, non commettere errori, ridurre al minimo uomini messi sulle basi per quattro balls. Parma è squadra aggressiva, è squadra che corre, è squadra che mette sotto pressione la difesa avversaria inducendola all'errore, e sicuramente in queste situazioni una base per ball ha il valore di un singolo".

C'è un interrogativo che da giorni sta tenendo in ansia Marco Nanni, manager del Bologna: Jairo Ramos, leader della UGF, infortunatosi ad un polso, ce la farà a giocare in difesa nel suo ruolo di prima base? Oppure, sarà utilizzabile soltanto in attacco come battitore designato?
"La presenza o meno di Jairo in campo può avere un peso notevole. Io, parlando da allenatore, un giocatore come Jairo Ramos in campo lo vorrei sempre. Indipendentemente dalle capacità di chi potrebbe sostituirlo nel ruolo difensivo. Jairo è importante come "presenza". Per la sua personalità. Per la sicurezza che trasmette. E perché Jairo è, semplicemente, un allenatore in campo. Io l'ho avuto per tre anni a Grosseto, con lui ho vinto uno scudetto, ho fatto tre finali e posso affermare che Jairo Ramos Gizzi è un giocatore da playoff, un uomo da finali. E' il giocatore che batte quando occorre, è il giocatore che quand'è lì in difesa sa dire ai compagni la parola giusta al momento giusto, prezioso con i suoi consigli. E' uno che "legge" prima degli altri le situazioni e riesce a posizionare bene la difesa dal campo, cosa importante quando capita che c'è confusione e i giocatori non riescono a sentire le indicazioni che arrivano dalla panchina. Lui è lì e dice una parola al lanciatore, magari evitando che il manager (o il pitching coach) possa fargli una visita. La presenza di Jairo Ramos in campo è importante: non tanto per l'aspetto difensivo in se stesso, quanto proprio per la presenza: fisica e mentale. Ne ho avuto una conferma ai Campionati Europei: durante la delicata finale dell'Italia contro l'Olanda, ho visto Jairo dare suggerimenti al lanciatore Thiago Da Silva e tranquillizzarlo in un momento difficile, l'ho visto scambiare due parole ogni tanto con il catcher Albanese su come giocarsi certi battitori. Jairo è fatto per queste partite".

La città di Parma rivive le forti emozioni, gli slanci, gli entusiasmi di gare per lo scudetto. Da tredici anni aspettava questo momento, l'ultimo titolo tricolore (di un Club che di scudetti ne ha vinti 9, più 13 Coppe dei Campioni!) è datato 1997. Il coinvolgimento emotivo della città è fortissimo, c'è grande voglia di tornare agli antichi splendori. Questo coinvolgimento potrà fare la differenza?
"Sì, è possibile. Anche se il baseball non è sport da contatto fisico e pertanto il pubbico lo senti ma non riesce a trasmetterti quel che può trasmettere in altri sport. Tuttavia, poiché nel baseball in Italia non si è abituati a giocare davanti a tanta gente e in un clima di euforia, di esaltazione, può darsi che uno stadio gremito e gonfio di tifo possa trasmettere una certa carica alla squadra di casa trasformandosi in un fattore forte".

Il Cariparma chiederà ancora gli straordinari ai suoi soli sei lanciatori: Gustavo Martinez, Marco Grifantini, Justin Cicatello, Roberto Corradini, Mihai Burlea, Pedro Orta. Sono tutti lanciatori destri. Parma non ha un mancino: potrebbe risultare un handicap?
"No. Secondo me può essere, semplicemente, un vantaggio per Bologna in quanto la Fortitudo può mettere i suoi battitori mancini nel line-up come crede, senza doverli sfalsare troppo ma anche potendoli mettere l'uno dopo l'altro. Sapendo che dall'altra parte non ci sarà un pitcher mancino".

Gustavo Martinez contro Jesus Matos. Si comincia così. Martinez con i suoi alti e bassi (6 partite vinte e 4 perse in regular season, 2.66 di ERA; nessuna vittoria e nessuna sconfitta nel round robin e 4.00 di ERA), il veterano Matos ancora il migliore per qualità e soprattutto regolarità di rendimento (già 11 partite vinte in questa stagione).
"Gustavo Martinez non è stato continuo, lui ha caratteristiche più da rilievo che da partente. E' lanciatore da slider e pertanto il suo rendimento è legato a come riesce, di volta in volta, a controllare il suo slider. Quando riesce a tenere la pallina due dita sotto il ginocchio del battitore, il suo slider risulta particolarmente efficace. Per quanto riguarda Jesus Matos, è semplicemente il migliore. E' da sette anni che è il migliore. Una regolarità di rendimento ad alto livello che è impressionante. Quando io lo chiamai in Fortitudo nel 2004, lui era semisconosciuto. Adesso, dopo sette ottimi campionati nel nostro baseball e due scudetti vinti, e le eccellenti statistiche, è conosciuto e considerato ovunque. Ha 36 anni, penso che – guardando al futuro – Matos possa essere pronto per un ruolo nel bullpen piuttosto che da partente. Vedo per il suo fine carriera un ruolo da secondo pitcher straniero, un closer all'italiana. Frattanto, valutando tutto quello che ha prodotto in questi sette anni, classificandosi sempre primo o secondo in tutte le voci statistiche dei lanciatori, credo di non dire un'eresia nel considerarlo il più forte lanciatore visto in Italia negli ultimi quindici-vent'anni. Fors'anche il numero uno di tutti i tempi":

E il cambio di Matos nelle gare riservate ai lanciatori stranieri è Victor Moreno, 17 strikeout in 10 riprese lanciate e 0.00 di ERA nel round robin…
"Moreno è un rilievo straordinario. Un lusso per il baseball italiano".

Chi sarà utilizzato da Gerali in gara1 come rilievo di Martinez?
"Penso che nel margine di 3 punti sotto, Gerali si giochi Grifantini. A maggior ragione, se il Cariparma dovesse difendere un vantaggio: vincere la prima partita è importantissimo e Grifantini è una certezza. Qualora invece Parma si trovasse tanti punti sotto, Gerali potrebbe scegliere di schierare Burlea dopo Martinez preferendo tenersi l'accoppiata Cicatello-Grifantini per la seconda partita".

Quali potrebbero essere, per l'una e per l'altra squadra, gli uomini-chiave?
"I veterani. Penso che siano loro a decidere, soprattutto per la "presenza" all'interno del gruppo. Le partite vengono vinte non soltanto con la mazza, ma anche nello spogliatoio e nel dugout: col sapersi parlare, col sapersi confrontare, con l'aiutarsi. Ecco perché credo che nessuno meglio di Orlando Munoz nel Cariparma e di Jairo Ramos nella Fortitudo possa dare di più alle proprie squadre".

Il battitore più forte del Cariparma in questo momento?
"Marco Yepez, che ha chiuso il girone di semifinale a .500 di media-battuta e .737 di slugging. Ottimo battitore e un signor interbase. Davvero un grande acquisto. Ed è un giocatore che costa poco o niente… Ehm, penso che Parma per la prossima stagione dovrà allargare il portafoglio se vorrà trattenerlo. Dico Yepez come miglior battitore del Parma perché è il più in forma, è quello che la scorsa settimana con medie strepitose ha trascinato la squadra ducale. Però penso che Camilo e Munoz siano altrettanto pericolosi: Munoz per la sua regolarità nel portare a casa i punti e nell'arrivare in base quando c'è da arrivare in base, Camilo perché… se gli si lascia una pallina a mezza altezza lui ti può girare una partita".

Nella Fortitudo quest'anno è mancata l'esplosività di Eddie Garabito. Una stagione sotto tono, rispetto al 2009…
"Ma Garabito sa che nel baseball la gente si ricorda quello che hai fatto il giorno prima e non quello che hai fatto il mese prima. E dunque sa bene che in una stagione, nel corso della quale non ha brillato come l'anno scorso, può fare rimanere negli occhi e nella mente di tutti dei grandi playoff. Anche per guadagnarsi una riconferma per il 2011. Lui sa che è in grado di poter lasciare una zampata vincente in queste gare".

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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