Playoff da forti emozioni

Non c'è nulla di scontato in questa post season di IBL dove la Telemarket Rimini è in grande sofferenza: sta pagando la flessione dei lanciatori e problemi di gestione tecnica

Emozioni. Intense. E risultati ancora sorprendenti. La gente dimostra di apprezzare questi playoff dell'Italian Baseball League. Dove non c'è nulla di scontato. E succede che Bologna ci prenda gusto a vincere – di mercoledì – agli extrainning: già aveva fatto effetto quel successo al quattordicesimo nell'estenuante braccio di ferro (quatto ore e un quarto) con il Parma. Nel secondo mercoledì del round robin la squadra diretta da Marco Nanni s'è ripetuta fermando il San Marino all'undicesima ripresa. Primo stop per i Titani, i quali venivano dall'eccitante tripletta realizzata ai danni del Rimini.
Contemporaneamente, il Cariparma di Gibo Gerali s'è reso protagonista di una spettacolare rimonta in Romagna: dentro la Casa dei Pirati ha avuto la forza tecnica, e soprattutto mentale, per ribaltare completamente una partita che alla terza ripresa sembrava irrimediabilmente compromessa dopo un big-inning riminese da 7 punti. Si è passati così dal 7-2 per i Pirati romagnoli all'8-7 finale per i ducali, trascinati da Juan Camilo (homerun del sorpasso all'8°).
Risolleva la testa, con questa vittoria, il Cariparma che nella prima settimana del girone di semifinale era stato battuto due volte dalla UGF Bologna.
Nella polvere c'è Rimini. Clamorosamente ancora a zero. Davvero non c'è nulla di scontato in questa imprevedibile post-season, dove gli equilibri sono tali che… può bastare un episodio (un lancio pazzo, un colpito, o un'assistenza imprecisa a casabase) a determinare l'esito di un match. Questa è la post season.
Nei playoff le situazioni cambiano. Nei playoff si gioca di più sui nervi, sulla strategia. Occorre saper giocare sotto pressione.
La compattezza del gruppo diventa – più che mai – fondamentale.
Già, la compattezza. Il gruppo. La solidità difensiva. Le certezze del monte di lancio. Sono risorse che la Telemarket Rimini aveva. Le ha perse. Ora non trova più sicuri punti di riferimento. Gli equilibri di prima si sono guastati. Qualcosa – sul piano della programmazione, della chiarezza, delle scelte sembra non essere più com'era. E allora, inevitabilmente, la mancanza di certezze porta all'inquietudine. E quando non si è sereni, si fatica anche a gestire i vantaggi. Ciò spiega i quattro ko consecutivi dei Pirati (squadra che è stata costruita per cercare di vincere lo scudetto).
Vien da chiedersi se Mazzotti abbia ancora il totale controllo della situazione, oppure se sia stato messo nella condizione di non poter "comandare" e decidere come un manager dovrebbe fare (l'ultima parola – in qualsiasi squadra di qualunque campionato – spetterebbe sempre al manager…).
Di sicuro, solleva molte perplessità la gestione dei lanciatori in queste settimane. Di chi è la responsabilità?
Rimini costretta con le spalle al muro. Rimini sull'orlo dell'eliminazione già a metà del cammino. Pazzesco. Era assolutamente inimmaginabile, alla vigilia di questa post season, la crisi d'identità nella quale è improvvisamente piombata la squadra romagnola.
La Telemarket per gran parte della regular season ha viaggiato ad una media di appena 2.5 punti subìti per partita. Concedeva pochissimo agli avversari: questa era la sua forza. Nelle prime quattro gare dei playoff ha subìto 27 punti Quasi sette per gara. La differenza è evidente.
Batte di più, qualcuno può obiettare. Vero. Produce mediamente un maggior numero di battute valide rispetto alla prima parte della stagione. Però fatica a concretizzare in punti l'apprezzabile produttività del box di battuta. Lo dimostrano le prime quattro partite del round robin: 42 battute valide (comprendenti 5 fuoricampo, 6 doppi e 1 triplo), 21 punti segnati.
In regular season era il monte di lancio più sicuro, più consistente, quello dei Pirati. In questo momento è il peggiore fra le quattro squadre interpreti del round robin. I "numeri" parlano chiaro sulla flessione di rendimento dei pitchers: 7 i punti guadagnati dagli avversari su Brower, 6 su Patrone 4 su Marquez, 3 su Di Roma, 2 su Bright, 2 su Quattrini, 2 su Schiavoni.

E allora, Rimini non ha più chances? Rimini è già fuori dai giochi? Non si può dire questo. E' squadra che ha campioni come Chiarini, Patrone, Gonzales, Carvajal, Crociati e dunque merita rispetto. Se ritrova certezze sul monte e chiarezza nella gestione tecnica, ha il potenziale per riemergere e per cercare di prodursi in una rimonta spettacolare che avrebbe del prodigioso. Deve cominciare, intanto, con l'andare a vincere due partite in trasferta, domani e sabato, al Nuovo Europeo di Parma. Ed è già difficile, molto difficile. Ma non ha alternative, Rimini. Una sola vittoria non le basta.
Il fine settimana vedrà anche San Marino ricevere Bologna. Per i Titani, "bruciati" mercoledì all'undicesimo inning dal lancio pazzo di un Escalona rimasto senza benzina, l'occasione di un immediato riscatto. Per riprendere un cammino vincente. Ai bolognesi basterebbe vincere una delle due gare sul Titano per sentirsi davvero ad un passo dalla finale-scudetto.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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