Quando il "divino" Olsen lanciava la partita perfetta…

L'impresa di Dallas Braden dieci giorni fa in MLB ci porta a ricordare la performance dell'hawaiano del Grosseto nel campionato italiano 1990, quella di Tom Urbani (Rimini) nel '99 e di Oberto (Grosseto) nel 2007

Perfect Game. La partita perfetta. Quella che realizza un pitcher che lancia l'intera gara e che nel corso di tutti i 9 inning non passa in base alcun battitore avversario. Vale a dire, non concede una valida, non regala un passaggio gratis (quattro balls) e neanche un "colpito". In una situazione, ovviamente, di perfezione assoluta della difesa (nessun errore). Si tratta – lo capite – di una performance assolutamente straordinaria. Un'impresa talmente rara che il lanciatore capace di realizzarla passa inevitabilmente alla storia.
L'exploit firmato una decina di giorni fa da Dallas Braden, mancino degli Oakland Athletics nella partita vinta 4-0 contro Tampa Bay Rays, è… appena il 19° "perfect game" nella lunga storia della Major League. Questo indica quanto sia eccezionale una "partita perfetta". Dallas Lee Braden ha 26 anni, è nativo di Phoenix (Arizona), ha debuttato in MLB il 24 aprile 2007. Da ragazzo, negli anni del college, giocando per Texas Tech Red Raiders, si ricorda di lui un'altra superpartita: tirò una "completa" contro Fresno College concedendo soltanto una battuta valida e realizzando 14 strikeout. In quella occasione sfiorò la "no hit". Ma dieci giorni fa ha confezionato "la partita della vita", quella che lo fa entrare nella storia.
E nel campionato italiano di massima serie ci sono stati lanciatori capaci di fabbricare una "partita perfetta"? Sì, ma pochi pochi (almeno per quanto riguarda il baseball moderno). Il primo nome che balza alla mente è quello del "Divino". Il divino è, per i grossetani in particolare ma anche per tanti appassionati italiani di baseball, Richard Olsen. Il braccio d'oro delle Hawai. Idolo di Grosseto nella seconda parte degli anni Ottanta. Classe enorme, grande personalità, professionista esemplare. Un giocatore-simbolo. Nelle sue sette stagioni in Maremma (dal 1985 al 1991) Olsen ha vinto 92 partite, perdendone appena 14. Percentuale di vittorie dell'86.8{ec7d6c29445cf2084a4a0989873d224d63ea4a427ae4a33424031e1bebf0487a}. Fantastico. E una ERA (media punti guadagnati sul lanciatore) di 1.69. Per due volte Rick Olsen ha confezionato una "partita perfetta". Anche se una, in verità, non può essere etichettata come tale perché la partita durò sette inning. Essendo finita con il successo del Grosseto per "manifesta superiorità". Era il 16 giugno 1989 e la squadra maremmana sconfisse per 11-0 il Novara.
La "vera" partita perfetta del divino Olsen porta la data del 23 giugno 1990. Nove riprese lanciate, nessun battitore del Torino arrivato in prima base. Il Grosseto vinse 7 a 0. Giornata indimenticabile allo Jannella. Giulio De Paola, l'addetto stampa del club maremmano, ricorda che nelle riprese finali Olsen ebbe una flessione e la "partita perfetta" gliela salvarono gli esterni, tra i quali c'era il bravissimo Marco Mazzieri, l'attuale commissario tecnico della Nazionale.
Il numero di casacca di Richard Olsen, il 48, è stato ritirato dal BBC Grosseto. Un personaggio amato da tutti. "E anche adesso a Grosseto – racconta de Paola – si parla di Olsen come si parlasse del Messia". Attualmente, alle Hawaii, Rick Olsen lavora nel settore del commercio. E, in mezzo alle diverse sue attività, trova anche il tempo di allenare una squadra di baseball. Ha ancora molti amici in Maremma. E ogni volta che Rick torna a Grosseto (probabilmente farà un salto il prossimo anno) è sempre festa grande. Perché lui, per i maremmani, è considerato come un eroe. Fra i giocatori stranieri del Grosseto, il più amato di sempre.
Nove anni dopo quel "perfect game" di Olsen allo stadio Jannella, è Tom Urbani – lanciatore della Semenzato Rimini – a realizzare un'altra impresa di questo tipo. Tom Urbani fece la sua "partita perfetta" il 3 luglio 1999 sul diamante di San Marino nella terza partita che opponeva i Pirati riminesi alla T&A Factory Outlet San Marino. Era il girone di ritorno. La partita venne vinta dai Pirati per 7 a 0. Grande, grandissima squadra la Semenzato Rimini di quella stagione. Era lo squadrone formidabile di Claudio Liverziani (372 di average in regular season, 440 in semifinale e 333 nella serie finale), Andrea Evangelisti, Edoardo Campaniello, David Sheldon, James Vatcher, Alessandro Gaiardo, Filippo Crociati, John Battista Perri (lanciatore che vinse 14 partite, accusando solo 3 confitte), Jody Treadwell, Roberto Cabalisti e appunto Tom Urbani. I "numeri" di quel magico anno italiano di Urbani: 14 partite vinte e 3 perse (sì, proprio come John Perri), 1.35 di ERA in regular season (poi 3.60 nelle semifinali e 4.24 nelle due partite che lanciò nella serie finale), 119 strikeout, 23 basi su ball. In 138 riprese lanciate.
Torniamo in terra di Maremma. Un altro lanciatore grossetano si è reso protagonista di una partita perfetta. Recentemente. Lui è Junior Oberto. Impresa realizzata nella prima giornata del campionato 2007, contro San Marino. Nella partita pomeridiana del sabato. C'era poca gente, quel giorno allo "Jannella". Giornata nuvolosa. Pomeriggio magico per Oberto. Gli andò tutto bene. L'unico momento di rischio fu all'ultimo inning, una battuta velenosa di Seth La Fera fece venire i brividi a Oberto. L'interbase del San Marino venne eliminato con assistenza interbase-prima base ma… fu un out veramente difficile. Junior Oberto attualmente è fermo. Messo fuori scena poco prima del campionato da un incidente stradale. Oberto si trovava a Grosseto sul suo motorino quando un'auto, che non ha rispettato lo stop, lo ha travolto. Per lo sfortunato lanciatore della squadra di Bagialemani una lussazione al ginocchio, con interessamento del legamento crociato e collaterale. Tempi lunghi per il recupero. Il pubblico dello Jannella ha potuto rivederlo giovedì della settimana scorsa, quando è stato invitato a lanciare la prima palla come gesto simbolico. Non ha più bisogno di usare le stampelle e questo è l'aspetto più confortante.
Ci sono personaggi che la "partita perfetta" l'hanno sfiorata. Sognata. Arrivando lì lì, ad un centimetro. E' il caso di Jesus Matos, il grande pitcher dominicano che è alla sua settima stagione italiana con la casacca della Fortitudo (e anche in questo campionato di IBL First Division sta andando forte). Era fine luglio 2006 quando Jesus sfiorò il perfect game. Al Falchi la Fortitudo Italeri giocava contro Parma. Matos letteralmente dominante, in un crescendo spettacoloso. Dall'inizio fino all'ottava ripresa ottenne 24 out consecutivi: la metà da solo, l'altra metà con l'ausilio d'una difesa molto concentrata. La Fortitudo stava vincendo 5-0, ma il punteggio non interessava più al pubblico: sulle gradinate tutti – con il fiato sospeso in gola – erano concentratissimi sul lanciatore dominicano che stava per realizzare qualcosa di straordinario. S'era creata un'atmosfera particolare. Un silenzio quasi irreale, per non turbare Jesus. Un perfect game non s'era mai visto al Falchi. Matos stava per entrare nella leggenda. Ma… Ma in apertura di nono inning Pier Paolo Illuminati rompe l'incantesimo e "rovina" la strepitosa prestazione di Matos. Non fu soltanto… colpa di Illuminati. Anche dell'arbitro di casabase. Jesus venne messo in difficoltà da una chiamata poco felice dell'arbitro, il quale invertì letteralmente uno strike in ball. Quel momento era talmente importante che avrebbe richiesto una maggiore attenzione da parte dell'arbitro. Quella chiamata sbagliata finì per condizionare Matos. Il quale, per non rischiare di concedere la base su ball, si trovò a dover lanciare una palla in mezzo al piatto. Illuminati se l'aspettava, prese bene il tempo, colpì la pallina. Battuta valida. Accidenti… Di Jesus Matos vorrei ricordare anche una "no hit" in una partita di Coppa dei Campioni, contro una squadra olandese.
Fino ad ora ho parlato di giocatori di scuola straniera, o comunque provenienti da scuola straniera. E gli italiani? Ebbene, sì. C'è stato un lanciatore italianissimo che… ad un out (un solo out) dalla "partita perfetta" gli è scappata una base su ball! Pazzesco. Il colmo della beffa! E' avvenuto a Christian Mura, il romagnolo che adesso è general manager della Fortitudo campione d'Italia. Campionato 2001. Mura gioca in Fortitudo. E' giugno. Bologna è di scena in Sicilia, sul diamante del Paternò. Gara3. La partita magica di Christian. "Ho fatto una partita perfetta per 8 inning e… 2 out. E poi, in una situazione di 3 ball e 1 strike, mi è uscito un quarto lancio ball. Nel box di battuta c'era Aluffi". "E' stata una situazione strana – ricorda Mura – stavo lanciando tranquillo senza minimamente pensare alla performance. Anzi, il discorso della partita perfetta non mi sfiorava neppure. Così, per sette inning lanciai sereno. Poi, ad un certo punto, Alex Neri il nostro esterno centro mi disse: "Ehi, Christian, stai lanciando davvero bene, non hai preso neanche una valida…". "Tutti gli altri giocatori, i quali sapevano che avevo nelle mani la possibilità della partita perfetta, guardarono male il nostro esterno centro… E lì, in quel momento, capìì che poteva verificarsi qualcosa d'importante. Mi resi conto che stavo andando verso la partita perfetta. E persi la serenità di prima. Ero giovane e non è semplice gestire l'emozione. Mi trovai di colpo dentro un'emozione improvvisa. Io non sapevo neppure che potevo essere il primo italiano a realizzare un perfect game…". "Purtroppo, quella base su ball, ad un solo out dalla fine, mi tolse la partita perfetta. Mi rimase la soddisfazione della no hit e del shutout. Nei giorni successivi un giornale americano mi dedicò un servizio".

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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