Casolari dice addio

Intervista al più grande battitore designato della storia recente del baseball italiano. Lascia con 1.000 partite giocate in A1 e grandi ricordi

Francesco "Franco" Casolari ha detto basta al baseball giocato dopo 29 anni dall'esordio in A a 14 anni (è nato il 4 ottobre 1965). Lo ha fatto prima in campionato, con l'ultima partita disputata allo Jannella di Grosseto contro il San Marino il 18 luglio e l'ultima in Coppa Italia contro il Godo il 9 agosto.

Nella sua carriera ha ottenuto tantissimi record e molti altri avrebbe potuto raggiungerne se avesse giocato sempre e se avesse militato in squadre che partecipavano ai play off. Per problemi familiari, "Francone" ha saltato il 1987 e 1988 e pure il 1992 quando era stato acquistato dal Milano di Mauro Mazzotti. In più nel biennio '81-82 per la sua età ha giocato nelle squadre giovanili dell'Anzio e nel 2007 e 2008 sembrava destinato alla chiusura della carriera prima con la Roma in A2 (con la quale era anche allenatore) e poi con il Matino in B (anche general manager). Nel 2009  è tornato a Grosseto per la terza volta e ha chiuso dove aveva vinto il suo ultimo scudetto, ricevendo per altro l'ultima convocazione in Nazionale per le Olimpiadi del 2004 di Atene. In terra maremmana ha raggiunto proprio all'ultima giornata di campionato le 1.000 partite ufficiali in serie A1.

Alcuni numeri che possono far capire come Casolari sia stato uno dei giocatori più importanti degli ultimi 25 anni del baseball italiano: Media battuta vita 319; 135 fuoricampo a 3 da Bagialemani e 8 da Trinci; 768 punti battuti a casa, molto vicino a D'Auria, Fochi e Matteucci, quest'ultimo a 817. A proposito di pbc da ricordare che Casolari è stato il primo per tre anni consecutivi dal ‘95 al ‘97. Questo record lo ha fatto con tre squadre diverse: Nettuno (la formazione con cui ha raccolto i più grandi successi),Torino e Caserta a dimostrazione del suo girovagare che lo ha portato a giocare in sette squadre: oltre alle tre citate l'Anzio, il Grosseto, la Roma e Castiglione della Pescaia.

Franco, come mai tante squadre nella tua carriera?

"Quando ero giovane il baseball per me era un lavoro e quindi andavo nelle squadre che erano disposte a pagarmi di più. In tutte ho lasciato un buon ricordo tanto che in molte sono ritornato in periodi diversi. Per esempio a Grosseto tre volte".

Si può dire che sei stato l'unico vero battitore designato di ruolo del baseball italiano degli ultimi 15 anni. Questo è dovuto ad una carenza in difesa o una scelta personale?

"Ho giocato molto anche in difesa, ma alcuni allenatori, come per esempio Faraone, mi hanno fatto capire che io potevo avere lo spirito adatto a fare il dh. Bisogna saper aspettare i 3/4 turni ed essere al massimo della concentrazione quando vai nel box. Gli altri possono prendere anche tre strike out e poi fare una gran cosa in difesa e salvare la partita. Il dh ha solo quel momento e lì deve esprimersi al meglio".

Ricordiamo che Casolari aveva iniziato la sua carriera come lanciatore, ma poi problemi alla spalla lo avevano fatto desistere. Franco si ricordò di questa sua origine nel 2005 in Olanda durante il girone di qualificazione alla finale di Coppa dei Campioni. Per non far cambiare la rotazione ai lanciatori del Grosseto, salì sul monte e con grande abilità risparmiò molti inning ai pitcher biancorossi. Quando gli chiediamo gli episodi che ricorda con maggiore soddisfazione della sua carriera ne cita proprio da uno della finale di Rotterdam quando fece un turno in cui costrinse il pitcher a 11 lanci e poi ottenne una fondamentale base per ball. Poi ricorda i 2 fuoricampo, nella stessa partita, contro il pitcher ex Major League del Rimini, Peter Falcone, e quello contro uno dei più quotati lanciatori mai venuti in Italia, Kirk McCaskill della Fiorentina che, a fine partita – ricorda con orgoglio Franco – andò a stringergli la mano e congratularsi con lui.

Con quali lanciatori ti sei trovato più in difficoltà?

"Fino a pochi anni fa non avevo problemi con nessuno, anche se i mancini li soffrivo di più".

Hai avuto tantissimi compagni, chi ricordi in particolare come grande giocatore, uno sopra la media?

"Non ho dubbi, certamente Gabriele Ermini. È stato un ottimo compagno di squadra e ha certamente ottenuto meno di quello che meritava sia in campionato sia in Nazionale"

Se dovessi indicare invece un bravo giocatore che ti ha impressionato durante la tua carriera?

"Jairo Ramos, mi rivedevo in lui in certi movimenti e mi hanno impressionato alcuni suoi fuoricampo".

Due domande, due risposte "grossetane". Forse perché è stata la tua ultima squadra. Cosa auguri al Bbc del domani?

"Prima di tutto un grazie a Paolo Minozzi per quello che ha fatto per sostenere la squadra in una stagione nata e proseguita male. Il Grosseto ha giovani per ricominciare, ma ha bisogno di una forte scossa e che tutti tornino a pensare che, per essere giocatori vincenti, bisogna sacrificarsi e avere voglia di imparare".

Cosa riserva il futuro a Casolari?

"Spero che qualche squadra mi faccia allenare e chissà che nel mio futuro non ci sia ancora proprio Grosseto".

Informazioni su Fabrizio Masini 59 Articoli
Fabrizio Masini è nato a Grosseto, ma ha vissuto a Milano per oltre ormai 25 anni. Ha seguito il baseball come hobby per Il Tirreno e Radio Rbc Grosseto (prima radiocronaca nel 1978, per alcuni anni in coppia con il figlio Federico). I primi articoli risalgono al 1971. Ha seguito i 4 Mondiali in Italia, vari Europei (dal vivo gli ultimi due vinti a Parigi e soprattutto a Stoccarda nell'estate 2010), il World Baseball Classic del 2006 in Florida e tutti i campionati per oltre 40 anni. Ha commentato gli avvenimenti più importanti avvenuti in Italia per la Rai, TMC, Radio Rai e due tv private grossetane anche con Everardo Dalla Noce e Giancarlo Mangini. Fabrizio Masini è scomparso prematuramente a Milano il 29 ottobre 2012.

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.