Garabito, l'uomo della Provvidenza

Alla scoperta del dominicano che con due chilometrici homer nella stessa partita ha allontanto dalla Fortitudo la "maledizione" del round robin

Eddy Garabito, l'uomo della provvidenza. "Hombre del destino", direbbero nella Repubblica Dominicana dove Garabito è nato il 2 dicembre 1973. Nel sabato notte più estenuante della stagione per la gente del "Falchi", che già stava rivivendo l'incubo di un anno fa, la mazza del campione dominicano ha vertiginosamente tirato su una "curva" di Brian Scarcella. Confezionando all'ottavo inning il fuoricampo che ha nuovamente – e definitivamente – cambiato il volto ad una partita di straordinaria intensità emotiva, appassionante e pazza con i suoi colpi di scena. Il secondo homer di Garabito nella sua serata più esaltante, il terzo nel trittico.
Parma conduceva 7-6, prima della performance del dominicano della Fortitudo. Sembrava avere perentoriamente allungato le mani sulla gara: un big inning da cinque punti nel suo sesto assalto aveva permesso al gruppo di Gibo Gerali di recuperare il 2-5 iniziale ribaltando il punteggio.
Brusco e doloroso colpo allo stomaco per la Fortitudo, che dava la sensazione di vacillare. Capitan Frignani e la sua banda, tuttavia, non mollavano riuscendo ad accorciare le distanze (6-7) con tutto il "cuore fortitudino" del vecchio guerriero Landuzzi. Però rimanevano soltanto due attacchi, e Parma teneva il campo ancora con grande fierezza. Rispuntavano nei bolognesi cattivi pensieri. E, soprattutto, il ricordo crudele di quell'infelice impatto con la post-season nell'anno scorso quando i fortitudini (che avevano dominato la stagione regolare) si fecero sorprendere dal San Marino al "Falchi" compromettendo in un attimo tutto quel che di buono avevano prodotto per quattro mesi. Quella beffa atroce poteva riproporsi. E gli occhi degli uomini di Marco Nanni erano occhi gonfi d'inquietudine.
Lampi d'orgoglio, invece, accendevano gli occhi di Eddy Garabito, piccolo grande uomo dei diamanti. Centosettanta centimetri di statura, ma una classe enorme, e la capacità diabolica di essere decisivo nei momenti cruciali (già, ci fosse stato lui a Barcellona in quella finalissima di Coppa dei Campioni che la Fortitudo ha perso 1 a 0…).
Ottavo attacco di Bologna. Con il prezioso Landuzzi corridore in prima per essersi guadagnato la base, Garabito ha aspettato il lancio giusto per far cantare il proprio bastone. Un'altra battuta tempestosa a destra, come quella del terzo inning. Brian Scarcella folgorato, e la pallina che vola ben oltre gli alberi che circondano lo stadio del baseball di Bologna. Fuoricampo da due punti e sorpasso Fortitudo.
La partita cambiava ancora padrone. E di conseguenza anche la serie. La prodezza di Garabito infatti metteva le ali alla squadra di Nanni, che si liberava dalle catene della paura e dei tormenti. Un calcio deciso e rabbioso a quella che sembrava essere la "maledizione del round robin". Arrivava così un big inning da 6 punti per i bolognesi.
"El hombre del destino". Sorride, Eddy. La definizione gli piace. Importante lo è sempre, questo giocatore che sa fare di tutto. E decisivo lo è stato diverse volte, come – ad esempio – in gara3 contro il Godo a maggio quando confezionò quel fuoricampo spettacolare da due punti al decimo inning.
Cinque gli homers realizzati in regular season, già tre nel primo trittico del round robin: uno a sinistra, da due punti, venerdì sera (dal 5-4 per Parma al 6-5 per la Fortitudo, che ha preso coraggio fino a travolgere gli avversari con un clamoroso 22-5…) e due il sabato in quella che sarà ricordata "la notte di Eddy Garabito". Il dominicano – utilizzato da interbase in difesa e da leadoff in attacco per l'assenza dell'infortunato Juan Carlos Infante – ha chiuso la terza gara con questi numeri: 3 su 3 nel box, 2 homers, 2 basi su ball guadagnate, 3 punti battuti a casa, 2 po, 6 assistenze. Impressionante, soprattutto, quel 1231 di percentuale slugging (la media bombardieri) dell'intero trittico di Eddy: 7 su 13 (538 di average), 7 punti battuti a casa. Cifre che fotografano perfettamente la maestosa prestazione del dominicano di Manrreza.
Garabito sta scoprendosi fuoricampista… "No, non sono un vero jonronero, però so aspettare il lancio giusto, quello che mi piace, quello che posso colpire duro. E a volte la palla vola fuori". Eddy ha un giro di mazza che può diventare devastante su una "curva".
Garabito gioca professionista dal 1997 quando da rookie entrò a far parte dell'Organizzazione dei Baltimore Orioles indossando la casacca dei Bluefield Orioles. Nello stesso anno il passaggio in Singolo A con i Delmarva Shorebirds nella South Atlantic League. Un altro passetto in avanti, salendo in Singolo A "avanzato" con Frederick Keys. Dalla Carolina all'Eastern League: giusto il tempo per fare un poco di esperienza in Doppio A con Bowie Baysox ed ecco che gli si aprono le porte del Triplo A: Garabito nella stagione 2000 diventa un giocatore dei Rochester Red Wings. Vi rimane per tre anni. Con un rendimento decisamente apprezzabile. Il salto di qualità arriva a Ottawa, altra squadra di Triplo dei Baltimore Orioles. nel 2004 gioca ben 124 partite battendo 134 valide e sfiorando i 300 di average. Piace ai Colorado Rockies che nel 2005 lo portano nella loro organizzazione, facendolo partire in Triplo con Colorado Springs Sky Sox (Lega del Pacific Coast) e dandogli la grande opportunità di entrare nel mondo della Major League. Quarantade partite con la casacca dei Colorado Rockies in MLB, con 307 di media battuta, 384 di OBP e 782 di OPS. Ma torna in Triplo, con Ottawa, per una stagione 2006 da 128 partite e 122 battute valide. Il 2008 lo vede nella Independent League con la squadra d St.George Roadrunners.
Il totale delle 11 stagioni di Eddy Garabito in Minor League parla di 1158 partite giocate, 4504 turni alla battuta, 1210 valide (con 236 doppi, 44 tripli, 64 fuoricampo), 528 RBI, 209 basi rubate. In Major League ha realizzato 1 homerun. "Ed è stato il momento più emozionante della mia vita", racconta. "Davvero fantastico. Era il 18 giugno 2005 e la buttai fuori battendo un lancio di Sidney Ponson, partente dei Baltimore Orioles".
Giocatore di grande intelligenza, Eddy Garabito sa sfruttare al massimo la notevole esperienza acquisita. Un autentico artista del baseball. Pregevole tecnica, grandi riflessi, mani veloci, gambe da "ladro di basi". E l'abilità di saper sempre cosa fare, in ogni situazione.
E' il miglior "utility" che si sia visto in questi anni sui diamanti italiani. Difensivamente si disimpegna egregiamente sia come esterno sia come interno: in Fortitudo, nel corso di questa stagione, è stato utilizzato da esterno centro, in seconda base, in terza base e attualmente nel ruolo-chiave di interbase. In attacco passa indifferentemente dai bunt a sorpresa che si trasformano in valide interne alle battute di contatto, alle volate di sacrificio e ai fuoricampo. Decisamente il più continuo e redditizio battitore della regular season: primo per media-battuta (383), primo per numero di battute valide (64), primo per punti segnati (43). Ha girato in diversi "spot" dell'ordine di battuta, sempre con alto rendimento: cominciando da cleanup quando non c'era ancora Richard Austin, successivamente ha ricoperto la posizione numero 5, la numero 2 e attualmente fa il leadoff. Un leadoff speciale: capace di firmare due fuoricampo nella stessa serata.
Appassionato di cinema, Eddy Garabito si dedica molto volentieri alla lettura. E gli piace farsi coinvolgere dal ritmo della musica reggaeton: una forma di dance music nata a Portorico e a Panama sul finire degli anni Ottanta e diventata popolare tra i giovani latino-americani all'inizio degi Anni Novanta. Successivamente il reggaeton si è molto diffuso nel Nord America, in Europa, in Asia e in Australia. Il reggaeton unisce musica giamaicana al reggae, alla dancehall e ai ritmi dell'America Latina. Con sonorità della musica hip hop. E al ritmo del reggaeton danza la mazza "bollente" di Eddy Garabito. L'hombre del destino.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.