Il futuro del baseball in Italia secondo Massellucci

Qualche domanda al manager della Nazionale Preolimpica in trattativa con la Federazione per la nascita di un nuovo progetto nazionale giovanile

Dopo l'intervento di Beppe Massellucci sul nostro sito, abbiamo creduto di dover dare spazio al tecnico maremmano per un intervento di più largo respiro. Anche se Massellucci ci ha più volte ribadito che lui non gradisce molto rilasciare dichiarazioni, abbiamo pensato che un'intervista che presentasse il tecnico e le sue idee al pubblico nazionale fosse utile in questa fase delicata per il baseball italiano alla vigilia della partecipazione alla World Baseball Classic e con l'infittirsi dei rapporti tra la FIBS e la Major League Baseball. Premettiamo che questa intervista ha avuto una lunga gestazione e quindi il testo è da considerarsi precedente alla esperienza nella Instructional League dei ragazzi di Parma, riportata dal sito FIBS e da quello della Ceci e Negri, che in qualche modo conferma la tesi del nostro interlocutore sulla difficoltà di quel livello per i nostri giovani di una certa fascia di età. Massellucci non ha voluto esporsi molto su suoi programmi futuri, al di là della volontà di proseguire con l'esperienza della ex Probabili Olimpici, ora Club Italia, ma ha delineato con chiarezza quale secondo lui è lo scenario che dovrebbe prefigurarsi in Italia per un vero sviluppo del baseball.
Ecco comunque il testo dell'intervista.
L'ultima volta che ci siamo visti eri in trattativa per proseguire la tua attività con la PO. Se ricordo bene si trattava di problemi di budget. Sono stati risolti?
Il presidente Fraccari, alcuni giorni addietro, mi ha sottoposto una offerta estremamente lusinghiera, sulla quale stiamo lavorando, sia in termini economici che di programma. Sono fiducioso di trovare un accordo entro breve tempo.
E' stato varato un programma per la PO?
Non ancora, anche se le linee guida del progetto sono chiare. Comunque, sia io che lo staff PO, quale che sarà, siamo
pronti a cominciare.
Visto che ci siamo approfondisco e ti pongo una ulteriore domanda: da chi dipende lo staff ? Non sarà chiesto di restare a Gerali e Paglioli?
La nomina dello staff PO, nonché la mia, è annuale e di competenza del Presidente. Ti ricordo che oltre a Gerali e Paglioli, nella PO sono transitati molti ottimi allenatori, da Bellomo a Robb, da Bazzarini a Trinci, a Costa.
Visto che non e' stato varato quale sarebbe il tuo programma ideale ? Ho sentito parlare di una partecipazione alla Instructional League : è un'idea che ti convince?
Il programma ideale dipende esclusivamente dal budget di denaro, di idee e di risorse, che la federazione avrà la possibilità di destinare.
L'instructional league potrebbe essere veramente troppo difficoltosa per una selezione PO di diciassettenni/diciannovenni, vista la poca esperienza che stiamo offrendo agli atleti di quella fascia di età. Al contrario, la vedrei molto più adatta per una Under 21, composta da ragazzi possibilmente di A1 e A2.
Quindi tra le cose che state decidendo c'e' anche la fascia di età?
Sicuramente, opportunamente variandola secondo gli impegni e programmi eventuali.
Scusa ma stai eludendo la domanda: voglio dire che, durante la nostra chiacchierata tu hai detto espressamente che il problema erano i soldi. Quelli che davano a te, ma soprattutto quelli destinati alla attività. Questo significa che delle idee le hai, anche se magari poi dovrai mediare quando il budget sarà deciso definitivamente. Tu cosa vorresti fargli fare a questi ragazzi?
Preparazione, scouting ed istruzione, da farsi rispettivamente prima, durante e dopo il campionato, preferibilmente avvalendoci, il più possibile, delle strutture e dei metodi dello staff MLB di Tirrenia.
Dentro a questi tre grandi contenitori esiste un arco praticamente sconfinato di possibilità, ma per determinare il quale occorre, ripeto, conoscere il budget che si vuole/può destinare.
Secondo me l'idea dell'Accademia così come è concepita in Italia manca di un fattore fondamentale. L'attività di college in USA si basa sul presupposto di unire studio e sport ma anche sul fatto che l'attività agonistica si svolge durante l'attività del college. Questo permette di mettere in pratica subito gli insegnamenti in un contesto agonistico e obbligai ragazzi a competere per il posto, come ci ha detto anche in un'intervista Flavio Rinaldi. Non sarebbe meglio anche per l'Italia adottare il modello del camp estivo invece di quello del college?
Le due cose non contrastano, anzi si sostengono, se fatte con criterio. Certo che sarebbe il non plus ultra iscrivere, caso mai fuori classifica, l'Accademia, intesa proprio come squadra, o parte di essa, ad un campionato nazionale di buon livello. Ma questo è ambito della MLB, oltre che della disponibilità delle varie società proprietarie dei cartellini, che dovrebbero fare un sacrificio forse troppo grande.
Ribadisco e rinforzo con una delle frasi dette dai tuoi ragazzi dopo la amichevole dello scorso agosto contro la selezione della MLB, era più o meno: “Non male, visto che è un mese che siamo fermi”.
Ora io dico invece di spendere i soldi nell'Accademia, visto che le risorse sono limitate e non si può far tutto (cosi' dice la FIBS), non sarebbe meglio sfruttare quel mese di buco e fare un camp modello FIBS Academy? Di quello che pensi per favore: che le due cose non sono in contraddizione da un punto di vista logico va bene, ma che lo siano nei fatti dato che non ci sono i soldi è vero anche questo.

Intanto spero che la MLB rimanga in Italia per molti anni, e che per molti anni abbia bisogno, come dire, di uno sparring partner. Il Club Italia, per l’appunto. Dove vorresti andare, ad agosto, se il meglio del meglio degli allenatori è a Tirrenia? Il problema è che spesso la serie A1 e la serie A2 non si fermano contemporaneamente, e questo ci comporta molti disagi.
Il Club Italia, o Under 21 che dir si voglia, si propone anche altri scopi, e proverà coinvolgere anche i ragazzi che motivi vari, i più disparati, non possono frequentare l'Accademia.
Tu sei molto preparato e questo ti è riconosciuto da tutti. Certo sei stato un ottimo giocatore ma non basta per essere un buon tecnico. Tu cosa hai fatto in questi anni per acquisire la preparazione di cui sei cosi' fiero?
Io non mi sento per nulla soddisfatto della mia preparazione, e mi sforzo costantemente di migliorarla. Caso mai ho solo avuto la fortuna di cominciare a frequentare il mondo professionistico fin dalla fine degli anni settanta, e di capire che i veri maestri erano loro. Diciamo che cerco di prenderli a modello sfacciatamente, da Lefebvre a Davenport, tanto per citare i più recenti.
Cosa intendi con “ho solo avuto la fortuna di cominciare a frequentare il mondo professionistico fin dalla fine degli anni settanta” ? Andavi ad ascoltare clinic tenuti in Italia ? Sei andato negli stati uniti ? Cerca di dare delle dritte a chi ti legge.
Io non reputo affatto ignorante il pubblico del baseball, e men che meno la grande maggioranza degli allenatori italiani, ma come tutti sanno la strada del sapere e del migliorare le proprie conoscenze è personale e costosa. Bisogna sicuramente studiare di più. Non accontentarsi mai. Leggere libri, guardare partite di MLB, frequentare stages, clinics, e, se possibile, partecipare a qualche camp e spring training negli USA. Con la novità dello staff MLB a Tirrenia, bisognerebbe, nei limiti del proprio possibile, frequentare i tecnici americani dalla mattina alla sera.
Quale sarà lo scenario del baseball di vertice nei prossimi anni. La MLB ha annunciato ufficialmente che sta cercando di organizzare partite di Major League in Europa per il 2007, ma si tratterebbe sostanzialmente di eventi promozionali dal nostro punto di vista. E' pensabile una lega di minor league in Italia o in Europa ? Farebbe bene al baseball italiano ? Quale classe dirigente potrebbe gestire le società di minor league?
Oltre che exhibition games tra squadre di Major, io credo che il futuro più desiderabile, sperando prossimo e non lontano, sarebbe quello di avere una Lega di squadre, sei, otto, dieci, direttamente organizzate dalla MLB, che potessero comprendere anche i migliori giocatori italiani, e con l'aiuto di tecnici italiani. Un campionato sul tipo di quello in Repubblica Dominicana, per intendersi. Un livello di doppio-triplo A che fornirebbe alla MLB, e alle varie franchigie, lo strumento per meglio valutare i vari talenti del mondo intero, e di conseguenza anche i talenti italiani ed europei. L'Europa ha le condizioni per diventare un grande bacino di reclutamento per la MLB, e l'Italia ne godrebbe sicuramente per le risorse economiche ed umane investite. A gestire tutto questo, oltre alla MLB, ci dovrà essere, senza dubbio alcuno, una diversa figura di operatore sportivo, non tanto nella Federazione, dove qualche persona è già incamminata a questo traguardo, quanto nelle singole società. Certamente ci dovrà essere spazio per chi giocherà a baseball solo per divertimento, ma il Sistema Intero dovrà produrre futuri professionisti, altrimenti saremo fuori.
Il Baseball Italiano uscirà dalla condizione di sport minore solo quando un De Santis o un Liverziani o un Liddi giocheranno nello Yankee Stadium con contratti tali da indurre stampa e giovani a parlare e a praticare il nostro gioco. Se Alex Rodriguez (alcune decine di milioni di dollari annui), ovviamente nominato per comodità di ragionamento, fosse nato in Italia, non credi che ci sarebbe molta ma molta più attenzione per il baseball e parecchie migliaia in più di praticanti? Dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché quel momento avvenga presto.
Qualche tempo fa ci hai inviato un messaggio in seguito ad una serie di miei articoli sulla MLB Accademy di Tirrena. Il messaggio era chiaramente destinato ad una platea molto vasta, ben oltre il sottoscritto e la redazione di baseball.it. Hai percepito qualche reazione?
Molti, fra giocatori e tecnici, e qualche dirigente, sono già pronti. E chi vorrà stare a bordo, pronto dovrà esserlo rapidamente.

Informazioni su Ivano Luberti 324 Articoli
Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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