Italeri Bologna, come previsto

Merito comunque alla T&A San Marino “tradita” dal suo punto forte che era stata la difesa e da una rotazione obbligata. Cosa ci lascia questo torneo, le sfide che ha di fronte il nostro baseball

Complimenti all'Italeri Bologna e onore delle armi a una T&A San Marino sulla quale nessuno, alla vigilia del campionato, avrebbe scommesso un euro. I "titani" hanno giocato alla pari fino all'ultimo e sono stati traditi da quella che era la loro "arma" migliore, la difesa, pagando a caro prezzo le disattenzioni nelle ultime due gare. Fino a quel momento un attacco capace di fare la sua parte, lanciatori che senza strafare e con una rotazione obbligata tenevano a bada il line-up avversario e appunto una difesa impeccabile avevano consentito di essere addirittura avanti nella serie. Sul monte, oggettivamente, Bologna era messa meglio e poi riavere Incantalupo per la finale… Quando la squadra di Bindi ha superato la Danesi Nettuno in semifinale il pensiero degli addetti ai lavori è corso a due stagioni fa. Della serie: ma guarda questo Bologna com'è fortunato, allora il Modena delle sorprese e adesso il San Marino… E' bastato poco a ricredersi e questo va a merito dell'inossidabile Sheldon e dei suoi compagni. Al termine di un campionato equilibrato, con due squadre che hanno chiuso la stagione a pari merito, ha vinto nella partita "senza domani" la formazione che alla vigilia tutti davamo per favorita. Nessuno avrebbe pensato alla defezione del Grosseto, a un Parma che pur arrivando a pari merito con Rimini è stato escluso per vicende legate al giudice sportivo che adesso rischiano di finire alla magistratura ordinaria. Visti gli "accoppiamenti" dei play off in molti abbiamo puntato sul Nettuno. Come spesso accade le previsioni sono fatte per essere smentite, dopo il 3 a 2 nella serie per la T&A pensavamo tutti che l'Italeri fosse presa dalla paura ma Mazzotti ha saputo costruire un gruppo solido, capace di emergere nel momento peggiore della sua stagione. Ecco che al lanciatore-mostro Matos si è aggiunto un Liverziani straordinario in tutta la "serie" ma alla fine è la squadra che è stata in grado di fare quadrato, di non perdersi, di avere la forza di rimontare. E' lo spirito mancato lo scorso anno contro Grosseto, questa l'arma in più dei felsinei nel 2005. Anche in questa stagione ci si era messa la pioggia, molti ricordi andavano alla finale del 2004 ma l'Italeri ha saputo andare oltre.
La stagione che si conclude con l'assegnazione del tricolore va in archivio lasciandoci delle questioni aperte. La prima è un gioco diverso, colpa anche delle palline che non riescono proprio ad andare lontano (ma davvero non si può rivedere il contratto?) e di strategie che ne conseguono. Belle, senza dubbio, i bunt e la corsa sulle basi – rischiosa ma affascinante la doppia rubata chiamata da Mazzotti in gara 6 ad esempio – ma il baseball è anche fuoricampo, sonore legnate, che invece sono diventate un'eccezione. La seconda è la certezza delle regole, per tutti. Incantalupo che gioca "a tempo" è una possibilità che c'era e Bologna ha sfruttato, potevano certamente farlo anche altri, ma è giusto che si affrontino squadre diverse tra stagione e play off? Punti di vista, certo, così come dovrebbe essere sempre il campo a decidere le sorti di una classifica e non il giudice sportivo com'è stato. Lo diciamo dando i meriti che ha al San Marino, facendo notare al Grosseto che è bene stare attenti sulle norme, ma soprattutto perché cose del genere vanno superate una volta per tutte. Il baseball strapaesano non ci serve più, quello delle carte bollate meno che mai. Si parla dell'avvento della major, di "franchigie" di un professionismo alle porte. Ebbene o si fa il grande salto oppure meglio chiudere. Perché abbiamo visto un bel campionato, serie di semifinali e finale ottime ma ci sono arrivate squadre composte da giocatori "importati" e che ormai fanno solo quello. E' una strada tracciata, del resto se vogliamo andare al "World baseball gala" con tutto il rispetto per i giocatori di scuola esclusivamente italiana dovremo andare a "pescare" altrove. Ben vengano major e spettacolo, allora, anche un campionato a 8 con partite in continuazione e un seguito mediatico che sarà automatico quando avremo giocatori di alto livello. Seguito di pubblico, anche, perché andare in diretta su RaiSat con spazi vuoti in tribuna non è bello per nessuno. Perché no finalmente una "lega" che non è il contraltare della Federazione ma si occupa di tv, merchandising, comunicazione, eventi. E gli italiani? Chi è bravo si fa strada, altri se hanno la passione e basta stanno nelle serie minori. Si continui a lavorare nei vivai, allora, per costruire giocatori che un giorno potrebbero essere professionisti. Vedi non tanto il calcio quanto la pallavolo, il basket, la stessa pallanuoto. E' la legge del più forte? Sia, purché si possa uscire da quello che Fraccari definì il movimento degli italiani "belli, simpatici, ben vestiti e che giocano anche a baseball". Se poi pensiamo che neanche ci sarà da allestire una Nazionale per le Olimpiadi facciamo diventare lo "schiaffo" del Cio un'occasione perché il baseball in Italia sia finalmente diverso da uno sport per pochi intimi.

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