L'Accademia dei sogni

Un incontro con i 10 ragazzi dell'Accademia FIBS di Tirrenia. Le loro impressioni e le loro speranze per il futuro.

Comincia con questo articolo un reportage sull'attività dell'Accademia FIBS di Tirrenia. In questo articolo le mie impressioni dopo una prima visita. Nei prossimi articoli un resoconto dei progressi degli allievi, una intervista ad Holmberg sul lavoro svolto ed una al presidente Fraccari sui progetti futuri.

Entro nel centro CONI in una splendida giornata di primavera: mi viene da pensare che questo inverno però non è stato così clemente e penso che forse questo ha impedito ai ragazzi di lavorare bene; trovo subito Davide Sartini con cui ho preso accordi per incontrare gli allievi dell'Accademia e lui mi chiede dove preferisco incontrarli. Provo a creare un ambiente tranquillo scegliendo di stare all'aperto, vista la bella giornata. Ma, almeno all'inizio, non ottengo grandi risultati: chiedo subito loro scusa per non averli più visitati come avevo loro promesso dopo l'inaugurazione del Settembre scorso: niente, rimango solo qualcuno che li sta esaminando.
Le domande sono obbligate ma ottenere delle risposte ponendole e aspettando che qualcuno si faccia avanti a rispondere sortisce pochi effetti. Si fa avanti Vinicio Sparagna, uno dei ricevitori: “E' stata una bella esperienza, io l'ho presa bene (stare lontano da casa, ndr), mi ha permesso di crescere in un bell'ambiente, l'unico problema è che allenandosi così tanto ho tralasciato un po' lo studio”. Gli altri si limitano ad annuire come a confermare che per tutti è andata più o meno così.
Passo allora a un “interrogatorio” individuale e scopro che ovviamente le differenze sono molte: c'è chi è migliorato in velocità chi in resistenza ma di questo parleremo dopo i test finali quando avremo dei riscontri oggettivi. Per adesso voglio soffermarmi su come i ragazzi hanno vissuto la loro esperienza. Tutti concordano che si è formato un gruppo affiatato, che i problemi di convivenza (sono tutti alloggiati in camere doppie) ci sono stati ma sono stati risolti. Per capire se l'hanno presa bene veramente chiedo loro se hanno fatto i try out per l'ammissione all'Accademia estiva che si terrà sempre qui a Tirrenia, curata direttamente dalla Major League. Tutti hanno tentato ma solo quattro sono stati ammessi: Maestri, D'Angelo, Sparagna e Medoro. Mi chiedo perché solo 4 ma mi segno di chiedere chiarimenti ai tecnici in separata sede. Chiedo anche se pensano di continuare questa esperienza l'anno prossimo: tutti vorrebbero ma nessuno sa se verrà concessa questa possibilità e come vedremo neanche i tecnici lo sanno al momento. I ragazzi cominciano finalmente a sciogliersi un po' e mi parlano dei loro miglioramenti tecnici, mi colpisce in particolare D'Ignoti: lo avevo conosciuto nell'estate 2004, durante il campionato, e ricordo di averlo avuto di fronte per quasi un'ora senza che spiccicasse parola. Quando lo avevo incontrato il giorno dell'inaugurazione non mi aveva nemmeno salutato: vederlo adesso sorridere mentre viene fatto bersaglio di bonarie battute e abbozzare anche delle risposte mi scalda il cuore. Chiudo le mie domande chiedendo a tutti quale sia la loro ambizione. Tutti mi rispondono che vogliono andare negli USA: “firmare per i professionisti”, Lorenzo Romani in particolare vorrebbe già l'anno prossimo tentare con i College. Penso che da quarantenne quale sono ho smesso di sognare e che è bello che tutti i ragazzi che sono stati scelti sono grado di farlo e sia stata data loro una possibilità. Li saluto ma loro mi fermano: mi chiedono di scrivere una cosa. Vogliono che dica esplicitamente che loro ringraziano Bill Holmberg per quello che ha fatto, per come li ha guidati nei loro progressi tecnici. Mi dicono che hanno sentito cattiverie sul suo conto e che Holmberg non se le merita. Si scusano con Sartini perché lo stanno mettendo in secondo piano, ma in seguito assistendo al loro allenamento è chiaro come Holmberg abbia grande carisma e del resto un ragazzo che dopo aver seguito le sue istruzioni ha guadagnato 9 miglia orarie nella velocità dei lanci come potrebbe non ritenerlo un mito ? Mi avvio verso l'ufficio di Holmberg chidendomi dove sono le spine, visto che per ora ho visto solo rose.

Informazioni su Ivano Luberti 324 Articoli
Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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