Il massimo del livello, il minimo dell'organizzazione

Si è chiuso a Panama un torneo stupendo, organizzato però in maniera imbarazzante

Cuba e Canada si qualificano per le Olimpiadi, Stati Uniti e Panama si preparano a guardarle in TV.
“C'è stata qualche sorpresa…” quasi gongolava questa sera il presidente dell'Ibaf Aldo Notari. Si sa, la Federazione Mondiale ama questo tipo di risultati. Sempre Notari dichiarò all'indomani della clamorosa eliminazione dell'Italia da parte della Russia all'Europeo 2001: “Come Italiano mi dispiace, ma è positivo per il baseball”.
Personalmente, non vedo cosa ci sia di positivo per il baseball ad avere tornei nei quali la classifica non rispecchia i valori in campo. Anche questa volta si piazzano terza e quarta formazioni (Messico e Portorico) che hanno vinto 2 partite su 6, mentre non sono arrivate tra le prime quattro squadre con un record di 3-1 (gli Stati Uniti) e 3-2 (Panama). Ma è anche vero che si può vedere il bicchiere 'mezzo pieno', pensando che gli Stati Uniti si sentiranno scottati e che per la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino faranno ricorso ai numeri uno. Dirà il tempo, se questa evoluzione è da ritenersi plausibile.

Se per il futuro si vedrà, per il momento abbiamo comunque la seguente situazione. La stampa statunitense ha scritto articoli di fuoco, accennando appena al fatto che è stata una scelta di USA Baseball presentarsi con una squadra di baldi giovanotti e non con le star. “La Copabe più che un'organizzazione internazionale è uno scherzo” scrive John Manuel su Baseball America.
L'opinione generale negli Stati Uniti è che saranno le Olimpiadi a perderci, non tanto USA baseball. “Più che una ferita, l'eliminazione assomiglia ad un foruncolo” ribatte Mike Baumann sul sito ufficiale della MLB.
Speriamo che come loro non la pensi chi deve decidere se confermare o meno il baseball nel programma dei Giochi.

In ogni caso, e comunque la si veda, gli Stati Uniti hanno perso sul campo e, come diceva il manager Frank Robinson, la formula era quella, la si conosceva e lamentarsi a posteriori lascia il tempo che trova. Così come è bene ricordare che 2 squadre alle Olimpiadi le Americhe le avevano anche nel 2000, ma essendosi qualificati gli USA nessuno dei media statunitensi si è messo a starnazzare sulla suddivisione dei posti. Perdere non è facile per nessuno, figurarsi per chi vince quasi sempre.
“Almeno una squadra di americani ci sarà” conclude John Manuel su Baseball America “La Grecia. E con lei l'Europa, che qualifica anche Italia e Olanda, avrà 3 rappresentanti”.

Indipendentemente dall'eliminazione degli USA e di Panama, la formula faceva ridere. Il solo fatto di qualificare 2 squadre con un torneo che si conclude con i play off (che naturalmente hanno un solo vincitore) è quanto meno buffo. Non rendersi conto del fatto che, con la rinuncia di 4 squadre su 13 iscritte, la formula doveva essere cambiata è invece colpevole. Si potevano studiare diverse cose, dal girone unico con doppia eliminazione, al girone unico tout court (tutti avrebbero disputato 8 partite e si finiva anche più alla svelta). La formula dei 2 gironi non è la mia preferita (è sempre bene che tutti si affrontino) ma se proprio la si voleva a tutti i costi pace, a patto di qualificare 2 squadre soltanto per gruppo e di farle giocare tutte contro tutte in un gruppo a 4. Non invento niente, così hanno fatto in Asia e anche lì hanno avuto la loro bella sorpresa: Corea a casa e Taiwan ad Atene.

Ieri sera il capo del Comitato Organizzatore Dominador Kaiser Bazan (come capo, nome più azzeccato non poteva avere) stringeva mani a destra e a sinistra come se le cose fossero andate bene. Evidentemente non deve coprire lui il passivo che certamente sarà alto, visto che si è giocato in stadi sempre più deserti. L'eliminazione di Panama non ha giovato, ma credo che il vero motivo della fuga del pubblico sia il drammatico incidente avvenuto mercoledì scorso. L'uomo colpito dal petardo (Joel Vega di 41 anni) è in terapia intensiva dopo 4 interventi chirurgici. La famiglia riceverà 10.000 dollari (cifra da ritenersi per altro modesta), ma il resto del pubblico di Panama City penso non abbia da lì in poi ritenuto lo stadio il più sicuro dei luoghi, anche se l'organizzazione si è dotata di artificieri e compagnia bella dall'incidente in poi.

Venendo a quel che si è visto in campo, dispiace che sia tutto finito. Lo spettacolo di gioco è stato indimenticabile dal primo all'ultimo giorno. Mi resteranno in mente per sempre i numeri difensivi di Paret e Michel Enriquez, la potenza di Morneau e La Forest, la padronanza del monte di Picota e il braccio di Rios.
Ha vinto la squadra migliore. Cuba forse non aveva i giocatori migliori, ma gioca come squadra. Il Canada si è radunato 12 giorni prima di partire, gli Stati Uniti hanno avuto la presunzione di pensare di preparare un appuntamento del genere allenandosi in Arizona, i messicani Beltran e Marquez hanno lanciato nella loro lega il 29 ottobre (visti da me in TV) e Panama paga le divergenze di vedute tra la struttura tecnica e quella burocratica. Cuba no. Cuba fa della disciplina e della fermezza delle idee la sua forza e anche per chi (come il sottoscritto) non è assolutamente d'accordo con quel sistema, non resta che da togliersi il cappello di fronte alla squadra che manda in campo.
Il Canada guadagna l'accesso alle Olimpiadi ma si inchina ai Campioni del Mondo, che lo hanno battuto 2 volte. Forse i nordamericani sono stati favoriti dalla debacle dei cugini statunitensi, che avrebbero trovato sulla loro strada, ma certo con Morneau nel line up hanno mostrato che differenza possa fare avere atleti di Grande Lega a disposizione. E vanno ad Atene con pieno merito.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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