Joe Torre, un maestro sotto esami!

Riviviamo la carriera del grande allenatore dei New York Yankees

Si sta giocando il primo turno dei Playoffs 2002 tra gli Anaheim Angels ed i New York Yankees, con gli ultimi ad un passo da una clamorosa eliminazione: al piatto va Alfonso Soriano a cui gli si chiede di eseguire un ‘bunt” per far avanzare i corridori sulle basi; i primi due tentativi sono sbagliati e, nonostante abbia due strikes sul conto, Soriano riprova la smorzata con esito disastroso, strike out! Tornando mestamente in panchina le telecamere della ESPN si soffermano sul viso di Joe Torre aspettandosi una reazione all’errore del suo giocatore; Joe invece con lo sguardo rivolto verso il basso ignora Soriano il quale si avvia verso la panchina. Dopo un paio di minuti, con un gesto nascosto della mano, chiama a se il giocatore facendolo accovacciare accanto a lui; gli parla nell’orecchio per alcuni secondi prima che Soriano si risieda in panchina con un sorriso: cosa gli avrà detto? Probabilmente non lo sapremo mai, ma quest’episodio lo ricorderò per molto tempo. Non sembrava un allenatore, ma un padre, un padre che con amore sussurra al proprio figlio le parole giuste, senza ferire né infierire. Un uomo che nonostante il successo ha saputo restare umile, che non è mai sopra le righe e che è rispettato da tutto l’ambiente, un uomo che dopo la vittoria nelle World Series del 1998, seduto a cena con la moglie Ali, le chiese: ‘why me?”, perché io, chiedendosi il motivo per cui Dio fosse stato così generoso con lui.
Questo è Joseph Paul Torre, uno dei migliori allenatori di tutti i tempi. Nato a Brooklin (NY) il 18 luglio 1940, inizia la carriera di giocatore nel ruolo di ricevitore con la squadra di Milwaukee; nel 1966 passa ad Atlanta dove resta solo tre stagioni prima di essere trasferito a St.Louis dove, dal 1969 al 1974, si impone come uno dei più forti 3B in circolazione, raggiungendo l’All Star Game per quattro anni consecutivi e vincendo nel 1971 il titolo di MVP della National League; concluderà la carriera nel 1977 a New York, sponda Mets.
Ma è come allenatore che Joe Torre sarà ricordato per sempre sui libri di baseball, ed è sempre come allenatore che un giorno entrerà nella ‘Hall of Fame”. Dal 1977 al 1981 allena i New York Mets, dall’82 all’84 i Braves con cui raggiunge i Playoffs senza ottenere però neanche una vittoria. Dopo sei anni di riposo dal baseball viene ingaggiato dai St.Louis Cardinals, dove allena dal 1990 al 1995 senza ottenere particolare successi, cosa che gli fa pensare di concludere per sempre il suo rapporto con il baseball. Sarà George Steinbrenner a chiamarlo prima della stagione 1996 offrendogli la panchina degli Yankees e, dopo alcuni tentennamenti e con il sostegno della sua famiglia, accetta di diventare l’allenatore della squadra più famosa del mondo, iniziando una delle pagine più belle e vincenti della storia del baseball americano. Al suo primo anno diventa campione del mondo battendo in finale gli Atlanta Braves; nel 1977 viene eliminato nei Divisional Playoffs da Cleveland salvo poi iniziare, dal 1998 al 2000, una fantastica serie di tre titoli consecutivi battendo nelle World Series nell’ordine San Diego, Atlanta ed i Mets nelle ‘Subway Series”. Nel 2001 perde una fantastica finale con Arizona in gara sette, ed infine la delusione più grossa arriva nel 2002 con l’inattesa eliminazione al primo turno contro Anaheim, squadra che diventerà in seguito campione del mondo. Riepilogando, 7 anni da allenatore degli Yankees, 7 anni alla postseason, 5 anelli di campione del mondo, 685 vittorie complessive. Pensate che nello sport possa esistere un uomo capace di lamentarsi di questi risultati? Sì, si chiama George Steinbrenner ed è il presidente dei New York Yankees, il presidente di Joe Torre! Sembra incredibile ma in una recente intervista” the Boss” ha chiesto alla squadra ed ai suoi allenatori maggior impegno, attaccando in particolar modo Derek Jeter di dedicarsi più alla vita notturna che al baseball, e criticando lo staff tecnico di Torre, ‘avvisandolo” che non è sufficiente essere amici del capo allenatore per mantenere il posto di lavoro. E così anche l’allenatore più amato ed osannato dalla gente subirà per la prima volta la pressione di dover vincere a tutti i costi per restare alla guida della squadra più vincente della storia del baseball in quanto, parole del Presidente, non sarebbe accettata una terza stagione consecutiva senza anelli; in particolar modo, aggiungerei, per una squadra che ha il più alto monte salari nel baseball, ben 166 milioni di dollari!
Ma questo è il carattere di George Steinbrenner, il carattere di una persona che non ama arrivare secondo, e che ha sempre ‘sofferto” del successo tributato a Joe Torre ritenendo (a torto od a ragione) che le vittorie della squadra sono merito dei suoi soldi e non della bravura di Torre, un allenatore che prima di approdare agli Yankees aveva raggiunto la postseason una sola volta in 15 anni.
Caro Joe, comunque andrà la prossima stagione, non dimenticheremo mai la tua saggezza ed il tuo carisma, proprio come quelli di un buon padre di famiglia…..

Informazioni su Francesco Paolo Falanga 83 Articoli
Sposato dal 1999 con Ester, Paolo ha due maschietti, Federico di 2 anni (lanciatore destro!) e Carlo di un anno (battitore mancino!), che spera prendano la sua stessa passione per il baseball.Commercialista di professione, adora la sua famiglia e la casa con le quali passa tutto il tempo possibile.Come hobby ha la televisione (è un divoratore di eventi sportivi in TV), internet e viaggi, ha passato molto tempo negli Stati Uniti dove ha avuto la fortuna di visitare molti stadi di baseball e di vivere da vicino l'educazione sportiva degli americani.Ha collaborato saltuariamente con qualche rivista in America ed è un grande tifoso dei San Francisco Giants. (Spera di rendersi utile al sito cercando di trasmettere quelle stesse emozioni che prova ancora oggi nel vedere una partita del 'meraviglioso gioco del baseball'....

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