Il presidente Zangheri in lacrime: “Lo scudetto più bello”

Ma il dirigente è pronto a lasciare per tornare alle sue aziende

Commosso fino alle lacrime Cesare Zangheri, il presidente del Rimini. Abbraccia tutti, da Romano ai magazzinieri: ‘E’ lo scudetto più bello, in trenta anni di baseball e con i dieci titoli vinti non ho dubbi sul fatto che questo sia il migliore e non solo perché la vittoria più bella è sempre l’ultima”. Perché allora? ‘Tutti nei pronostici ci davano per spacciati, a Grosseto saremmo usciti, il Nettuno aveva già vinto lo scudetto, invece abbiamo dimostrato di essere una grande squadra, con grandi giocatori che hanno un cuore immenso e i cosiddetti e che quando c’è stato bisogno hanno dimostrato tutte le loro capacità e si sono fatti trovare pronti”. Ma è vero che lascia o sono voci? ‘Vero, lo dico in questo momento di grande gioia. E’ ora che pensi alle mie fabbriche, ho dato tanto al baseball e a questa squadra, ho ricevuto moltissimo ma è ora di fermarsi. Ringrazio pubblicamente mio figlio che mi ha aiutato nell’attività delle aziende ma è ora che io torni a lavorare”.

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Un uomo di baseball "prestato" alla cronaca. Il ruolo di direttore di baseball.it è stato oltre a un onore ed onere una sorta di "rivincita" sul giornalismo in prima linea che mi ha allontanato dai campi di gioco. Nasco giornalista con carta, penna e macchina da scrivere ma non ho mai smesso di aggiornarmi. Ho oltre 35 anni di carriera e una grande esperienza nei quotidiani. Da ultimo ho lavorato al Messaggero e ho vissuto il passaggio dal cartaceo al digitale, creando contenuti per entrambe le piattaforme (carta-web). Sono specializzato in sanità e salute. Laureato in Sociologia alla Sapienza, presso la stessa università ho conseguito la laurea in Comunicazione scientifica e biomedica. Gestisco palinsesti social e sono docente a contratto presso l’università di Genova. Oltre a vicende di cronaca, per questo sito ho seguito il World baseball classic del 2009 e i mondiali under 18 in Corea del 2019. Il lavoro mi ha costretto a rinunciare all’attività nell’Anzio baseball, società per la quale sono stato un pessimo giocatore (ma un fuoricampo in carriera l'ho battuto) e un giorno – quasi per caso – mi sono trovato ad allenare una formazione giovanile. Tante sconfitte ma anche la soddisfazione di vedere qualcuno che ho allenato giocare in serie A. Alla Coach Convention di Bologna del 1989 sono stato tra i promotori dell’inserimento della regola dei 4 punti nella categoria Ragazzi. Tornato in campo con un gruppo di vecchi amici, posso vantare anche la vittoria - da manager - di un campionato di serie C con i "Pirati". Il rimpianto? Non essere riuscito a trasmettere a Sabrina la passione per il baseball, neanche facendole vedere più volte "L’uomo dei sogni". Dei figli, Arianna ha scelto il basket e Gianmarco dopo un paio d'anni ha lasciato il baseball. Amo il mare, la buona cucina ("la minestra di pesce è come un fuoricampo che ti fa vincere la partita all’ultimo inning"), la musica jazz e raccolgo ritagli di giornale. Come diceva il grande inviato Richard Kapucinsky: "Mai stancarsi di studiare il mondo". Per i figli darei la vita e ringrazierò sempre mio padre - per tutti Zi' Carlo - che mi ha fatto conoscere il Gioco. Ah, si è capito vero? Toglietemi tutto ma non il baseball.

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