De Carolis: “Hanno giocato meglio e meritato di vincere”

L'abbraccio del general manager della Danesi a Zangheri, poi l'analisi di una serie “buttata” a Rimini


Un lungo abbraccio con Cesare Zangheri e i complimenti per la vittoria. Li ha fatti Alberto De Carolis, general manager del Nettuno: ‘Hanno giocato meglio e meritato di vincere, per noi la serie si è messa male a Rimini e questo ha condizionato tutto il resto. Purtroppo – ha aggiunto – siamo andati molto male in difesa, c’è stata anche qualche svista arbitrale ma non è questo il punto. Per com’è andata la serie è giusto che abbiano vinto”. Ora non siete più soli ad avere la stella. C’è un po’ di rammarico? ‘Ma no, tutte le cose sono destinate a non durare nello sport. Il Rimini è stato sempre ai vertici, merita anche questo traguardo e comunque abbiamo sempre i nostri 17 titoli”. Eppure si diceva che dopotutto che la Semenzato non fosse così attrezzata per questi play-off… ‘Noi non l’abbiamo mai pensato. Il Rimini è come noi, abituato alle finali, a vincere, a giocare fino all’ultimo. Sono stati molto concentrati e noi forse dopo l’impresa col Bologna ci eravamo un po’ illusi. Ma questo è lo sport e accettiamo il verdetto del campo”.

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Un uomo di baseball "prestato" alla cronaca. Il ruolo di direttore di baseball.it è stato oltre a un onore ed onere una sorta di "rivincita" sul giornalismo in prima linea che mi ha allontanato dai campi di gioco. Nasco giornalista con carta, penna e macchina da scrivere ma non ho mai smesso di aggiornarmi. Ho oltre 35 anni di carriera e una grande esperienza nei quotidiani. Da ultimo ho lavorato al Messaggero e ho vissuto il passaggio dal cartaceo al digitale, creando contenuti per entrambe le piattaforme (carta-web). Sono specializzato in sanità e salute. Laureato in Sociologia alla Sapienza, presso la stessa università ho conseguito la laurea in Comunicazione scientifica e biomedica. Gestisco palinsesti social e sono docente a contratto presso l’università di Genova. Oltre a vicende di cronaca, per questo sito ho seguito il World baseball classic del 2009 e i mondiali under 18 in Corea del 2019. Il lavoro mi ha costretto a rinunciare all’attività nell’Anzio baseball, società per la quale sono stato un pessimo giocatore (ma un fuoricampo in carriera l'ho battuto) e un giorno – quasi per caso – mi sono trovato ad allenare una formazione giovanile. Tante sconfitte ma anche la soddisfazione di vedere qualcuno che ho allenato giocare in serie A. Alla Coach Convention di Bologna del 1989 sono stato tra i promotori dell’inserimento della regola dei 4 punti nella categoria Ragazzi. Tornato in campo con un gruppo di vecchi amici, posso vantare anche la vittoria - da manager - di un campionato di serie C con i "Pirati". Il rimpianto? Non essere riuscito a trasmettere a Sabrina la passione per il baseball, neanche facendole vedere più volte "L’uomo dei sogni". Dei figli, Arianna ha scelto il basket e Gianmarco dopo un paio d'anni ha lasciato il baseball. Amo il mare, la buona cucina ("la minestra di pesce è come un fuoricampo che ti fa vincere la partita all’ultimo inning"), la musica jazz e raccolgo ritagli di giornale. Come diceva il grande inviato Richard Kapucinsky: "Mai stancarsi di studiare il mondo". Per i figli darei la vita e ringrazierò sempre mio padre - per tutti Zi' Carlo - che mi ha fatto conoscere il Gioco. Ah, si è capito vero? Toglietemi tutto ma non il baseball.

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