Italia: il futuro puo' essere roseo

Il risultato del Mondiale e' accettabile e i talenti ci sono. Da domani si assegnano le medaglie

La nazionale azzurra torna oggi in Italia con in tasca il risultato minimo che ci si aspettava da questo Mondiale, ovvero 2 successi contro Sud Africa e Francia. Niente scandali e niente processi, quindi, suscitera' questa partecipazione alla Coppa. Ma qualche serena riflessione e' necessaria.

Premesso che in nessun modo questa affermazione va intesa come la volonta' di sminuire il valore di chi a Taiwan e' andato, lasciatemi esprimere il rammarico per non aver visto la miglior nazionale possibile al Mondiale. Ci sarebbe stato da divertirsi, perche' gli azzurri non sono stati surclassati da nessuno. Certo, hanno perso netto contro Taiwan, la Corea e gli Stati Uniti. Ma in tutte e tre le gare non e' difficile individuare episodi che le hanno pesantemente condizionate, senza contare che Taiwan ci ha affrontati con il suo miglior lanciatore, la Corea dopo averci attentamente scoutati come avversaria pericolosa e gli Stati Uniti erano in piena lotta qualificazione. Con la Repubblica Dominicana e il Nicaragua invece abbiamo giocato alla pari. Insomma, non e' mia intenzione dire che “tutto e' positivo”, in un Mondiale che chiudiamo con un record di 2 vittorie e 5 sconfitte, ma affermo con decisione che parecchi spunti di ottimismo li dobbiamo trarre.

Il primo riguarda il rendimento dei lanciatori. Marchesano, Cossutta e Palazzetti hanno dimostrato di poter a buon diritto competere a questi livelli. De Santis ha a sua volta fatto vedere di avere le doti per riuscirci nel prossimo futuro. Purtroppo, il controllo non lo ha assistito. A livello di rilievi, l'unica delusione e' stata Cerbone. Ma il casertano ha lanciato maluccio per buona parte della stagione ed era difficile pensare che risolvesse tutti i problemi qui. Ottimo invece e' stato Bartolucci e abbastanza affidabili sono sembrati anche Nava e Milano. L'altro aspetto decisamente positivo e' che l'Italia ha vinto 2 partite e ne poteva vincere altre 2 giocando decisamente al di sotto delle sue possibilita'. Purtroppo sono venuti meno giocatori sui quali era lecito contare. Dallospedale e' sembrato l'ombra di se stesso e il non giocare ai suoi livelli lo ha anche innervosito. Rovinelli e' stato praticamente nullo in battuta e tutt'altro che impeccabile in difesa. Marchiano si e' svegliato nell'ultima partita. Di piu' ci si aspettava sicuramente anche da Pantaleoni, che di certo non ha reso come a Bonn e non mi e' sembrato troppo a suo agio nel ruolo di terza base. Castri' e' sparito presto dal line up e anche del suo Mondiale ricordiamo solo una valida. Crociati stesso e' arrivato relativamente poco spesso in base. Di fatto, l'attacco azzurro ha avuto un rendimento continuo da 4 giocatori: Liverziani (di gran lunga il piu' efficace), Illuminati (che si e' guadagnato sul campo il ruolo di titolare), Madonna (non il trascinatore che si sperava, ma una mazza pericolosa) e La Fera (umile e intelligente nel box, per quanto troppo falloso in difesa). A questi vanno aggiunti Mazzanti (che si e' dimostrato potenziale battitore di razza, pur tra alti e bassi) e il talentuoso quanto un po' estemporaneo Imperiali, che il loro contributo lo hanno dato. Si capisce che c'e' una logica dietro al fatto che l'Italia non sia riuscita a dare continuita' all'azione del suo 'line up'. A questo proposito, ammetto che non ho condiviso fino in fondo le scelte dello staff tecnico. Non schierare d'abitudine ne' Castri' ne' Marchiano e' stato secondo me un errore. In fondo si tratta di giocatori d'esperienza, per quanto non troppo in condizione. Tutti e 2 hanno giocato professionisti in America e su di loro in un contesto come il Mondiale era forse doveroso insistere di piu'. Non sono troppo d'accordo nemmeno sulla rotazione degli interni che la Nazionale ha messo in atto. E' vero che i giovani che Davenport aveva convocato meritavano esperienza, ma e' altrettanto vero che per giocare in sicurezza e' necessario avere un diamante che sia quello titolare. La cerniera La Fera-Pantaleoni aveva funzionato molto bene a Bonn, non ho personalmente capito il senso di non confermarla. A quel punto, bastava che Imperiali prendesse il posto di Sheldon. Non dico che questo avrebbe risolto il problema dei tanti errori commessi dagli azzurri (una media di quasi 3 a partita) ma credo che avrebbe ridotto perlomeno le situazioni a rischio. Non bene ha giocato la linea degli esterni, sulla quale le squadre piu' esperte corrono un po' troppo liberamente. L'Italia d'altra parte si e' presentata a Taiwan senza un esterno centro titolare. Davenport ha utilizzato nella posizione prevalentemente Crociati (che nel Rimini gioca a sinistra) e ha cercato di convertire Schiavetti (nel Nettuno un interno) e Paoletti (nel Nettuno a destra). Purtroppo il ruolo nel nostro baseball e' da sempre avaro di talenti. Magari avrebbe potuto far comodo un veterano come Neri, che non sara' un fenomeno ma conosce la posizione. I nostri catcher, sia Madonna che Illuminati, sono stati ripetutamente sfidati dai corridori avversari. Illuminati ha comunque chiuso il Mondiale con 4 colti rubando, dimostrando di meritare piena considerazione per una maglia da titolare anche in futuro.

Il fatto che l'Italia abbia giocato al di sotto del suo standard e', piuttosto ovviamente, anche un aspetto negativo. Credo che il primo obbiettivo che una squadra azzurra dovrebbe porsi sia giocare al massimo. A quel punto, si potra' tornare a casa comunque orgogliosi da qualsiasi manifestazione. Credo anche che questo debba essere un punto di partenza per il futuro. Un futuro che mi sembra potenzialmente roseo. Aspettiamo l'8 dicembre (per sapere che Consiglio Federale guidera' il nostro baseball), ma fin d'ora chiediamo che i programmi per le nazionali siano affrontati come priorita' assoluta. Si nomini un Responsabile Tecnico delle Nazionali che abbia facolta' di scegliere i singoli manager e gli si chieda di studiare un programma. La priorita' e' l'Olimpiade del 2004, alla quale non sarebbe male arrivare vincendo l'Europeo del 2003. Il primo passo da fare sara' individuare chi di questa Nazionale potra' partecipare a quegli eventi e costruire una formazione base da integrare con i nomi nuovi che il campionato dovesse offrire. A tal proposito il 2002 dovra' essere un anno di grande lavoro. Privo di appuntamenti ufficiali importanti, dovra' essere usato per vedere in azzurro i giocatori che potranno far parte della nazionale in futuro. In quest'ottica dovra' essere programmato anche l'eventuale ricorso a giocatori che non militano nei campionato italiano. Ovviamente non potranno essere ne' il catcher, ne' l'interbase ne' il ricevitore titolari, ma prevalentemente lanciatori. I nomi? Simontacchi, che ha gia' vestito l'azzurro; Mike Porzio, Giovanni Carrara e Jason Grilli, che hanno il passaporto in tasca.

A chi va affidata la nazionale e' la domanda che tutti mi volete porre. Io non mi nascondo: confermerei Jim Davenport, ma a condizioni diverse da quelle con cui e' nata la stagione 2001. Perche' a Davenport bisogna chiedere se, adesso che sa con chi ha a che fare, se la sente di stilare un programma tecnico. Perche' l'impressione che ho avuto io e' che Davenport alla fine sia stato utilizzato come bandiera da issare sul pennone, sperando che la nazionale la gestisse qualcun altro. L'alternativa all'ex manager dei Giants di San Francisco e' una e una sola: Giampiero Faraone.

Intanto il Mondiale continua con sfide che si preannunciano molto eccitanti. Da una parte del tabellone troviamo 2 derby: quello caraibico tra Cuba e Repubblica Dominicana e quello asiatico tra Giappone e Corea. Cuba e Giappone sono largamente favorite, ma non avranno vita facile. In gara singola la Dominicana con Sido e la Corea con Ma hanno lanciatori che possono battere chiunque. Gli altri due quarti di finale sono tra Stati Uniti e Panama e tra Olanda e Taiwan. Anche in questo caso Stati Uniti e Taiwan sono favorite ma non le aspetta davvero una passeggiata.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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